È successo a Bologna, presso l’Ospedale Maggiore, dove una donna affetta da tumore al fegato e al colon è stata operata interamente da un robot sotto la supervisione di Elio Jovine, direttore del Dipartimento Chirurgico.
La protagonista è una donna di 61 anni con tumore del colon sinistro e metastasi epatiche multiple nella parte destra del fegato e, purtroppo, resistenti ai trattamenti chemioterapici, perciò l’unica soluzione era l’intervento.
Tuttavia, per non compromettere la qualità della vita della signora attraverso l’asportazione di enormi quantità di tessuto epatico non necessario, il dottor Javine ha preferito utilizzare un robot che, grazie alla sua velocità e precisione, era in grado di rimuovere solo il tessuto malato permettendo, così, una rapida ricrescita del fegato rimanente.
La tecnica ALPPS (in inglese, Associating Liver Partition and Portail Vein Ligation for Staged Hepatectomy) è utilizzata sui pazienti che presentano tumore epatico non resecabile, ovvero su cui non è possibile intervenire con la completa rimozione chirurgica del tessuto malato.
In cosa consiste? Ne parliamo con il prof. Michele Colledan, responsabile del Dipartimento Chirurgico dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo.
Vengono eseguiti 2 interventi a distanza di 9-10 giorni, nel primo il fegato viene diviso in parte sana e parte malata, mantenendo intatte le connessioni vascolari con eccezione del ramo della vena porta con l’obiettivo di sottrarre il nutrimento del tessuto malato.
Rispetto alla classica tecnica radiologica che prevede semplicemente l’occlusione della vena porta, in questo caso si ha la completa sezione del fegato così da eliminare tutte le connessioni tra le due metà e, soprattutto, questo tipo di trauma chirurgico favorisce una rigenerazione più rapida ed efficace della porzione di fegato che dovrà rimanere.
Dopo 1-2 settimane, si effettua il secondo intervento che consiste nella rimozione effettiva della parte di fegato malato, controllando l’emostasi.
Da recenti studi, è emerso come la chirurgia robotica presenti dei vantaggi rispetto ad un approccio tradizionale, in particolare:
[bquote by=”professor Jacques Mégevand ” other=”responsabile di Chirurgia Generale “] L’intervento con robot permette di preservare strutture muscolari e nervose per un rapido recupero e rientro alla vita quotidiana e lavorativa, ricordando, inoltre, un minor dolore post-operatorio[/bquote]