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Tumore al cervello: pompa impiantabile per la chemioterapia

tumore al cervello

In America un team di ricercatori ha sviluppato una pompa che può essere impiantata, questa fornisce continuamente farmaci chemioterapici nei pazienti con tumore al cervello. In uno studio di fase 1 si sono sottoposti i pazienti alla terapia mentre stavano svolgendo le loro attività quotidiane.

Glioblastoma
Una radiografia della testa presa da uno scanner tomografico che mostra un tumore al cervello (glioblastoma).

Perché un dispositivo di questo tipo può risultare efficace?

Nel cervello i vasi sanguigni sono molto selettivi su quali sostanze far passare. Questa tipologia di protezione ematoencefalica permette di tenere fuori dall’organo: microbi e materiale estraneo. Purtroppo, a causa di questa barriera, la maggior parte dei farmaci non viene trasportata nei vasi sanguigni del cervello; tra questi troviamo i farmaci chemioterapici somministrati per via orale o per via endovenosa che penetrano solo a basse concentrazioni.

Nuovo studio in questione

Nello studio in questione, il team di ricerca ha testato un sistema di pompa impiantabile in grado di fornire farmaci chemioterapici direttamente nel cervello in modo continuativo, bypassando la protezione ematoencefalica. Inizialmente si è impiantata nell’addome del paziente una piccola pompa con un intervento chirurgico. In seguito si è alimentato un catetere sottile, sotto alla pelle, situato nella parte del cervello in cui si trova il cancro.

Lo scopo della ricerca sul tumore al cervello

Lo scopo principale della ricerca è che questa pompa possa continuare a fornire farmaci continuamente. Infatti, secondo necessità, il prototipo può essere acceso o spento in modalità wireless e riempito con un ago. Questa modalità di trattamento permette ai pazienti che lo ricevono di svolgere le loro attività quotidiane normalmente, senza essere consapevoli di quando la pompa è effettivamente accesa o spenta.

Analisi dei dati raccolti su pazienti con tumore al cervello

Nello studio, 5 pazienti (> 18 anni di età) con glioblastoma ricorrente hanno ricevuto l’impianto della pompa, sono stati trattati con il farmaco chemioterapico Topotecano ed un agente tracciante chiamato Gadolinio; quest’ultimo per far in modo che gli scienziati potessero misurare la concentrazione e la distribuzione del farmaco durante il test. Il Topotecano è citotossico per le cellule di glioma, ma è clinicamente inefficace a causa delle limitazioni nella somministrazione del farmaco. I pazienti hanno ricevuto trattamenti per 4 settimane consecutive, con un periodo di washout di 5-7 giorni. Le scansioni MRI effettuate nei giorni successivi dimostrano che il farmaco chemioterapico irrompe con successo nel tumore e nell’area circostante. Le biopsie post-trattamento hanno rivelato che il numero di cellule tumorali attive è diminuito in modo significativo, senza influenzare il tessuto cerebrale sano.

tumore al cervello
Risonanza magnetica seriale coronale T1-post contrasto per ciascun paziente in tempi selezionati durante e immediatamente dopo la prima infusione. Le regioni che migliorano il contrasto (iper-intense o luminose sulla risonanza magnetica) mostrano il volume di distribuzione del trattamento utilizzando il Gadolinio. I tempi sono: 0h (inizio dell’infusione), 14h, 24h, 48h (fine dell’infusione) e 72h (mentre il gadolinio inizia a scomparire). (B) Volume stimato di distribuzione del contrasto infuso tracciato in funzione del tempo e adatto ad una funzione γ per ciascun paziente. La linea verticale tratteggiata indica quando è avvenuta l’infusione – Credits: Lancet Oncology

Considerazioni sullo studio attuale

Il responsabile dello studio ha affermato che se il farmaco viene pompato lentamente (poche gocce all’ora), questo penetra nel tessuto celebrale. La concentrazione dei farmaci somministrati è di circa 1000 volte maggiore del trattamento con somministrazione endovenosa o orale. In più, si è notato che la pompa può rimanere in posizione per un lungo periodo di tempo, permettendo di somministrare dosi senza causare gli effetti collaterali che si riscontrano con la chemioterapia orale o endovenosa. L’analisi dei tessuti post-trattamento ha dimostrato che il Topotecano ha ridotto significativamente le cellule tumorali proliferanti in tutti e 5 i pazienti.

Conclusioni e prospettive future del trattamento

Per quanto promettente sia stato questo studio, il team afferma che il numero di pazienti testati finora è troppo esiguo per dimostrare un beneficio di sopravvivenza. Ulteriori studi sono giustificati per determinare l’effetto di questo approccio di somministrazione del farmaco sugli esiti clinici dei pazienti trattati.