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Coronavirus: AstraZeneca interrompe la sperimentazione del vaccino. Volontario si ammala

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epa08656723 (FILE) - A general view of the AstraZeneca headquarters in Sydney, Australia, 19 August 2020 (reissued 09 September 2020). Biopharmaceutical company AstraZeneca has halted the final phase of developing a vaccine against the coronavirus SARS-CoV-2 due to severe side effects in one of the test persons. EPA/DAN HIMBRECHTS AUSTRALIA AND NEW ZEALAND OUT *** Local Caption *** 56283203

Il colosso farmaceutico AstraZeneca ha sospeso, almeno temporaneamente, la sperimentazione del vaccino contro il coronavirus. AstraZeneca, in collaborazione con l’università di Oxford e la Irbm di Pomezia, stava producendo uno dei 9 vaccini più promettenti contro il coronavirus, trovandosi già nella terza fase. Purtroppo, uno dei 50000 volontari ha avuto una reazione sospetta. Si tratta comunque di una prassi: interrompere la sperimentazione per verificare la correlazione tra quest’ultima e una qualunque reazione è il giusto iter per giungere a un vaccino funzionale e sicuro. L’Oms raccomanda “sul vaccino contro il coronavirus i Paesi non possono prendere scorciatoie“. A Nature, inoltre Marie-Paule Kieny, una ricercatrice impiegata nello studio del vaccino contro il coronavirus presso l’INSERM, l’Istituto nazionale francese di salute e ricerca a Parigi, dichiara: “Lo stop alla sperimentazione dimostra che c’è ponderazione nelle scelte e attenzione nelle verifiche, nonostante le pressioni politiche. Ciò dovrebbe ricordarci, che per i vaccini la sicurezza è fondamentale.”.

Perché lo stop del vaccino contro il coronavirus

Alcune testate giornalistiche riportano che uno dei 50000 volontari, una volta sottopostosi al vaccino, abbia sciluppato una mielite acuta trasversa, una sindrome clinica immuno-mediata del sistema nervoso centrale (SNC) che provoca un danno neuronale al midollo spinale determinando, quindi, disfunzioni motorie, sensoriali ed autonomiche. Però Nature.com riporta che né Oxford né AstraZeneca abbia reso noto l’effetto collaterale, né la gravità dello stesso.

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Tempi del vaccino contro il coronavirus AstraZeneca-Oxford

A giugno, AstraZeneca si trovava ancora in fase 2 e aveva somministrato il farmaco solo a 10000 volontari. La sperimentazione procedeva in maniera promettente, tanto da dichiarare che entro la fine dell’anno l’Italia avrebbe potuto acquistare 400 milioni di dosi. Walter Ricciardi, consulente del ministero alla Salute, stava seguendo tutti gli sviluppi del vaccino contro il coronavirus di AstraZeneca, e aveva preparato con i colleghi di Francia, Germania e Olanda il contratto con la suddetta azienda farmaceutica, dichiarando che: “Rispetto agli altri gruppi che lavorano sullo stesso obiettivo hanno almeno sei mesi di vantaggio“. Ad oggi AstraZeneca non sa quanto questo stop rallenterà la produzione, ma i ricercatori si dicono fiduciosi e Pascal Soriot, amministratore delegato di AstraZeneca, ritiene di riuscire a renedere disponibile sul mercato il vaccino entro fine anno o, al massimo, all’inizio del 2021. Nonostante ciò, il CEO Soriot ha precisato di non poter dire esattamente quando la sperimentazione riprenderà, ma è, ad ogni modo, convinto che il progetto resti “in corsa per avere entro quest’anno una data” sulla richiesta di approvazione delle autorità sanitarie.

A che punto siamo con i vaccini?

La corsa a trovare un vaccino contro il coronavirus continua. Buoni risultati sono stati ottenuti anche dal vaccino Sputnik prodotto dalla Russia, che sembra generare anticorpi. Sul Lancet erano stati resi noti i risultati della sperimentazione di quest’ultimo e si dimostravano davvero ottimi. Il monitoraggio della comparsa degli anticorpi IgG al Covid19 ha rilevato che, dopo 14 giorni, ben l’85% delle persone aveva sviluppato anticorpi, per poi arrivare al 100% dei partecipanti dopo 21 giorni, dimostrando che il vaccino è sicuro, ben tollerato e induce una forte risposta umorale e immunitaria. Comunque nonostante i promettenti risultati di molti vaccini in corso di sperimentazione la portavoce dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Margaret Harris, ha specificato che: “Per un vaccino disponibile per tutti dovremo aspettare la metà del 2021 in quanto la fase 3 della sperimentazione richiede più tempo perché dobbiamo valutare quanto il vaccino sia veramente protettivo e sicuro”.