L’ictus rappresenta una delle principali cause della disabilità, dovuta alla limitata abilità del cervello di rigenerare i tessuti danneggiati. Dopo l’ictus, un’aumentata risposta infiammatoria e immune, insieme a angiogenesi e crescita neuronale severamente limitate, creano una zona priva di tessuto cerebrale normale.
Negli ultimi anni sono stati provati dei tessuti angiogenici per riparare i tessuti danneggiati attraverso la creazione di nuove reti vascolari, ma mancava di capire come questi materiali angiogenici possono rigenerare i tessuti cerebrali e promuovere la riparazione neurale.
Un nuovo studio, pubblicato su Nature Materials da Lina R. Nih e colleghi, dimostra che un biomateriale angiogenico ingegnerizzato, rilasciato direttamente nella zona interessata, promuove la formazione di tessuto de novo, risultando in una rete assonale lungo i capillari generati. Questo tessuto rigenerato ristabilisce le funzionalità attraverso la rete neuronale ricreata laddove prima era presente il tessuto morto e stabilisce una nuova strada da percorrere nel campo dei materiali angiogenici per riparare i tessuti cerebrali danneggiati dalle diverse altre malattie.
L’ictus è un danno cerebrale causato dalla mancanza di afflusso sanguigno. Se questa mancanza è dovuta alla chiusura di un’arteria, si parla di infarto cerebrale (o ictus ischemico), che è la forma più frequente. Se, invece, è dovuta alla rottura di un’arteria, si parla di emorragia cerebrale (o ictus emorragico). Quest’ultima è la forma più grave, poiché nel 50% dei casi porta alla morte.
L’ictus è generalmente causato dall’ipertensione arteriosa prolungata sulle pareti dei vasi, solitamente le arterie del collo (le carotidi), oppure un’arteria cerebrale.
Le conseguenze dipendono dalla parte del cervello che viene danneggiata: si possono avere difficoltà di movimento, di linguaggio o di pensiero. Ad oggi, il maggior strumento per contrastare l’ictus è la prevenzione, fatta controllando periodicamente le arterie e la pressione sanguigna e attraverso un trattamento farmacologico per contrastare l’ipertensione. Per quanto riguarda il post-ictus, invece, quando si palesa un danno cerebrale, potrebbe non esserci un pieno recupero delle funzionalità perse.
L’angiogenesi crea una rete vascolare che porta alla crescita e alla maturazione del sistema nervoso, ma la manipolazione terapeutica dell’angiogenesi è problematica. Nih et al. nel loro studio hanno dimostrato che immettere il biomateriale angiogenico direttamente nel tessuto cerebrale morto può effettivamente stimolare l’angiogenesi e la riparazione dei tessuti danneggiati. Per far ciò è stato scelto un idrogel amorfo non fibroso composto da acido ialuronico, che è servito come scaffold su cui costruire una matrice extracellulare artificiale per promuovere la riparazione del cervello post-ictus.
Sebbene lo studio sia stato effettuato sui topi, appare un’evidenza di recupero funzionale, attraverso la creazione di nuove reti neurali. Perciò questo nuovo biomateriale genera una rete vascolarizzata di connessioni neurali rigenerati laddove prima c’era il tessuto morto e crea le basi per l’uso di materiali angiogenici per riparare tessuti danneggiati da diversi tipi di malattie neurologiche.