La donna che non sente dolore a causa di una mutazione genetica
Grazie a una rarissima mutazione genetica, una donna scozzese non avverte dolore ed è praticamente indifferente alle sensazioni di ansia e paura. Nel 2013, la donna è stata sottoposta a un intervento chirurgico senza avvertire alcun fastidio. Il caso anomalo ha spinto chirurghi e genetisti ad approfondire il le cause per anni, finché non si è individuata la mutazione genetica alla base dell’ipoalgesia.
Si tratta di una mutazione che colpisce il gene FAAH-OUT che è stata approfondita dai ricercatori del Molecular Nociception Group del Wolfson Institute for Biomedical Research di Londra guidati da James Cox. Comprendere la mutazione genetica alla base di questa malattia potrebbe aiutare la ricerca e i medici nel trattamento del dolore cronico che colpisce milioni di persone nel mondo.
Il caso rarissimo: Jo Cameron
Si tratta di un ex insegnante scozzese, Jo Cameron, 71 anni, che ha deciso di raccontare al “Guardian” della sua condizione particolare attirando l’attenzione di un gruppo di ricercatori dell’University College di Londra. La donna è sempre stata ignara della sua malattia e ne ha preso consapevolezza soltanto quando venne ricoverata per il primo intervento chirurgico. Ma tanti sono stati gli episodi strani che hanno incuriosito gli esperti.
Jo Cameron è stata operata all’anca qualche anno fa e come da prassi è stata sottoposta ad anestesia. Finito l’effetto dell’anestesia, la donna non ha voluto assumere nessuna dose di paracetamolo proprio perchè non percepiva dolore. Inoltre, durante l’operazione il medico ha notato l’osteoartrosi avanzata dei suoi pollici che solitamente provoca molto dolore, ma la donna ha detto di non sentire alcun tipo di fastidio. Dopo la rimozione dell’articolazione del dito con la ricostruzione dei legamenti, la donna ha chiesto solo un’aspirina. Davanti a questi episodi, i chirurghi sono rimasti sbigottiti.
La donna è stata vittima anche di un pauroso incidente stradale con un furgone. Durante l’incidente l’ auto si è capottata in un fosso e nonostante ciò la signora Cameron ha assistito il guidatore sotto choc. Non ha percepito dolore e dei suoi lividi si è resa conto soltanto quando è tornata a casa.
Da analisi approfondite, è emerso che la donna è portatrice di una rara mutazione che la rende insensibile agli stimoli che per gli altri sono dolorosi, ma che le conferisce anche un carattere “spensierato”. Gli psicologi hanno caratterizzato il suo carattere come privo di ansia e di depressione.
Il dolore cronico riguarda milioni di persone
Il dolore cronico è un importante problema di salute pubblica globale che colpisce milioni di persone in tutto il mondo influenzando la loro qualità di vita. Ad aggravare il problema è l’eccessiva prescrizione di farmaci a base di oppioidi per curare il dolore che sta causando significativa morbilità e mortalità, in particolare negli Stati Uniti.
Il dolore cronico mal trattato rende quindi la vita intollerabile per un numero estremo di persone e
sono quindi urgentemente necessari nuovi farmaci antidolorifici.
Nonostante ciò, sono stati compiuti pochi progressi in termini di sviluppo terapeutico. Un approccio per identificare nuove strategie analgesiche è comprendere quali siano le disfunzioni biologiche che portano all’insensibilità al dolore ereditaria.
Cause dell’ipoalgesia congenita
L’ipoalgesia congenita è un raro fenotipo ereditario che riguarda pazienti con una ridotta capacità di rilevare stimoli. Nelle forme più estreme, i pazienti possono soffrire di una completa incapacità di percepire stimoli nocivi che può portare a lesioni pericolose, ma indolori, come il morso della punta delle dita, delle labbra e della lingua e frequenti fratture ossee.
Una delle principali cause dell’insensibilità al dolore è la mutazione nel gene del canale sodio voltaggio-dipendente SCN9A che causa l’assenza di una neuropatia periferica. Ma il caso di Jo Cameron ha rilevato la presenza di un’altra mutazione genetica che causa ipoalgesia.
L’insensibilità ereditaria al dolore può anche insorgere a causa di una progressiva degenerazione dei neuroni sensoriali e autonomici, le cosiddette neuropatie sensoriali e autonomiche ereditarie. Questo gruppo eterogeneo di disturbi differisce nella loro età di insorgenza e il grado di disturbi motori, sensoriali e autonomici, che si correla in gran parte con i sottotipi di neuroni che sono interessati.
Lo studio ha rilevato una nuova mutazione genetica
Nello studio pubblicato su Brain lo scorso 24 Maggio è stato analizzato il caso della paziente affetta da ipoalgesia e rapida guarigione alle ferite causata dalla mutazione di un gene. Si tratta del gene FAAH-OUT lungo non codificante espresso nel cervello e nei gangli della radice dorsale che regola il gene FAAH in grado di codificare l’enzima idrolasi ammide che degrada l’anandamide, un neuromodulatore endocannabinoide. L’anandamide è una sostanza prodotta dal nostro corpo che somiglia ad un derivato della cannabis e agisce su aree cerebrali che regolano dolore, tono dell’umore e memoria.
La quantità di anandamide in circolo nel nostro corpo si è equilibrata durante l’evoluzione in risposta all’ambiente permettendoci di non essere molto sensibili ad ogni stimolo e essere troppo “pessimisti”. Ma se la quantità di anandamide fosse eccessiva non sentiremmo alcun tipo di sofferenza e questa condizione potrebbe essere molto rischiosa poichè il dolore è per il corpo umano un allarme nei casi di pericolo.
Il FAAH ha quindi il compito di regolare il tasso di anandamide nel sangue. Nello studio, il fenotipo della donna ha mostrato due distinte mutazioni:
- una microdelezione nel gene FAAH già conosciuto;
- una lunga non codificazione espressa in una porzione di Dna non ancora studiata, definita pseudo-gene FAAH-OUT, che è adiacente al gene FAAH sul cromosoma umano 1.
Queste mutazioni comportano l’assenza dell’enzima che riduce la quantità di endocannabinoide in circolo. Ciò provoca livelli aumentati di anandamide e altri lipidi bioattivi, che normalmente viene degradato da FAAH.
Il gene FAAH è la chiave per nuovi trattamenti
Nonostante FAAH sia un gene fortemente studiato, il sito del gene FAAH-OUT e la regolazione dell’espressione genica sono stati trascurati. Dato che FAAH è un potenziale bersaglio per il trattamento del dolore, dell’ansia, della depressione e di altri disturbi neurologici, questa nuova comprensione del ruolo regolatore del gene FAAH-OUT fornisce uno strumento per lo sviluppo di future terapie geniche e di piccole molecole.
Gli studiosi potrebbero trarre vantaggio da questa nuova scoperta sui geni regolatori per curare il dolore cronico che spesso viene trattato con dosi massicce di analgesici, non sempre efficaci.