Il 2 dicembre 2020 il Regno Unito approva il vaccino sviluppato dall’industria Pfizer-BioNTech contro il Covid-19. Proprio questa mattina, martedì 8 dicembre, all’ospedale Universitario di Coventry viene somministrata la prima dose al mondo ad un’anziana signora di 90 anni dell’Irlanda del Nord: Margaret Keenan. Per il Primo Ministro britannico Boris Johnson è un trionfo, si tratta del primo paese ad aver dato inizio ad una vaccinazione di massa contro il Covid-19. Quella di Londra è stata una scelta fortemente sconsigliata dall’Agenzia Europea per i Medicinali e che desta una certa perplessità tra i Paesi dell’Unione.
La procedura adottata da UK è infatti un’autorizzazione d’emergenza. Questa operazione è stata resa possibile dalle disposizioni europee in vigore dal 1 gennaio secondo cui tutti i paesi europei possono rilasciare autorizzazioni di emergenza, come vaccini e medicinali, in caso di crisi sanitaria. Tuttavia, gli altri 27 stati dell’Unione europea hanno deciso di attendere le verifiche con le consuete tempistiche dettate dall’Ema. I motivi per cui l’Agenzia Europea per i Medicinali ha fortemente scoraggiato l’autorizzazione d’emergenza sono essenzialmente due:
Per queste ragioni l’Ema ha scelto una procedura che porta ad approvazione condizionata, in modo da ridurre le tempistiche senza rinunciare alla sicurezza.
Il Regno Unito ha già ordinato 40 milioni di dosi, utili per immunizzare 20 milioni di persone. Per raggiungere la piena efficacia del vaccino è necessaria la somministrazione di 2 dosi a distanza di 21 giorni l’una dall’altra. L’immunità completa inizia circa 7 giorni dopo la seconda iniezione, anche se si è parzialmente protetti già 12 giorni dopo la prima.
Ad oggi gli effetti collaterali del vaccino contro il covid-19 osservati sono due: dolore al braccio e mal di testa, entrambi svaniti dopo un paio di giorni. Le donne in gravidanza sono ancora escluse dalla vaccinazione per mancanza di trials clinici che ne accertino la sicurezza. Nel caso si verificassero altre reazioni avverse, queste verranno segnalate durante il corso dell’immunoprofilassi.
Nonostante in Italia il dibattito sulle categorie “preferenziali” alla somministrazione del vaccino sia ancora molto acceso, al momento il Regno Unito ha delineato il suo piano d’azione nella seguente maniera:
Gli organismi dell’Ue avevano insistito affinché nessuno chiedesse una procedura d’emergenza che potesse dividere l’Unione. Per questo motivo la scelta di Londra è sembrata una rivendicazione del successo della Brexit: secondo Bruxelles si tratta solamente di propaganda. Ciononostante, fino al 31 dicembre il Regno Unito è un Paese membro dell’Unione europea: ricade quindi sotto responsabilità dell’Ema dare il via libera alla commercializzazione.
Oggi ci sono 11 vaccini nell’ultima fase di sperimentazione. I più noti sono per l’appunto quello di Pfizer-BioNTech e quello prodotto dalla casa farmaceutica Moderna, entrambi vaccini a mRNA. Anche il vaccino di AstraZeneca-Università di Oxford è in fase finale, utilizzando però un vettore vaccinale con un’efficacia media del 70%. Sempre sul vettore vaccinale si basa lo Sputnik V, il vaccino russo con un’efficacia stimata tra il 92 e il 95%.