L’Israele spicca tra gli altri Paesi per la corsa alla distribuzione dei vaccini anti-covid. Infatti, proprio ieri, hanno dato il via alla somministrazione della quarta dose. Grazie all’eccellente lavoro svolto dal Paese si hanno anche dati più accurati sulla terza dose di vaccino. Si pensi che a novembre, il 45% della popolazione israeliana aveva già ricevuto la terza dose. Uno studio dei ricercatori del Clalit Health Services di Tel Aviv, pubblicato sul New England Journal of Medicine, ha evidenziato come la terza dose di vaccino abbia abbattuto notevolmente il rischio di morte: fino al 90%!
Lo studio condotto dal Clalit Health Services di Tel Aviv ha coinvolto oltre 800 mila over 50 vaccinati con la seconda o la terza dose di vaccino Pfizer/BioNTech tra agosto e settembre scorsi, dunque prima dell’arrivo della variante Omicron. I vaccinati in esame, avevano avuto la la seconda dose almeno 5 mesi prima. Durante il periodo di esame, parte del gruppo ha ricevuto la terza dose di vaccino. Così facendo, i ricercatori hanno potuto comparare il rischio di mortalità dovuto al covid, tra chi aveva ricevuto due dosi e chi ne aveva ricevute tre. Naturalmente lo studio ha tenuto in considerazione tutti gli altri fattori di rischio ed eventuali altre patologie che interessavano i pazienti.
Lo studio ha avuto la durata di 54 giorni, durante i quali è emerso, in primis che i vaccinati sia con seconda, che con terza dose, avevano un rischio molto minore di morte in seguito al covid rispetto ai non vaccinati. Inoltre, tra coloro che avevano la dose booster, quindi la terza dose, un numero molto minore di persone è defunto. Chi aveva ricevuto la terza dose dopo almeno 5 mesi dalla seconda aveva un rischio inferiore del 90% rispetto a chi ne aveva solo due. I numeri sono incredibili: nel gruppo sottopostosi solo alla seconda dose si sono registrati 29,8 decessi per milione, mentre, nel gruppo di coloro che hanno scelto di farsi somministrare anche la dose booster i decessi sono stati 1,6 per milione per ogni giorno di durata dello studio.
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I ricercatori del Clalit Health Services di Tel Aviv hanno concluso: “Il nostro studio ha mostrato che i partecipanti che hanno ricevuto un richiamo almeno 5 mesi dopo la seconda dose di Pfizer hanno avuto una mortalità del 90% inferiore a causa di Covid-19 a breve termine rispetto ai partecipanti che non hanno ricevuto un richiamo. Tuttavia, sono necessari studi con periodi di follow-up a più lungo termine per valutare l’efficacia e la sicurezza del richiamo”.
Un altro studio condotto in Israele, coordinato dal Weizmann Institute of Science di Rehovot, ha dimostrato che la terza dose di vaccino alza fino a due volte il livello di protezione contro le forme gravi di Covid-19. Inoltre, la terza dose sembra neutralizzare la variante omicron. Nel presente studio i ricercatori hanno analizzato i dati di oltre 4,6 milioni di israeliani con età superiore ai 16 anni che hanno ricevuto la seconda o terza dose di vaccino tra agosto e ottobre.
Quanto è emerso è che la terza dose riduce di circa dieci volte le probabilità di contrarre il virus rispetto alla seconda dose. Questo studio, però, a differenza del precedente preso in esame, sottolinea che ci sono delle differenze a seconda delle fasce di età. Dai 16 ai 29 anni la riduzione è di 17,2 volte, dai 30 ai 39 si riduce di 9 volte, per le persone tra i 40 e i 49 anni di 9,7 volte, per i 50-59 di 12,2 volte e negli over 60 di 12,3 volte. Quindi si può concludere che un’effettiva riduzione del rischio di morte grazie alla terza dose ci sia.