Dopo aver esplorato lo spazio, incluso lo studio della Luna, l’analisi dei pianeti e delle galassie, è giunto il momento di affrontare una nuova sfida: la riproduzione. Recentemente, una ricerca ha ottenuto successo nello sviluppo dei primi embrioni di topo nello spazio, segnando un passo significativo verso la dimostrazione che l’essere umano è capace di riprodursi al di fuori del nostro pianeta. Questo traguardo apre nuove prospettive per l’esplorazione e la colonizzazione dello spazio.
Gli embrioni rappresentano le fasi iniziali dello sviluppo di un organismo multicellulare, che hanno inizio dopo la fecondazione dell’uovo da parte dello spermatozoo. Durante questa fase, le cellule si moltiplicano e si specializzano per formare i tessuti e gli organi fondamentali per la crescita dell’organismo in via di sviluppo.
Nel contesto degli esseri umani, l’embrione è la fase che va dalla fecondazione (quando lo spermatozoo feconda l’ovulo) fino a circa la nona settimana di gestazione. Durante questo periodo, si sviluppano i principali sistemi e gli organi vitali, come il sistema nervoso, il cuore, i polmoni e i reni.
Successivamente alla fase embrionale, l’organismo in sviluppo viene denominato feto e prosegue nella sua crescita e sviluppo fino al momento della nascita.
Un risultato sorprendente è stato ottenuto nello sviluppo degli embrioni di topo nello spazio, grazie alla collaborazione tra un team di ricerca dell’Università di Yamanashi in Giappone e l’agenzia spaziale giapponese JAXA. Prima di condurre lo studio, il coordinatore della ricerca, Teruhiko Wakayama, aveva già dimostrato nel 2009 che la fecondazione degli ovuli era possibile nello spazio, sebbene l’impianto degli ovuli risultasse più complesso.
Approfittando dei promettenti risultati, il team di ricerca si è concentrato sullo studio delle prime fasi dello sviluppo embrionale. L’esperimento è partito ad agosto del 2021, quando gli embrioni di topo sono stati congelati e inviati alla Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Sulla Iss gli astronauti hanno scongelato gli embrioni di topi e li hanno fatti crescere per quattro giorni in condizioni di microgravità. Non tutti gli embrioni trasportati sulla ISS hanno resistito, ma quelli che hanno continuato lo sviluppo hanno raggiunto uno stadio normale, almeno fino alla fase di blastocisti, che si colloca tra il quarto e il quattordicesimo giorno successivo alla fecondazione.
Il team di ricerca sottolinea che c’è ancora molto lavoro da fare prima di poter delineare una strategia precisa. Tuttavia, è importante notare che ci sono ancora molte incognite e sfide da affrontare quando si tratta di sviluppare embrioni nello spazio. Ad esempio, potrebbero esserci effetti sconosciuti o dannosi a lungo termine sulla salute e lo sviluppo degli embrioni che richiedono ulteriori ricerche e studi. Inoltre, la creazione di un ambiente adeguato per lo sviluppo embrionale nello spazio è una sfida tecnica complessa.
Alcuni studi condotti su roditori hanno indicato che la permanenza nello spazio durante le fasi critiche della gestazione potrebbe interferire con lo sviluppo del sistema vestibolare, cruciale per l’equilibrio e l’orientamento, così come con quello muscolo-scheletrico.Pertanto, sebbene ci siano indicazioni che lo sviluppo embrionale nello spazio sia possibile, è ancora un campo di studio in evoluzione e richiede ulteriori ricerche per comprendere completamente gli effetti e le potenzialità di questa possibilità.
Questo rappresenta un importante primo passo verso la possibile dimostrazione che anche gli esseri umani possano concepire al di fuori della Terra. Una tematica che sta guadagnando sempre più rilevanza in concomitanza con l’avanzamento dell’esplorazione spaziale e le prospettive di future colonie umane sulla Luna e, chissà, su Marte.
Credits immagine di copertina – iScience