Un cordone ombelicale dalla Sicilia a Budapest per salvare un bimbo dalla leucemia
Il sangue contenuto nel cordone ombelicale è ricco di cellule staminali emopoietiche, le quali sono deputate alla produzione di globuli rossi, globuli bianchi e piastrine. Nel 1988 avvenne la prima trasfusione di cellule staminali prelevate da un cordone ombelicale e fino ad oggi, sono stati 40000 i pazienti trattati con questo metodo. Perlopiù la trasfusione di cellule staminali prelevate dal cordone ombelicale è destinata alla cura di malattie gravi come la leucemia o nel trattamento dei linfomi. Infatti, qualche giorno fa è partita dalla Banca del sangue cordonale di Sciacca, la sacca contenente il cordone ombelicale donato da una mamma siciliana alla clinica Candela di Palermo e crioconservato nella struttura che fa capo all’Asp di Agrigento, con destinazione l’ospedale Albert Florian di Budapest, per un bambino di due anni affetto da una grave forma di leucemia.
Perché usare il cordone ombelicale e non il midollo osseo
Il sangue prelevato dal cordone ombelicale, una volta che questo viene reciso in sala parto, può essere utilizzato per trasfusioni in bambini o adulti, affetti da patologie gravi, come la leucemia. Il sangue prelevato dal cordone ombelicale, raccolto subito dopo il parto, può essere facilmente conservato dalle banche pubbliche di sangue cordonale in congelatore. Esso contiene cellule staminali con relativa immaturità immunologica, ciò permette spesso di superare le tradizionali barriere di compatibilità, consentendo di effettuare il trapianto anche tra persone non perfettamente compatibili, come invece è necessario per le staminali emopoietiche prelevate dal midollo osseo. Aspetto non da sottovalutare, in quanto generalmente, per un paziente in attesa di trapianto la probabilità di reperire un donatore compatibile in ambito familiare è pari al 25% circa. Del restante 75%, solo il 35% riesce a trovare un donatore compatibile nei Registri Internazionali di midollo osseo (parliamo di circa 25 milioni nel mondo, di cui in Italia circa 350.000).
A proposito di ciò, Pasquale Gallerano, direttore della Banca Cordonale di Sciacca ha dichiarato all’Ansa.it: “Il ‘miracolo’ è fatto di grandi numeri e della condivisione dei dati in tempo reale da un capo all’altro del mondo. E più si allarga questa rete, più saranno le probabilità di trovare un donatore compatibile, per chi ne ha bisogno. Il numero di trapianti di cellule staminali da sangue cordonale continua a crescere […] confermando la grande potenzialità delle cellule staminali del sangue placentare che, per alcuni aspetti, sono da ritenersi persino ‘migliori’ rispetto a quelle contenute nel midollo osseo. Ad esempio, le cellule staminali presenti nel sangue placentare sono meno aggressive dal punto di vista immunologico. Complessivamente i risultati delle due procedure trapiantologiche sono sovrapponibili se valutate a distanza di tempo”. Prelevare il sangue direttamente dal cordone ombelicale, al fine di usarlo per la cura di malattie come la leucemia non è un processo doloroso per chi dona, né richiede ospedalizzazioni; al contrario, prelevare cellule staminali dal midollo osseo è più complesso: una siringa preleva con diverse punzioni il midollo osseo dalla cresta iliaca del bacino e l’intervento ha una durata di circa un’ora e mezza in anestesia generale. Il donatore, in seguito all’intervento, non può lasciare immediatamente l’ospedale, ma deve aspettare il giorno seguente, tenendo presente che per alcuni giorni (da tre a dieci) dovrà restare a riposo. Il midollo osseo si rigenera completamente nel giro di quattro settimane. Prelevare, dunque, cellule staminali dal cordone ombelicale, anziché dal midollo osseo, per il trattamento di linfomi, malattie del sangue o leucemia sembra essere più conveniente, sotto ogni aspetto.
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Dove reperire il sangue da cordone ombelicale
Proprio per non incombere nelle difficoltà del prelievo dal midollo, medici e scienziati, nel tempo, hanno approfondito le ricerche per utilizzare più frequentemente il sangue del cordone ombelicale per curare alcune gravi malattie, come la leucemia. Il sistema di stoccaggio del sangue del cordone ombelicale è molto semplice: vi sono delle vere e proprie banche di sangue cordonale, che conservano i campioni di sangue embrionale, assicurando qualità e sicurezza. A livello mondiale ci sono oltre 400.000 campioni criopreservati e sono al momento disponibili per trapianto in più di 100 banche (in Italia ve ne sono ben 18, distribuite in 10 regioni). I dati relativi alle unità di sangue cordonale, conservate presso le diverse banche, vengono trasmessi al Registro internazionale dei donatori di midollo osseo e resi visibili per l’ eventuale selezione da parte di centri di trapianto, che hanno in cura pazienti potenzialmente curabili con le cellule staminali emopoietiche.
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