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Uber, IDEO e Bloomberg: primo giorno del NECST a San Francisco

NECSTLab da UBER

Dopo essersi lasciati Orlano alle spalle, il NECST Lab approda a San Francisco, in California, dove l’agenda si presenta davvero molto fitta di impegni: i ragazzi, infatti, saranno impegnati in visite di aziende del settore (e non solo). Le aziende non solo presenteranno se stesse tramite brevi talk, ma avverrà anche una diretta condivisione di informazioni tra impiegati ed i dottorandi/studenti, per indirizzarli e consigliarli al meglio nel campo lavorativo desiderato.

Questa sorta di “crossfertilizzazione“, come viene definito dal coordinatore del laboratorio Marco Santambrogio, è l’attività chiave, ossia puntare a fare ricerche mirate, per poi divulgarle non solo in chiave teorica tramite talk come avvenuto ad Orlando, ma soprattutto attivamente nel campo.

1 Giugno: NECST e UBER, IDEO, Bloomberg

NECSTLab da UBER
NECST Lab da UBER

Ha inizio la reale esperienza che caratterizza il NGC: conoscere le aziende e promuoversi. Durante l’intera giornata la permanenza è rimasta a San Francisco, dove la prima tappa è stata UBER, nota azienda che fornisce un servizio di trasporto automobilistico privato, grazie ad una app che collega direttamente il passeggero all’autista. La presentazione dell’azienda ha toccato diverse tematiche, dal machine learning alla AI. Fondendo matematica, tecnologia e immaginazione, l’azienda Uber ha registrato una crescita esponenziale, imponendo la propria presenza in 81 paesi, 563 città e con più di 12.000 lavoratori, garantendo inoltre un servizio sempre più sicuro rispetto ai normali taxi grazie al monitoraggio costante del viaggio.

“Presentazione molto bella” spiega Marco Arnaboldi, studente della magistrale in ingegneria informatica al Polimi “Molto tecnica la seconda parte; se non si aveva un background sul machine learning non si poteva capire tutto appieno, però fanno cose interessanti, le loro tecnologie sono molto “rocket science”, cioè comunemente “roba che spacca”. Molti argomenti sono anche quelli che si vedono in università, ma l’aspetto importante è che non avresti mai pensato di utilizzarla in una determinata maniera, hanno quindi dimostrato che non c’è bisogno di reinventare, ma solo implementare in un contesto diverso da quello visto fino ad oggi.”

La seconda tappa è stata decisamente diversa dal solito, nonché distante dall’ambito di lavoro del Lab: la IDEO, infatti, è una delle aziende di design del prodotto più famose al mondo. Con sedi sparse in tutto il mondo, SF, Londra, Chicago, Munich, New York, Palo Alto, Shanghai e Tokyo, la IDEO sfrutta il “design thinking” per la realizzazione di prodotti, servizi, ambienti ed esperienze digitali. Nonostante si occupino di design, molti componenti per robotica o informatica sono pensati e progettati da loro, basando la loro ideologia sullo spingersi sempre oltre i limiti ed accettare ogni challenge che viene proposta dai clienti, oltre che supportare i successi dell’intero team e spronarsi vicendevolmente; non a caso il concetto più rappresentativo è proprio quello del “embrace ambiguty”, ossia accogliere ogni proposta e trovarvi una soluzione. In particolare, la sede di Paolo Alto è specializzato anche nel design e progettazione di dispositivi biomedicali, come le pompe per insulina, o più in generale health products.

Sede IDEO
Sede IDEO

Il terzo ed ultimo appuntamento è stato da Bloomberg, una multinazionale leader nel settore dei mass media, fondata nel 1981 dall’ex sindaco di New York, Michael Bloomberg. Lo scopo dell’azienda è di fornire strumenti software per l’analisi di dati finanziari, fungendo da piattaforma di scambio e di equity e fornendo notizie per le società finanziarie e organizzazioni in tutto il mondo, attraverso il Bloomberg Terminal.
In questo contesto, due dei ragazzi del NECST Lab hanno tenuto un talk: Rolando Brondolin e Anna Maria Nestorov, il cui talk era già stato presentato anche durante la prima giornata di IPDPS ad Orlando.

“La presentazione da Bloomberg è stata spaventosamente terrificante” spiega Rolando, PhD al Polimi “Avevo abbastanza in mente la presentazione ma non ero totalmente sicuro, ma dopo aver visto che il pubblico mi seguiva ho preso confidenza ed è andata via abbastanza bene. Mi hanno comunque fatto due domande abbastanza interessanti: la prima è stata relativa al tipo di input che riceve l’applicazione, domanda molto intelligente su cui si potrebbero fare lavori futuri o almeno studiare come si comporta il sistema in questo caso. La seconda domanda era riferita ad un aspetto del framework, relativa all’aspetto delle policy, ma è un ambito che riguarda più l’utente rispetto a quel che facciamo noi”. 

Bloomberg
Bloomberg

Anna invece afferma “Ero molto agitata, perché essendo questo l’ambito finanziario, l’ambito in cui io stessa lavoro, mi aspettavo commenti e domande strane, però alla fine sono state domande che mi aspettavo. Lavorare in un ambiente così mi piacerebbe tantissimo, avrei fatto molto volentieri un periodo di traineeship in questa azienda!”