Recentemente, in Cina, la terapia CAR-T ha registrato un’efficacia promettente in uno studio preclinico per la cura del cancro gastrico. Partendo da questi risultati, è iniziata un’analisi intermedia di uno studio clinico di fase 1 in pazienti affetti da tumori gastrointestinali precedentemente trattati.
Sorprendentemente, è emerso che in questi pazienti il tumore si è ridotto. Questo esito suggerisce che la terapia con cellule CAR-T potrebbe diventare una valida opzione per i pazienti con tumori dell’apparato digerente.
I tumori di questa tipologia sono molteplici, tra questi troviamo quelli che interessano le zone dello stomaco, del colon, del pancreas e dell’esofago. Dunque, il cancro gastrointestinale interessa tutte le aree dell’apparato digerente.
I fattori di rischio principali sono:
La terapia con cellule CAR-T ha come obiettivo una proteina largamente espressa nelle cellule tumorali, specialmente in quelle del tratto gastrointestinale, ossia CLDN18.2.
CLDN18.2 è l’isoforma gastrica-specifica della proteina a giunzione stretta di CLDN18; essendo altamente espressa in più tipologie di tumori questo la rende un potenziale bersaglio per la terapia anti-tumorale. L’anticorpo monoclonale Zolbetuximab è il primo trattamento mirato a CLDN18.2 in fase di sviluppo clinico.
I pazienti con tumori gastrointestinali, inclusi il cancro gastrico ed il cancro del pancreas, hanno generalmente una prognosi sfavorevole, con opzioni di trattamento limitate.
La terapia con cellule CAR-T è un’immunoterapia in cui le cellule T di un paziente vengono modificate in modo che possano riconoscere e uccidere le cellule tumorali. Questa terapia, inoltre, è approvata per il trattamento di tumori ematologici, come la leucemia. Purtroppo, il potenziale della terapia CAR-T nel trattamento dei tumori solidi rimane difficile da capire perché vi sono delle difficoltà nel trattamento di questa tipologia di cancro.
Il nuovo studio si pone l’obiettivo di verificare l’efficacia e la sicurezza clinica di questo nuovo approccio in pazienti affetti da cancro gastrointestinale.
Nelle analisi iniziali dello studio clinico di fase 1 sui linfociti CAR-T mirati a CLDN18.2 sono stati reclutati pazienti adulti (età media di 53 anni) con tumori avanzati dell’apparato digerente i cui tessuti tumorali esprimevano CLDN18.2 come confermato dall’immunoistochimica (IHC); nel dettaglio: 37 pazienti in totale, 28 con cancro gastrico o adenocarcinoma, 5 con cancro al pancreas e 4 con altri tipi di tumore all’apparato digerente.
In particolare, l’obiettivo principale è stato quello di valutare un profilo di sicurezza accettabile dopo la prima infusione di cellule CAR-T, in questo senso non sono state osservate tossicità predefinite.
Il secondo obiettivo riguardava l’efficacia del trattamento, il tasso di risposta globale ed il tasso di controllo della malattia sono stati rispettivamente: 48,6 % e 73,0 % in tutti i pazienti trattati e, nello specifico, 57,1 % e 75,0 % nei pazienti con cancro gastrico. Dunque, si è ottenuta una visibile riduzione del cancro trattato. Questi dati danno nuove informazioni sull’utilizzo delle cellule CAR-T per il trattamento dei tumori solidi e ne dimostrano l’efficacia.
I risultati ottenuti sono molto incoraggianti, questo perché attualmente i pazienti con questa tipologia di tumori hanno poche e opzioni per la cura della patologia.
Lo studio risulta ancora in una fase iniziale e sarà necessario condurre studi clinici su ampia scala prima che le terapie con cellule CAR-T possano essere utilizzate quotidianamente per la cura dei tumori gastrointestinali, ma i dati raccolti fanno ben sperare che in futuro questa terapia possa garantire un trattamento più efficace ai pazienti colpiti da questa tipologia di cancro molto aggressivo.