Siamo a poche ore dall’inizio del V-day, giornata simbolica per l’inizio della campagna di vaccinazione anti-covid. Il furgone, partito dal Belgio e contenente le fiale di vaccino anti-covid, è giunto nella giornata di ieri presso lo Spallanzani, ospedale simbolo della lotta contro il coronavirus. Le forze dell’ordine hanno scortato il camion, nel lungo tragitto, per assicurarsi che le 9750 dosi arrivassero correttamente a destinazione. Le dosi di vaccino anti-covid, in Italia, sono state suddivise per essere consegnate dai militari, nei diversi punti del territorio nazionale, per l’avvio della campagna vaccinale in programma. “Intravediamo il primo spiraglio di luce dopo una lunga notte” annuncia il Commissario per l’Emergenza Domenico Arcuri parlando di un giorno “simbolico ed emozionante“.In Italia, sono 21 i siti predisposti per la somministrazione del nuovo vaccino della Pfizer-BioNTech. Lo slogan simbolo sarà: “L’Italia rinasce con un fiore”. Infatti, i padiglioni per le vaccinazioni avranno un moderno design, ispirato ad una primula.
L’esercito distribuirà le dosi di vaccino anti-covid in 21 siti, su tutto il territorio nazionale. Almeno uno per ogni regione. Il sito individuato nel Lazio sarà l’ospedale Lazzaro Spallanzani. Qui, si effettueranno le prime 5 somministrazioni di vaccino anti-covid in Italia: un’infermiera, un operatore sanitario, una ricercatrice e due medici. Nonostante il piano preveda circa un sito per le vaccinazioni per ogni regione, in Lombardia le dosi, giunte all’ospedale Niguarda di Milano, saranno somministrate in 14 siti, tra cui Alzano e Codogno. Infatti, l’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera, presentando il piano vaccinale regionale ha spiegato: “Tutta la Lombardia è stata percorsa dal virus e tutti gli ospedali hanno dato grandi prove.
Abbiamo deciso di avviare la campagna in maniera diffusa in tutti i luoghi simbolo, tra cui l’ospedale di Alzano e Codogno”. E ed è proprio la Lombardia a ricevere il più alto numero di dosi , la regione più colpita dalla pandemia: 1.620 dosi suddivise in 324 fiale. Immediatamente dopo c’è l’Emilia Romagna, con 975 dosi, il Lazio, 955, il Piemonte, 910 e il Veneto, 875.
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La maggior parte delle regioni ha scelto come testimonial della campagna una donna: dottoresse, infermiere e operatrici sanitarie che da mesi combattono in prima linea. Nel Lazio, Claudia Alivernini, infermiera 29enne che lavora nel reparto malattie infettive dello Spallanzani e in questi mesi di emergenza ha fatto parte delle squadre Uscar, che hanno assistito e curato a domicilio molti anziani. “È un atto d’amore e di responsabilità nei confronti della collettività, con orgoglio rappresento tutti gli operati sanitari che come me sono stati in prima linea”.
La Lombardia sceglie due lavoratrici del Niguarda di Milano. L’operatrice socio-sanitaria Adele Gelfo e l’addetta alle pulizie Grazia Presta e un’infermiera del reparto di rianimazione dell’ospedale di Codogno. In Liguria tocca, invece, a Gloria Capriata, infermiera della Rianimazione del Policlinico San Martino. “Faccio il vaccino in tutta tranquillità e con orgoglio vacciniamoci, è un gesto importante”. Anche il primo vaccinato a Napoli è una donna. Il medico del pronto soccorso del Cardarelli, Filomena Ricciardi. In Puglia, a ricevere la prima dose al Policlinico di Bari è Lidia Dalfino, 52 anni, rianimatrice e coordinatrice della terapia intensiva Covid. Ma il vaccino in questo primo giorno di somministrazione non è solo per gli ospedali: protagonisti, come anticipato, sono anche gli operatori delle Rsa.
Dopo il V-day, una volta terminate le prime 9750 dosi, il vaccino anti-covid sarà prima destinato a circa un milione di operatori sanitari, per quanto riguarda l’Italia. Dunque, a medici, infermieri e oss, che ogni giorno sono in “prima linea” nella lotta al coronavirus e, perciò, molto più esposti al contagio. La priorità sarà di chi lavora nei pronto soccorso, nei reparti di pneumologia, terapia intensiva, in quelli di malattie infettive e agli operatori che si muovono sul territorio a bordo di ambulanze. Successivamente, il vaccino spetterà agli ospiti delle strutture assistenziali come Rsa e case di riposo, tra le categorie più colpite e in cui si è registrato il maggior numero di morti. Conclusa la prima fase, le altre dosi di vaccino anti-covid spetteranno al resto della popolazione, dal nord al sud dell’Italia, dando la precedenza ai soggetti più a rischio: anziani e/o con patologie pregresse. Ma non sarà questo l’unico criterio da seguire. Alcuni scienziati italiani hanno studiato un modello matematico capace di valutare il criterio di distribuzione dei vaccini, di prevederne le conseguenze e di ottimizzarne l’efficacia. Infatti, bisogna tener presente che per limitare i decessi, risulta fondamentale contenere i contagi.
Il commissario straordinario Arcuri assicura che il vaccino anti-covid, in Italia, ci sarà per tutti. Il bel Paese ha, infatti, opzionato 202.573.000 dosi di vaccino, ma, sottolinea Arcuri, “non arriveranno più in 15 bensì in 21 mesi”. Infatti, aggiunge, “Sanofi, che doveva fornire 40 milioni di dosi nel terzo e quarto trimestre del 2021, ha un ritardo e le darà nel secondo e terzo trimestre del 2022“. Il ministro Speranza chiarisce: “Se tutti i processi autorizzativi andassero a buon fine, l’Italia potrebbe contare sulla disponibilità delle seguenti dosi:
“Sono, però, numeri subordinati a processi autorizzativi che non sono ancora completati” ha detto, ancora, il ministro.
È bene ricordare, a poche ore dal V-day, che sono necessarie ben due dosi di vaccino affinché ci sia copertura totale. Sulla durata dell’immunità non si hanno ancora notizie precise, nonostante uno studio abbia evidenziato una durata dell‘immunità di almeno 8 mesi. Insomma, è tutto ancora molto incerto, ma nei prossimi mesi avremo certamente le prime conferme.