“Copriti che fa freddo”, “mi raccomando: metti la maglia della salute”, “chiudi la finestra che fa corrente”, “non uscire con i capelli bagnati”, “abbassa l’aria condizionata che così altrimenti mi ammalo”. Sono solo alcune delle frasi che ripetiamo o ci siamo sentiti dire spesso. L’insegnamento ci è arrivato dai nostri genitori, dai nonni o anche da qualche amico: meglio stare attenti a tutte queste fonti di pericolo. Sembrerebbe infatti che tutti questi fattori potrebbero essere le cause di un fastidioso nemico comune: il raffreddore. Ma il colpo di freddo non esiste, e all’estero un po’ ci prendono in giro per questo.
Sappiamo tutti cos’è il raffreddore, ma forse un aspetto non è chiaro. La sua origine, infatti, può essere solo virale. Dunque no, il freddo o “l’aria corrente” non possono causarlo. Questa fastidiosa malattia coinvolge le vie aeree superiori, portando i sintomi che tutti conosciamo: naso chiuso, mal di gola, debolezza, talvolta febbre e altri malesseri.
La trasmissione avviene mediante due vie principali:
In seguito all’insorgenza dei primi sintomi, che ripetiamo derivare da una fonte virale, possono subentrare le infezioni batteriche. Queste ultime rappresentano delle complicazioni al comune raffreddore e possono confluire in tracheiti, bronchiti, otiti e altro.
Per quanto riguarda cure, prognosi e prevenzione siamo tutti abbastanza preparati a riguardo, in particolare anche dopo la pandemia del Covid-19 le nostre competenze in materia sono diventate sempre più approfondite.
Esistono più di 200 virus in grado di causare la malattia del raffreddore. I più comuni sono
Eppure lo sappiamo tutti: il raffreddore è più comune in inverno, oppure con i cambi di temperatura. Quindi forse una correlazione c’è? Sfatiamo il mito una volta per tutte: il freddo non può causare il raffreddore in nessun modo. Certo può contribuire, ma non è la causa diretta del disturbo.
In primo luogo, infatti, va considerato che il virus del raffreddore si “conserva meglio” al freddo. In particolare, sappiamo che esso muore a 41°C, mentre si replica a 33°C. Bisogna poi ricordare che la permanenza in luoghi chiusi è più frequente in inverno che in estate, con scarsi ricambi d’aria e una maggior probabilità di imbattersi in una delle vie di trasmissione citate in precedenza. Infine bisogna considerare l’effetto del freddo sulle ciglia dell’epitelio respiratorio. Le basse temperature, infatti, le paralizzano, impedendo loro di svolgere il proprio ruolo filtrante.
Va bene, forse in inverno il raffreddore è davvero virale. Ma in estate? Quando sudiamo ed entriamo in un luogo con l’aria condizionata e poi ci ammaliamo? In realtà anche in questo caso la correlazione non è diretta: non è il colpo di freddo o l’aria corrente a causarci il raffreddore. Quello che più presumibilmente accade, anche se non è possibile fare un’analisi valida per tutti, è che all’insorgere dei sintomi ripercorriamo tutte le nostre abitudini dei giorni precedenti fino a individuare il fantomatico colpevole del nostro male: l’aria condizionata dopo aver sudato, l’aria da una fessura impercettibile o il vento sui capelli bagnati. Alla fine anche se non riusciamo a ricordarci che ci sia successo quello che ci ripetiamo è: “avrò preso freddo!”. Però, di nuovo, il raffreddore non è che virale e la correlazione a colpi d’aria, aria condizionata o quant’altro non ha un vero fondamento scientifico.
Certo, alcuni fattori possono contribuire: ad esempio uno sbalzo termico può alterare le difese immunitarie rendendole meno efficienti, come già accennato precedentemente per le ciglia dell’epitelio respiratorio paralizzate. Non è però il colpo d’aria a farci ammalare, perché senza la trasmissione di virus il semplice freddo non ci potrà mai causare il raffreddore.
Nel dicembre del 2011 su BBC News era apparso un articolo di Dany Mitzman, giornalista inglese trasferitasi a Bologna. Tra le varie differenze notate dalla britannica tra il suo paese d’origine e l’Italia, Mitzman si era focalizzata sul gap a livello culturale per quanto riguarda i “colpi di freddo”. Sia questa espressione che la “cervicale”, infatti, non hanno una traduzione diretta in lingua inglese, ma anche in tutte le altre lingue. La credenza che aria corrente e freddo siano la causa del raffreddore è infatti tutta italiana e drasticamente radicata nelle nostre convinzioni. La giornalista scherza sul fatto che gli italiani sembrano essere molto più deboli e inclini a questi malanni rispetto agli inglesi.
“Posso andare via dalla palestra sudata e non ammalarmi nel tragitto verso casa. Posso fare il bagno subito dopo aver mangiato e non avere una congestione o crampi. Posso girare con i capelli bagnata e non avere la cervicale. Posso stare nei punti di aria corrente e non ammalarmi, starò bene, sono inglese!”.
La credenza che colpi di freddo e aria corrente causino il raffreddore non trova quindi fondamenti scientifici. L’origine della malattia è infatti sempre e solo virale. Certo, come spiegato in precedenza gli sbalzi di temperatura e il clima più rigido possono facilitare la circolazione e la contrazione del virus. Tuttavia da soli non bastano a farci ammalare, e quindi potremmo vivere un po’ più tranquillamente anche quelle situazioni di apparente pericolo di aria corrente o capelli bagnati.