Medicina

Taranto: il primo intervento in Puglia di crioablazione di tumore al seno

Il tumore al seno è la prima causa di mortalità tra le donne con un tasso pari al 17% e si stima che 1 donna su 8 nell’arco della propria vita sia costretta ad affrontarlo. Certamente la prevenzione resta la migliore arma ma, nel caso di una neoplasia già sviluppata, i trattamenti più comuni sono la chirurgia, la radioterapia, la chemioterapia e l’ormonoterapia. La chirurgia è ad oggi il trattamento che più di tutti ha compiuto notevoli progressi: essa si basa su approcci sempre più mini-invasivi che consentono di esportare la sola massa tumorale, preservando il più possibile la zona circostante. Purtroppo l’approccio chirurgico risulta a volte problematico per i pazienti recidivi o segnati da più patologie coesistenti.

Crioablazione: una tecnica innovativa per rallentare il tumore mammario

Per la prima volta in Puglia, un intervento di crioablazione di tumore al seno è stato eseguito con successo, grazie all’equipe di Radiologia Senologica del Centro Donna dell’ospedale SS. Annunziata di Taranto, coordinata da Giuseppe Melucci.

La tecnica della crioablazione si esegue con guida ecografica, posizionando all’interno della lesione un ago da cui fuoriesce azoto liquido con una temperatura di circa -140 gradi. La somministrazione determina la necrosi per congelamento della lesione. Questa tecnica, altamente innovativa, viene eseguita in anestesia locale, ed è già stata sperimentata con successo nel trattamento dei tumori maligni del rene e della prostata.

Credits: Interventional News

L’ASL di Taranto spiega come la crioablazione «inizia ora ad essere impiegata anche per il trattamento di carcinomi mammari con determinate caratteristiche, quali le piccole dimensioni e la bassa aggressività biologica, e in specifiche situazioni, quali recidive in mammelle già operate o in pazienti che, in presenza di più patologie coesistenti, non vogliono sottoporsi ad intervento chirurgico».

In conclusione, anche se la crioablazione non può ancora sostituire la chirurgia, essa risulta efficace per rallentare la neoplasia in corso ed è portatrice di alcuni vantaggi come assenza di dolore periprocedurale, assenza della sindrome post-ablativa, un buon controllo dell’area di necrosi, degenza breve (1-2 giorni) e possibilità di essere ripetuta in caso di recidive.

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Giuseppe Cardone