Covid-19

Coronavirus creato in laboratorio? La parola alla ricerca

Il collegamento tra il riscoperto servizio di Tgr Leonardo del 16 novembre 2015, in cui si parla della creazione in laboratorio di una sorta di “supervirus” da parte di un gruppo di scienziati cinesi, e l’attuale coronavirus Sars-CoV-2, è solo l’ultimo di una serie di teorie che attribuirebbero un’origine artificiale al virus che tutto il mondo si sta trovando a fronteggiare.

Va precisato come né la notizia riportata da Tgr Leonardo, né il servizio in sé siano fake news. Lo studio del 2015 in questione, riportato sulla rivista Nature, descrive effettivamente la creazione, a fini di ricerca, di un “virus-chimera” ottenuto dall’unione di un virus che causa la SARS (Severe acute respiratory syndrome) ed una proteina, definita SHC014, derivante da un coronavirus dei pipistrelli. Il sospetto era che fosse proprio questa proteina a rendere il virus capace di infettare l’uomo, permettendogli di andare ad attaccarsi alle cellule respiratorie; lo studio aveva verificato questa ipotesi attraverso test eseguiti sui topi, mettendo in guardia sulla possibile salto di specie dei coronavirus solitamente esistenti solo nei pipistrelli.

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Tutto questo, però, per quanto possa sembrare inquietante alla luce di quello che ci troviamo ad affrontare oggi, non deve portare a pensare che quello in questione sia un “parente” dell’attuale Sars-CoV-2, o che sia quello stesso virus ad essere stato messo in circolazione scatenando la sindrome Covid-19. Lo spiega a chiare lettere la seguente nota, aggiunta all’articolo di presentazione della ricerca del 2015, sempre sulla rivista Nature:

Editors’ note, March 2020: We are aware that this story is being used as the basis for unverified theories that the novel coronavirus causing COVID-19 was engineered. There is no evidence that this is true; scientists believe that an animal is the most likely source of the coronavirus.

Nota degli editori, marzo 2020: siamo consapevoli che questa storia viene utilizzata come base per teorie non verificate secondo cui il nuovo coronavirus che causa la COVID-19 sia stato ingegnerizzato. Non ci sono prove che questo sia vero; gli scienziati ritengono che un animale sia la fonte più probabile del coronavirus.

A smentire qualsiasi collegamento tra i due corovirus ci pensa anche lo stesso Daniele Cerrato, giornalista conduttore di Tgr Leonardo ,ad Adnkronos: “È uscito due giorni fa uno studio sistematico delle sequenze genetiche di Sars-CoV-2 (Andersen KG et al. Nature Medicine 2020) che dimostra senza ombra di dubbio che il virus ha una origine naturale e zoonotica (da animali, ed in particolare pipistrelli e pangolini), per cui la storia del virus “creato” in laboratorio si conferma una bufala colossale. Attenzione, quindi, a non fare collegamenti da spy story. Siano gli scienziati a dire l’ultima.

Cosa sappiamo sull’origine dell’attuale coronavirus?

Il recente studio di Andersen KG et al. dal titolo “The proximal origin of SARS-CoV-2” (Nature Medicine), citato non solo da Cerrato ma anche da altri membri illustri del panorama medico-scientifico come il Dott. Burioni, documenta l’origine naturale dell’odierno coronavirus:

“We offer a perspective on the notable features of the SARS-CoV-2 genome and discuss scenarios by which they could have arisen. Our analyses clearly show that SARS-CoV-2 is not a laboratory construct or a purposefully manipulated virus.

“Offriamo una prospettiva sulle più importanti caratteristiche del genoma del SARS-CoV-2 e valutiamo gli scenari dai quali potrebbero essere derivate. Le nostre analisi mostrano chiaramente che SARS-CoV-2 non è un costrutto di laboratorio o un virus appositamente manipolato.”

Questo non è l’unico studio che giunge a tali conclusioni. Un altro esempio è la ricerca pubblicata lo scorso febbraio sulla rivista Journal Emerging Microbes & Infections dal titolo ben chiaro: “No credible evidence supporting claims of the laboratory engineering of SARS-CoV-2“. In questo caso, viene specificato come ogni collegamento tra il virus del 2015 ed il Sars-CoV-2 sia privo di fondamento dal momento che i genomi dei due virus differiscono significativamente (più di 5000 nucleotidi sono diversi).

Insomma, la comunità scientifica è unita nel rifiutare l’ipotesi di creazione in laboratorio del Sars-CoV-2 e tra notizie dalla dubbia provenienza, circolanti sui social network, ed articoli pubblicati su riviste scientifiche specializzate non crediamo debbano esserci dubbi su da che parte stare.

Published by
Jacopo Ciampelli