Si chiama “Radixact X9” ed è l’ultimo modello commerciale della piattaforma di tomoterapia. Questo sistema di ultimissima generazione, è approdato per la prima volta in tutta Europa a Torino, all’ospedale Molinette. Un software innovativo distingue Radixact X9 dai precedenti sistemi di tomoterapia elicoidale e ora vi spieghiamo perché.
La tomoterapia elicoidale è una tipologia di radioterapia. Il termine tomoterapia sta ad indicare che l’irradiazione, cioè il trattamento, avviene per fette sequenziali. Il termine tomo deriva dal greco e significa infatti fetta, strato. Nello specifico la tomoterapia elicoidale si distingue dalle terapie radioterapiche per i seguenti aspetti:
Oltre alle caratteristiche sopra elencate, il sistema Radixact X9 è dotato di Synchron, un software per il controllo del movimento respiratorio. Synchron fa sì che durante il trattamento si possa “inseguire” il movimento del tumore dovuto alla respirazione. Il fascio di radiazione viene diretto in tempo reale sulla neoplasia, in modo da non irradiare i tessuti sani circostanti.
Il trattamento effettuato con la tomoterapia elicoidale Radixact X9 presenta quindi importanti vantaggi clinici.
Innanzitutto grazie al sistema integrato guidato dall’immagine (IGRT – Image Guided System) è possibile verificare quotidianamente la precisione del trattamento e adattarlo alle diverse condizioni del tumore sia seduta per seduta (inter-frazione), sia nel corso della stessa seduta (intra-frazione).
La modulazione del fascio terapico e in particolare la scomposizione del fascio in numerosissimi beamlets (fascetti elementari) consente di ottenere una distribuzione della dose omogenea, senza soluzione di continuità.
La precisione dovuta alla modulazione permette poi di utilizzare una dose elevata nel trattamento della lesione neoplastica, senza irradiare i tessuti sani e riducendo quindi la tossicità della terapia. La dose più elevata aumenta la probabilità di successo del trattamento e riduce il numero di sedute a cui il paziente deve sottoporsi. Un altro vantaggio notevole è la versatilità: si irradiano facilmente sia le lesioni piccole sia grandi campi estesi, come nel caso dell’irradiazione totale del midollo osseo (TMI – Total Marrow Irradiation).
Non è la prima volta che l’Ospedale Molinette di Torino si distingue in campo di innovazione ed eccellenza. In Aprile di quest’anno l’equipe del professor Paolo Gontero, direttore dell’Urologia universitaria, ha eseguito l’asportazione di un rene in laparoscopia ad un paziente sveglio. Inoltre, l’ospedale si era già dimostrato un polo all’avanguardia nella chirurgia robotica dopo l’introduzione del robot Da Vinci, con cui è stato eseguito un intervento mini-invasivo di asportazione di un tumore all’esofago, praticando solamente quattro microfori. Un altro robot chirurgico Medrobotics che permette di eseguire interventi chirurgici per via completamente endoscopica arricchisce la tecnologia del dipartimento di Chirurgia delle Molinette, che risulta il primo centro in Italia a fare uso di entrambi i robot.