Quando si parla di ipertrofia prostatica si fa riferimento a una patologia benigna che interessa la ghiandola prostatica: abbiamo voluto approfondire questo argomento con il dottor Andrea Cocci.
In presenza di ipertrofia prostatica, si ha a che fare con un aumento anomalo delle dimensioni della ghiandola che è il risultato di una proliferazione del tessuto prostatico. Stiamo parlando di un disturbo abbastanza diffuso che colpisce in modo particolare gli uomini adulti dai 40 anni di età in poi. A mano a mano che gli anni passano, infatti, le dimensioni della prostata subiscono un cambiamento naturale, determinato da vari fattori di crescita e cambiamenti ormonali. In sintesi, l’ipertrofia prostatica benigna è una caratteristica peculiare del fisiologico processo di invecchiamento. La conseguenza più evidente è rappresentata da un aumento delle dimensioni che provoca problemi urinari abbastanza importanti. Con il passare del tempo è stata messa a punto una cura specifica per l’ipertrofia prostatica che ha determinato un cambiamento importante nel quadro degli interventi mini-invasivi: il riferimento è alla cosiddetta Aquablation.
Conosciuta anche con il nome di vaporizzazione ad acqua, la procedura di Aquablation rappresenta una tecnica per il trattamento chirurgico dell’ipertrofia prostatica di tipo mini-invasivo. Si tratta di una vera e propria innovazione che non ha pari nel settore, indicata come metodo ablativo di tipo sexual sparing. La differenza in confronto a un trattamento chirurgico tradizionale è evidente sotto molti punti di vista. In primis le tecniche classiche prevedono l’enucleo resezione prostatica attraverso il ricorso a fonti energetiche che comportano lo sviluppo di temperature molto alte. Il problema è che queste temperature rischiano di danneggiare le strutture nervose che si trovano nei dintorni della ghiandola o possono dare vita a sintomi irritativi flogistici.
Niente di tutto questo avviene con la tecnica Aquablation, che si basa sulla pressione che viene prodotta da un getto di acqua che è concentrato in un’area di tessuto di piccole dimensioni. Grazie al getto, il tessuto prostatico patologico viene vaporizzato, e non ci sono conseguenza di alcun tipo per i tessuti limitrofi, né dal punto di vista meccanico né dal punto di vista termico. Pertanto, si riducono in maniera significativa le tipiche manifestazioni temporanee di disuria che si verificano, invece, usando le tecniche classiche. I vantaggi sono evidenti, dal momento che si minimizza la degenza successiva all’intervento e diminuiscono anche i tempi di cateterizzazione.
C’è anche un’altra conseguenza importante nel passaggio dalle tecniche tradizionali alla vaporizzazione ad acqua: non ci si deve più preoccupare della perdita dell’eiaculazione permanente. Proprio perché la tecnica di Aquablation non provoca danni di alcun genere alle strutture circostanti, è possibile procedere con una precisa ablazione dell’adenoma patologico da cui dipendono i sintomi urinari. Ciò determina una significativa diminuzione del rischio di eiaculazione retrograda, a beneficio del paziente sia per la sua salute che per la sua qualità della vita.
Quella che viene garantita dalla vaporizzazione ad acqua ha tutte le carte in regola per poter essere considerata una cura definitiva per l’ipertrofia prostatica. Tutto questo è possibile grazie a un complesso robotico che è altamente e totalmente robotizzato, finalizzato alla navigazione computerizzata in grado di abbinare la visione endoscopica diretta e l’acquisizione guidata ecograficamente di immagini in tempo reale. Attraverso il sistema viene prodotto un getto di acqua di precisione molto elevata grazie a cui è possibile diminuire le complicanze che hanno a che fare con l’errore umano e la tecnica chirurgica. Ma ci sono anche altri benefici, dal momento che le tempistiche intraoperatorie vengono ridotte ad alcuni minuti: tutto questo si concretizza in un più basso rischio anestesiologico.
Il dottor Andrea Cocci è esperto di urologia, di andrologia, di chirurgia ricostruttiva e di chirurgia robotica. Nel corso della sua carriera ha capito che uno stesso disturbo può avere effetti molto diversi a seconda della persona che ne è colpita. Proprio per questo motivo, la sola strada che si può percorrere è quella di assicurare al paziente una professionalità aggiornata e molto elevata, in modo da cogliere le sue esigenze e le sue aspettative.