Vitamina B6, dosi eccessive possono causare formicolio e intorpidimento
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Alimenti ricchi di vitamina B6 (Depositphotos foto) - www.biomedicalcue.it
Presta sempre attenzione al quantitativo di vitamina B6 che assumi. Gli effetti collaterali sono davvero disagianti e le conseguenze possono essere serie
La vitamina B6 figura tra i nutrienti essenziali, necessario all’uomo per lo svolgimento delle funzioni dell’organismo che, tuttavia, lo stesso non è in grado di produrre autonomamente. Il nutriente deve quindi essere assunto dall’esterno, mediante l’assunzione di determinati alimenti, tra i quali carne e derivati di origine animale.
Attraverso la dieta è possibile assicurarsi un sufficiente apporto di vitamina B6 anche con il consumo di vegetali, come ad esempio patate, cavoli e spinaci, o banane per quanto riguarda la frutta. Se assunta attraverso l’alimentazione, tuttavia, la vitamina risulta inattiva, ossia impossibile da assimilare per il corpo.
Il suo utilizzo è possibile unicamente grazie alla trasformazione del nutriente essenziali nel PLP (piridossalfosfato), che avviene mediante l’azione del fegato. Una volta introdotta ed assimilata, la vitamina B6 consentirà un importate ausilio al nostro organismo, assistendolo nel corso di svariate funzioni cellulari, oltre 140.
Gli esperti indicano come un soggetto adulto, compreso nella fascia d’età che va dai 19 ai 50 anni, necessità di assumere un quantitativo giornaliero di vitamina B6 pari a 1,3 mg; la stessa dovrà, inevitabilmente, diminuire nei casi riguardanti bambini, anziani o donne in stato interessante.
I rischi associati ad un’elevata assunzione
I benefici evidenziati riguardano anche una ribassata probabilità d’insorgenza di infiammazioni e cancro; per quanto concerne, invece, le controindicazioni e la tossicità generale della vitamina, queste appaiono come molto rare, soprattutto se vengono assunte dal proprio organismo mediante una dieta, grazie alla sua proprietà idrosolubile, che permette una facile espulsione attraverso l’urinazione, anche nel caso in cui sia il nutriente sia stato assunto in eccesso.
L’accumulo nel sangue di una quantità elevata, però, non è una possibilità completamente pari allo zero. La condizione che ne viene scaturita è nota come neuropatia periferica, che si presenta soltanto in determinati soggetti ed è associata all’incapacità di funzionamento o al danno dei nervi sensoriali, che generano nel soggetto un senso di formicolio, intorpidimento e difficoltà nell’equilibrio. Gli studiosi non sono ancora riusciti a risalire alla causa legata al malfunzionamento dei nervi sensoriali, né a comprendere perché la problematica sopraggiunga soltanto in alcune persone.
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La correlazione resta ancora dubbia
L’accumulo di vitamina B6, nei casi più gravi, può addirittura portare a sviluppare danni permanenti ed irreparabili ai nervi. Il settore medico, data la correlazione tra la neuropatia periferica e l’assunzione di dosi elevate della vitamina, aveva introdotto l‘obbligo di avviso sull’etichetta dei prodotti, come integratori, contenenti oltre 50 mg di vitamina B6; il limite è valso fino al 2022, quando la Therapteutic Goods Administration ha abbassato la soglia significativamente, a 10 mg.
C’è un motivo dietro a questo cambiamento? Si ed è correlato ad approfondite revisioni svolte dalla TGA in merito al consumo medio di vitamina B6 nei pazienti che hanno sviluppato neuropatia periferica; è emerso, mediante l’analisi di 32 segnalazioni, che circa i due terzi delle persone interessate avevano comunque assunto dosi quotidiane inferiore al limite precedentemente imposto – ossia 50 mg. Per questo, non è stato possibile comprovare l’effettività di una dose minima consigliata; la TGA, dal canto suo, ha riconosciuto come il rischio possa variare da persona a persona, sollecitando i consumatori a leggere attentamente l’etichetta del prodotto che si sta acquistando. La scienza non è ancora riuscita a fornire le risposte sperate, per questo procedere con cautela nel caso di assunzione del nutriente, risulta fondamentale. Lo scrive ScienceAlert.