Robin Williams, stimato attore, lo ricordiamo tutti per le sue splendide interpretazioni: dal più classico Jumanji, a L’uomo bicentenario, al divertentissimo Mrs Doubtfire. Il mondo intero è rimasto sgomento alla notizia del suicidio di Robin Williams, nell’ormai lontano 2014, inizialmente attribuita alla depressione. Un documentario sulla vita dell’attore ha, però, svelato la vera malattia di cui soffriva da tempo Robin Williams: la demenza a corpi di Lewy. Durante la presentazione al Guardian del documentario sulla vita di Robin Williams, la moglie, Susan Schneider, ha asserito: “Ci sono stati tanti malintesi su quello che è successo a Robin e sulla sua malattia“.
Dunque, il suicidio di Robin Williams non fu frutto della sola depressione. La responsabile vera e propria fu la demenza a corpi di Lewy (o demenza da corpi di Lewy o DLB). La demenza con corpi di Lewy comprende la demenza clinicamente diagnosticata, che comprende i corpi di Lewy, e la demenza da morbo di Parkinson. La DLB comporta un deterioramento cognitivo cronico caratterizzato da inclusioni cellulari, denominate, appunto, corpi di Lewy e che sono situate nel citoplasma dei neuroni corticali. La demenza del morbo di Parkinson, invece, è il danneggiamento cognitivo caratterizzato da corpi di Lewy nella sostanza nera; si sviluppa tardivamente nel morbo di Parkinson.
La DLB è il terzo tipo di demenza più comune nel mondo e si sviluppa generalmente in pazienti con con età superiore ai 60 anni. La demenza a corpi di Lewy è una malattia neurodegenerativa, una forma di demenza simile alla malattia di Alzheimer, ma ad esordio più precoce, e correlata spesso a quella di Parkinson e a sindromi parkinsoniane. Queste ultime, sono così simili che all’attore, l’anno prima della morte, venne diagnosticato il morbo di Parkinson.
Molti dei sintomi della demenza da corpi di Lewy, sono riconducibili all’Alzheimer e al Parkinson. Tra questi abbiamo le difficoltà motorie e, soprattutto, il decadimento cognitivo. Pertanto, il suicidio di Robin Williams fu, ingenuamente, attribuita a depressione, proprio perché la vera sindrome che lo colpiva determina: disturbi dell’umore, paranoia, delirio, ansia e panico. Sintomi fraintendibili. Non solo, la DLB può provocare anche allucinazioni, disturbi del sonno e aprassia, ovvero difficoltà del movimento volontario. Purtroppo, la diagnosi di demenza da corpi di Lewy giunse solo in seguito all’autopsia. La moglie, al Guardian sottolinea: “Se avessimo avuto la diagnosi accurata della demenza a corpi di Lewy, avrebbe avuto un po’ di pace”. Susan Schneider afferma ciò, ricordando gli attacchi di panico, le paranoie e l’insonnia che stravolgevano quotidianamente gli ultimi mesi di vita dell’attore.
Purtroppo, per la DLB, come per l’Alzheimer o il Parkinson, non c’è una cura ed è una malattia che tende a degenerare. Durante i mesi precedenti al suicidio, Robin Williams intraprese diverse attività che pensava potessero aiutarlo a sconfiggere la presunta depressione. L’attore, infatti, andava in terapia 4/5 volte a settimana e praticava yoga. Sfortunatamente era ignaro della sua condizione. “La vera tragedia è che Robin non sapeva che non era colpa sua”, commenta il regista Tylor Norwood in un’intervista a Sky News. Per la terapia dei pazienti affetti da demenza a corpi di Lewy si ricorre ai farmaci utilizzati per il Parkinson, gli antipsicotici, gli antidepressivi e a quelli usati per la malattia di Alzheimer. Ad oggi, l’aspettativa di vita stimata per i pazienti affetti da DLB è di circa 8 anni dall’esordio. Alcuni pazienti decedono prima di 6 anni dalla diagnosi, altri superano i 12 anni.
Il documentario dedicato a Robin Williams, Robin’s Wish, rivela che la demenza a corpi di Lewy che assediava l’attore era ad uno stadio molto avanzato. I medici che eseguirono l’autopsia commentarono, addirittura, che fu tra i peggiori casi mai visti. Nonostante queste parole, il regista Norwood asserisce che è impossibile dire se Robin Williams si sarebbe suicidato ugualmente se avesse saputo la vera diagnosi, ma di certo la malattia un giorno gli sarebbe stata fatale.