L’ex calciatore Gianluca Vialli si è spento all’età di 58 anni dopo aver lottato contro un tumore al pancreas durante alcuni anni. Tutto il mondo del calcio piange la scomparsa di un campione dentro e fuori dal campo. Ma cos’è il tumore al pancreas? Quali i sintomi, la diagnosi e i fattori di rischio? Vediamolo in questo articolo.
Gianluca Vialli nasce a Cremona il 9 Luglio 1964. Sin dalla giovane età mostra grande passione e bravura nel mondo del calcio a tal punto da lasciare gli studi all’età di 16 anni. Vialli è stato un grande calciatore, allenatore e dirigente sportivo italiano.
Tra i migliori centravanti degli anni 80 e 90, appartiene a quel piccolo gruppo di calciatori vincitori di tutte e tre le principali competizioni UEFA. Vincitore, inoltre, di numerosi trofei in campo nazionale ed internazionale, è stato Capocannoniere dell’Europeo Under-21, della Coppia Italia (1988-1989) e della Coppa delle Coppe nello stesso anno e della Serie A (1990-1991). Negli anni successivi, prese parte a due Mondiali (Messico 1986 e Italia 1990) e un Europeo. Più volte candidato al Pallone d’oro, nel 2015 è stato inserito nella Hall of Fame del calcio italiano.
Cinque anni fa, Vialli rivela pubblicamente di essere malato e di dover iniziare a “giocare” la partita più importante; quella contro la malattia. Nonostante tutto, però, continua il suo grande impegno in campo calcistico fino a quando il 58enne capo delegazione degli Azzurri annuncia alla Federcalcio la sua assenza nelle gare della Nazionale programmate per il 2023. Il tumore al pancreas dopo 5 lunghissimi anni, nonostante le cure e la sua determinazione a voler vincere la battaglia, lo porta via. Cos’è e come si manifesta questa malattia?
Il pancreas è una ghiandola dell’apparato digerente situata nell’addome, in una regione posteriore agli altri organi. In particolare, è una ghiandola a secrezione “mista”, ovvero sia esocrina che endrocrina. A livello anatomico, il pancreas è suddiviso in 3 porzioni:
Questa ghiandola svolge due funzioni principali:
Il pancreas può essere soggetto allo sviluppo di diversi tumori, ma l’adenocarcinoma è la neoplsia più comune. Questa tipologia di tumore si origina a livello dei dotti che, come visto, trasportano gli enzimi prodotti dal pancreas stesso.
Ancora una volta, come in tutti i tumori, si verifica una crescita incontrollata di cellule, in questo caso, pancreatiche che darà luogo alla crescita di una massa tumorale. La crescita e la diffusione di queste cellule avvengono con una grandissima rapidità, tale da rendere questa neoplasia difficilmente diagnosticabile in fase iniziale. Se, invece, ci troviamo davanti a tumori che originano dalle cellule che producono ormoni parliamo di tumori neuroendocrini.
Oggetto di numerosi studi, il tumore al pancreas sembra essere legato a diversi fattori di rischio che ne vanno ad aumentare il rischio di insorgenza:
L’adenocarcinoma del pancreas, purtroppo, viene diagnosticato nella maggior parte dei casi in uno stadio avanzato in quanto, risulta essere asintomatico finchè non raggiunge dimensioni notevoli. Nonostante tutto, ci sono alcuni sintomi che possono essere considerati come “campanelli d’allarme” quali:
A causa della posizione della ghiandola e della assenza di sintomi iniziali, la diagnosi come detto avviene in uno stadio avanzato della malattia; meno del 2% dei soggetti con adenocarcinoma riesce a sopravvivere per più di 5 anni dopo la stessa. Nonostante ciò, la diagnosi può essere effettuata mediante:
Successivamente alla conferma della presenza di tumore si procede ad eseguire ulteriori accertamenti per verificare se le cellule tumorali si sono diffuse in altre parti dell’organismo, ovvero se sono presenti metastasi. Comprendere e classificare il tumore, ovvero stabilire la stadiazione è importante per scegliere il trattamento più idoneo. In particolare, il cancro del pancreas si classifica in diversi stadi:
Innanzitutto, la scelta del trattamento si basa su diversi fattori: età e condizioni generali del paziente e stadio del tumore.
L’unica speranza di cura risiede nell’intervento chirurgico, ma purtroppo non è possibile eseguirlo in tutti i casi; risulta essere “risolutivo” solo nei casi di diagnosi precoce, ovvero quando il tumore non si è ancora diffuso. Il trattamento chirurgico si basa sull’asportazione del pancreas o del pancreas e della prima porzione del duodeno ed è associato a chemioterapia e radioterapia.
Una conseguenza di questo tumore è l’ostruzione del flusso biliare che, viene temporaneamente “risolto”, mediante il posizionamento di un tubo nella parte inferiore del dotto deputato al drenaggio biliare dal fegato alla cistifellea. Mediante la somministrazione di aspirina o paracetamolo, invece, si cerca di alleviare il dolore anche se, nella maggior parte dei casi, sono necessari analgesici più potenti come la morfina.
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