USA, previsti 1 milione di nuovi casi di demenza all’anno entro il 2060
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Demenza senile, la ricerca americana (Canva Foto) - www.biomedicalcue.it
Arrivano nuovi dati allarmanti sulla demenza negli USA: rischio raddoppiato e un milione di nuovi casi previsti entro il 2060. Cosa succede?
La demenza senile ha un impatto crescente sulla vita di milioni di persone in tutto il mondo. Questa condizione, caratterizzata da un declino progressivo delle funzioni cognitive grava pesantemente sui sistemi sanitari e sulle famiglie.
Un nuovo studio ha rivelato dati allarmanti sulla diffusione della demenza negli Stati Uniti. I risultati indicano un rischio maggiore di quanto si pensasse in precedenza, con implicazioni possibili per il futuro.
L’aumento dei casi di demenza è un fenomeno che non dipende solo dall’invecchiamento della popolazione. Comprendere questi fattori è fondamentale per sviluppare strategie efficaci di prevenzione e assistenza.
Vediamo quali sono i risultati dello studio, i fattori di rischio associati alla demenza e le possibili strategie per affrontare questa patologia. Ecco cosa ha rivelato questa ricerca americana sulla demenza!
Cosa ha rivelato la ricerca
Un nuovo studio condotto negli Stati Uniti ha rivelato che il rischio di sviluppare demenza dopo i 55 anni è del 42%, più del doppio di quanto si stimasse in precedenza. Questo dato si traduce in circa mezzo milione di nuovi casi quest’anno, con una previsione di un milione all’anno entro il 2060. Tra i fattori della demenza troviamo la predisposizione genetica, l’ipertensione, il diabete, l’obesità, una dieta poco sana, la mancanza di esercizio fisico e problemi di salute mentale.
I ricercatori spiegano che le precedenti stime del rischio di demenza erano inferiori perché la malattia veniva documentata in modo impreciso nelle cartelle cliniche e nei certificati di morte, i casi iniziali non venivano monitorati e i casi tra le minoranze, più vulnerabili, erano sottostimati. Quali sono i risultati ora?
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I risultati
Questo studio è frutto di una collaborazione tra il National Institutes of Health e la NYU Langone Health, con la partecipazione di esperti della Johns Hopkins University e altre istituzioni. La ricerca si basa sui dati dello studio ARIC-NCS, che dal 1987 segue la salute vascolare e le funzioni cognitive di quasi 16.000 persone. ARIC-NCS è anche lo studio più lungo mai condotto su afroamericani riguardo a cognizione e salute cardiaca.
Lo studio, pubblicato su Nature Medicine, conclude che dal 1987 al 2020, 3.252 partecipanti hanno sviluppato demenza. Questo corrisponde a un rischio di demenza nell’arco della vita del 42% per gli americani di mezza età, con il 35% per gli uomini e il 48% per le donne. Il rischio maggiore per le donne è dovuto alla loro minore mortalità. Gli autori dello studio hanno indicato la necessità di ridurre la gravità dei casi e fornire più servizi sanitari. Implementare strategie e interventi che possano rallentare la progressione della malattia e migliorare la qualità della vita dei pazienti, con aumenti delle risorse, del personale specializzato e delle strutture adeguate per garantire un’assistenza completa e di qualità a un numero sempre maggiore di persone affette da demenza. La notizia arriva da sciencedaily.com.