Il tumore ai polmoni è tipico dei fumatori, ma non solo. Le statistiche parlano chiaro e c’è da preoccuparsi!
Il tumore ai polmoni è tra le patologie oncologiche più diffuse e mortali a livello globale. Colpisce ogni anno milioni di persone e rimane una delle principali cause di morte per cancro. La diagnosi è spesso complessa perché i sintomi si manifestano in fasi avanzate della malattia, quando le opzioni terapeutiche risultano limitate. Questo ritardo diagnostico si riflette nelle statistiche di sopravvivenza, nonostante i progressi fatti nella ricerca.
Il principale fattore di rischio per lo sviluppo del cancro ai polmoni è da tempo riconosciuto nel fumo di sigaretta. Non sorprende quindi che la malattia sia fortemente associata alle persone con una storia di fumo, attivo o passivo. Tuttavia, negli ultimi anni, gli studiosi hanno messo in luce che anche i non fumatori possono sviluppare questa patologia. L’esposizione a sostanze nocive come il radon o l’amianto, o fattori ambientali come l’inquinamento atmosferico, giocano un ruolo significativo.
Il cancro ai polmoni si manifesta in diverse forme, con l’adenocarcinoma che rappresenta la tipologia più comune, specialmente tra i non fumatori. Questo tipo di tumore colpisce le cellule che rivestono i piccoli spazi d’aria nei polmoni, responsabili della produzione di muco. Oltre a questo, esistono altre varianti, come il carcinoma a cellule squamose o quello a piccole cellule, che si presentano con caratteristiche e trattamenti diversi.
Negli ultimi decenni, la ricerca scientifica ha compiuto notevoli passi avanti nella comprensione dei meccanismi alla base di questa malattia. È sempre più evidente che il cancro ai polmoni può essere causato da fattori genetici o da processi naturali che avvengono all’interno del corpo, anche in assenza di fumo. L’identificazione di queste cause ha permesso di sviluppare terapie mirate e personalizzate, che hanno migliorato significativamente le prospettive di sopravvivenza.
Nonostante il fumo rimanga la principale causa del cancro ai polmoni, si stima che tra il 10% e il 20% dei casi colpisca persone che non hanno mai fumato. Questo solleva la questione di quali siano i fattori scatenanti in questi individui. L’esposizione a fumo passivo, gas radon, amianto e inquinanti atmosferici è considerata una delle principali cause di tumore polmonare nei non fumatori. Anche l’esposizione a sostanze cancerogene negli ambienti di lavoro, come alcune polveri chimiche o metalli, aumenta il rischio.
Un altro aspetto da considerare è la predisposizione genetica. Mutazioni specifiche, come quelle del gene EGFR, sono più comuni nei non fumatori e possono portare allo sviluppo della malattia. Queste scoperte hanno aperto la strada a trattamenti mirati, che rappresentano una svolta nella gestione del cancro ai polmoni, soprattutto nei pazienti che presentano determinate mutazioni genetiche.
Le previsioni per il 2024 in Spagna indicano un aumento dei casi di cancro, compreso quello al polmone. Secondo i dati, si stima che nel Paese verranno diagnosticati 286.664 nuovi casi di cancro, un incremento del 2,6% rispetto all’anno precedente. Sebbene l’invecchiamento della popolazione sia in parte responsabile di questa crescita, la prevalenza del tumore ai polmoni nelle donne è destinata a triplicarsi, alimentata principalmente dal crescente consumo di tabacco tra la popolazione femminile.
Questo incremento non è limitato ai nuovi casi, ma anche ai tassi di mortalità. Il tumore ai polmoni è diventato una delle principali cause di morte in Spagna, nonostante i progressi nel trattamento. Tuttavia, è importante notare che la sopravvivenza a lungo termine sta migliorando: oltre il 60% dei pazienti ora sopravvive almeno cinque anni dopo la diagnosi, un dato promettente che riflette i successi delle nuove terapie personalizzate e della diagnosi precoce.