Che il mercato dei sex toys abbia avuto un boom è ormai un dato assodato: è avvenuto ben prima della pandemia da Covid-19 e certamente stare chiusi in casa per settimane può aver agevolato la scoperta di questi oggetti, ma i cambiamenti non arrivano mai da soli. Accanto a un cambiamento dei costumi e all’abbattimento dei pregiudizi, i sex toys sono diventati qualcos’altro.
Le ragazze nate negli anni ’80 che hanno amato la serie tv americana Sex and City lo ricorderanno sicuramente: i vibratori facevano parte del racconto, della vita sessuale e della vita normale delle quattro protagoniste. La naturalezza con la quale questi oggetti balenavano davanti allo schermo ha aiutato moltissimo ad abbattere alcuni tabù, soprattutto sulla masturbazione femminile, ma ha anche contribuito a una rivoluzione copernicana del prodotto. Se il sex toy può essere visto, deve anche essere bello.
Le statistiche di vendita parlano chiaro: il trend in crescita non riguarda i dildo o i falli realistici, ma i vibratori di design. Che siano di super lusso (come quelli venduti da Lelo, Maude, Dame) o che siano un prodotto di fascia media, non ha importanza: la forma moderna, il materiale super curato e le funzioni tecnologiche oggi sono la motivazione principale per acquistare questo tipo di prodotto.
A questi oggetti vengono applicate le principali innovazioni tecnologiche. Per quanto riguarda i materiali, oggi vengono usati il silicone medicale, tipologie speciali di plastica, il Tpe, il Tpr, il lattice, ma anche il vetro temperato e la ceramica. Alcuni vengono dotati di sistemi wireless o bluetooth per essere comandati a distanza o programmati tramite applicazione. A livello estetico, si prediligono forme astratte, morbide, sinuose che non ricordano un fallo, ma un oggetto di design che può essere lasciato tranquillamente sopra un mobile in salotto. L’ingegneria ha consentito anche la loro miniaturizzazione e dunque la loro portabilità.