Un farmaco contro l’insufficienza cardiaca potrebbe offrire nuove speranze per il cancro ovarico
![Nuove possibili speranze per il cancro ovarico (Depositphotos foto)](https://www.biomedicalcue.it/wp-content/uploads/2025/02/Nuove-possibili-cure-per-il-cancro-ovarico-Depositphotos-foto-1024x592.jpg)
Nuove possibili speranze per il cancro ovarico (Depositphotos foto) - www.biomedicalcue.it
Un farmaco approvato per l’insufficienza cardiaca mostra risultati promettenti contro il carcinoma ovarico più letale.
Chi avrebbe mai pensato che un medicinale usato per l’insufficienza cardiaca potesse avere un ruolo nella lotta contro uno dei tumori più mortali per le donne? Eppure, la scienza è piena di sorprese. Spesso, farmaci nati per trattare una malattia finiscono per essere utili in contesti completamente diversi.
Questo fenomeno, chiamato ripositioning o riposizionamento dei farmaci, sta diventando una strategia sempre più popolare nella ricerca medica. E sembra che questa volta ci sia qualcosa di davvero interessante all’orizzonte.
Il cancro ovarico è una delle sfide più dure della ginecologia oncologica. I numeri parlano chiaro: ogni anno più di 300.000 donne ricevono questa diagnosi e, purtroppo, circa 200.000 non ce la fanno. La variante più insidiosa è il carcinoma sieroso di alto grado (HGSOC), un tumore che non solo è aggressivo, ma resiste anche ai trattamenti tradizionali e tende a tornare anche dopo un’apparente guarigione.
Il problema con l’HGSOC è che non dà segni di sé nelle fasi iniziali. Quando i sintomi si fanno sentire, spesso è già troppo tardi: il tumore si è diffuso nella cavità addominale e la battaglia diventa molto più complicata. Anche con le terapie standard, basate su chemioterapia con platino e taxani, l’80% delle pazienti affronta una recidiva entro cinque anni. Insomma, la situazione non è delle più rosee.
Un farmaco per il cuore fa sperare nella cura del cancro ovarico
Ed è proprio in questo scenario che entra in gioco un farmaco decisamente inaspettato: il colforsin daropate. Utilizzato dagli anni ’90 per trattare l’insufficienza cardiaca acuta, ora sta attirando l’attenzione dei ricercatori del Penn Ovarian Cancer Research Center. I primi test di laboratorio suggeriscono che questo farmaco potrebbe avere effetti sorprendenti sul carcinoma sieroso di alto grado. In particolare, sembra che il colforsin daropate riesca a uccidere le cellule tumorali e a ridurre le dimensioni dei tumori quando usato insieme al cisplatino, uno dei farmaci chemioterapici più comuni.
Il trucco sta nella sua capacità di bloccare la proteina MYC, che è iperattiva in molti tumori ovarici aggressivi. Questa proteina aiuta le cellule tumorali a crescere e sopravvivere, ma il colforsin daropate sembra riuscire a metterla fuori gioco. E la cosa più interessante è che lo fa senza intaccare i tessuti sani, un dettaglio che fa davvero la differenza quando si parla di trattamenti oncologici.
![Illustrazione di un cancro ovarico (Depositphotos foto)](https://www.biomedicalcue.it/wp-content/uploads/2025/02/Illustrazione-di-un-cancro-ovarico-Depositphotos-foto.jpg)
Risultati incoraggianti, ma la strada è ancora lunga
I risultati dei test preclinici sono stati pubblicati su Science Signaling e, a quanto pare, le cose stanno andando piuttosto bene. Nei modelli animali e nelle colture cellulari, il colforsin daropate non solo ha rallentato la crescita dei tumori, ma ha anche aumentato la sopravvivenza dei soggetti trattati. Una scoperta particolarmente interessante riguarda il modo in cui il farmaco agisce sugli sferoidi tumorali, quei piccoli agglomerati di cellule cancerose che si staccano dal tumore principale e si diffondono nell’addome. Il colforsin sembra rendere questi sferoidi meno compatti, riducendo la loro capacità di attaccarsi ai tessuti e, quindi, facilitando l’azione della terapia.
Detto ciò, bisogna essere cauti. Anche se i risultati sono promettenti, il colforsin daropate è ancora in fase sperimentale e non è stato ancora testato su pazienti umani con cancro ovarico. Tuttavia, il fatto che sia già approvato per l’uso cardiologico potrebbe velocizzare l’avvio degli studi clinici. I ricercatori sono ottimisti e sperano che questo farmaco possa davvero diventare una nuova opzione per le donne che combattono contro questa terribile malattia.