E-cig: le sigarette elettroniche fanno male?
È recente la proposta di legge proveniente dal Ministero della Salute con la quale si vorrebbe applicare una stretta riguardo il fumo, sia con sigarette che e-cig, ovvero le sigarette elettroniche, in locali pubblici di vario genere. Si approfondisce il tema delle sigarette elettroniche, la loro composizione con l’obiettivo di fornire alcuni elementi per poter rispondere alla domanda: le sigarette elettroniche fanno male?
Le nuove indicazioni dal Ministero della Salute italiano: una stretta nell’utilizzo delle sigarette e delle e-cig
Già lo scorso gennaio, illustrando le linee programmatiche del Ministero della Salute, il Ministro Schillaci aveva annunciato l’intenzione di estendere il divieto di fumo “in altri luoghi all’aperto in presenza di minori e donne in gravidanza; eliminare la possibilità di attrezzare sale fumatori nei locali chiusi; estendere il divieto anche alle emissioni dei nuovi prodotti non da fumo (sigarette elettroniche e prodotti del tabacco riscaldato); estendere il divieto di pubblicità ai nuovi prodotti contenenti nicotina e ai device dei prodotti del tabacco riscaldato”.
Nella bozza, il divieto di fumo per tutti i tipi di sigarette riguarderebbe non solo l’interno dei locali ma anche i tavoli all’esterno, con la possibilità di fumare solo se il locale dispone di un’area dedicata ai fumatori. Lo stop riguarda anche alle fermate all’aperto di metro, bus, treni e traghetti. Dovrebbero essere eliminate le sale fumatori negli aeroporti. Divieto per tutti i tipi di sigaretta anche nei parchi in presenza di bambini e donne incinte, ma il divieto potrebbe diventare totale. I nuovi divieti, non ancora definitivi e suscettibili di modifiche, potrebbero essere previsti in un disegno di legge di iniziativa governativa, ma il testo potrebbe essere inserito anche in un altro provvedimento in sede di approvazione.
Cosa contiene una sigaretta elettronica
Una sigaretta elettronica (spesso abbreviata in e-cig, dall’inglese) è un dispositivo che permette di inalare vapore, in genere aromatizzato, contenente quantità variabili di nicotina (in genere, tra 6 e 20 mg), in una miscela composta da acqua, glicole propilenico, glicerolo ed altre sostanze, tra cui gli aromatizzanti. La sigaretta elettronica ha bisogno di una cartuccia (ovvero un piccolo serbatoio contenente il liquido che viene nebulizzato), un atomizzatore (che riscalda e vaporizza il liquido) ed infine una batteria.
Uno degli interrogativi più comuni è cosa contenga l’e-liquid che viene nebulizzato: ebbene, il “liquido base” è composto per il 90% da una miscela tra glicole propilenico e glicerolo, in proporzioni tra loro variabili, e per il restante 10% da acqua. Il fumatore, infatti, aspira dal cilindretto a forma di sigaretta, per la quale è stato coniato il neologismo “svapare”, che fornisce la nicotina, ma anche un’esperienza tattile, olfattiva e gustativa che richiama quella della sigaretta.
Cosa fa più male, la sigaretta elettronica o la sigaretta normale?
La differenza sostanziale rispetto alla tradizionale sigaretta sta nel fatto che il vapore inalato arriva ai polmoni senza la combustione del tabacco. È infatti quest’ultima la principale responsabile dei danni che vengono arrecati all’apparato respiratorio e cardio-circolatorio, come spiegato in dettaglio nel nostro articolo dedicato.
Che danni alla salute può causare la sigaretta elettronica?
Non ci sono ancora dati sufficienti per comprendere a pieno l’impatto che questo dispositivo può avere sulla salute. Infatti, la sigaretta elettronica non è sul mercato da molto tempo. Soprattutto gli effetti a lungo termine, dal punto di vista della salute, sono in fase di continua osservazione e analisi. Vi sono comunque alcune informazioni riguardanti i danni prodotti dall’utilizzo delle e- cig. Quindi, i danni alla salute che può causare la sigaretta elettronica sono:
- irritazione locale alle vie respiratorie;
- rischi di cancerogenicità per le vie respiratorie dovuti all’esposizione cumulativa a lungo termine alle sostanze contenute nelle e-cig;
- rischio di avvelenamento e lesioni a causa di ustioni ed esplosioni a causa di batterie difettose;
- sviluppo di patologie polmonari croniche come asma, bronchite o enfisema;
- vi sono evidenze moderate del fatto che le sigarette elettroniche sono una via di accesso al tabagismo, in modo particolare per i giovani.
Il Comitato Scientifico della Commissione Europea ha riscontrato elementi relativi a rischi di danni da irritazione locale alle vie respiratorie. Sono in crescita le evidenze provenienti da dati umani che indicano gli effetti nocivi sulla salute, in particolare, sul sistema cardiovascolare. Inoltre, ha riscontrato elementi di prova dei rischi di cancerogenicità per le vie respiratorie dovuti all’esposizione cumulativa a lungo termine alle nitrosammine e all’esposizione all’acetaldeide e alla formaldeide e ha concluso che vi sono forti elementi di prova del rischio di avvelenamento e lesioni a causa di ustioni ed esplosioni a causa di batterie difettose.
Il glicole propilenico, ad esempio, utilizzato in campo farmaceutico negli inalatori per il trattamento dell’asma e come conservante, pur essendo considerato in linea di massima sicuro, in associazione ad una componente riscaldante può generare irritazioni alle vie aeree in caso di inalazione prolungata. Da alcune ricerche risulta come un uso eccessivo delle e-cig possa contribuire a sviluppare patologie polmonari croniche come asma, bronchite o enfisema. Potrebbero anche aumentare il rischio di soffrire di forme gravi di Covid-19.
Si possono riscontrare anche rischi connessi all’esposizione passiva. Nel complesso, vi sono evidenze moderate del fatto che le sigarette elettroniche sono una via di accesso al tabagismo, in modo particolare per i giovani. Inoltre, gli aromi contribuiscono in modo significativo all’attrattiva della sigaretta elettronica e ne stimolano il costante utilizzo. Peraltro, vi sono scarse prove a sostegno dell’efficacia delle sigarette elettroniche nell’aiutare i fumatori a smettere di fumare e per combattere la dipendenza da nicotina.
Un esempio di e-cig con elevata esposizione alla nicotina: le Mod Pod
Le Mod Pod sono una tipologia di sigaretta elettronica eroga nicotina in modo più efficiente rispetto alle altre e-cig, favorendone l’uso. Il loro ingrediente chiave è però l’acido benzoico, un composto che combinato alla nicotina all’interno del e-liquid, utilizzato per creare vapore visibile, abbassa il pH della nicotina, rendendo la soluzione molto più facile da svapare e incoraggiando un’inalazione profonda. La nicotina arriva nell’organismo in dosi più massicce e assai più velocemente rispetto a quella a pH più elevato contenuta in altri tipi di e-cig.
Il livello di esposizione alla nicotina negli adolescenti che usavano questo tipo di sigaretta elettronica era più elevato (245 ng/ml) rispetto a quello dei coetanei che fumavano normali sigarette (155 ng/ml); non solo, i teenager che usano le Pod Mod riportano più spesso un utilizzo giornaliero di e-cig rispetto ad altri svapatori, e mostrano più spesso i sintomi da dipendenza da nicotina.
Il punto di vista di alcuni esperti
Si riportano alcune parole dei medici ed esperti del settore. In particolare, per gli oncologi è una “decisione positiva” come afferma il presidente dell’associazione italiana di oncologia medica, Saverio Cinieri:
È scientificamente provato che il fumo favorisce l’insorgenza di moltissimi tipi di tumore. Il fumo è correlato anche a patologie cardiovascolari e neurologiche; pertanto, l’estensione dei divieti è senza dubbio condivisibile […] Le e-cig, sempre più di moda tra i giovanissimi, stanno diventando un veicolo verso l’assuefazione da nicotina proprio nei ragazzi che credono, erroneamente, che questa tipologia di sigaretta non determini dipendenza.
Accoglie con favore la stretta anche il presidente della Società italiana di cardiologia (Sic), Pasquale Perrone Filardi:
È un principio di attenzione a tutela pure dei non fumatori. Secondo recenti dati, infatti, non esiste un rischio zero e anche una breve esposizione al fumo passivo può rappresentare un pericolo per il cuore.
Arriva una linea di pensiero diversa da parte del direttore del Mediterranean Observatory of Harm reduction (MOHRE) e fondatore del Centro antifumo dell’ospedale San Giovanni Bosco di Torino, Fabio Beatrice, che afferma:
Non sono contrario ai divieti ma è impensabile che la politica di contenimento del tabagismo in Italia, considerando che il tabagismo causa 93mila morti l’anno nel nostro Paese, possa passare solo da politiche di divieti. Sono necessarie altre misure, a partire dall’introduzione di strategie di riduzione del rischio attraverso l’utilizzo delle e-cig, meno tossiche del 95%, per i fumatori che non riescono a smettere. Stupisce la volontà del ministro di estendere i divieti anche alle e-cig che – conclude l’esperto – non andrebbero equiparate alle sigarette tradizionali.
Non ci sono quindi informazioni che dimostrano con assoluta certezza, soprattutto sul lungo termine, i danni prodotti dall’uso delle e-cig. Al contempo i rischi di danno anche moderato a carico dell’apparato respiratorio e cardio-circolatorio sono presenti e richiedono prudenza. Infine, forse l’aspetto più preoccupante a cui prestare attenzione anche in futuro è legato all’utilizzo che i giovani fanno di questo tipo di dispositivi.
A cura di Chiara Massa