Covid-19

Ecco perché le mascherine non sono nocive per la nostra salute

Le mascherine chirurgiche sono il dispositivo di protezione individuale (DPI) maggiormente utilizzato dall’inizio dell’emergenza coronavirus. È un dispositivo usa e getta che crea una barriera protettiva tra chi la indossa ed i potenziali elementi contaminanti presenti nell’ambiente circostante. Se indossata correttamente, consente di bloccare le goccioline di particelle che vengono emesse anche semplicemente parlando e che possono contenere virus o batteri, impedendo che queste possano essere immesse nell’aria. Inoltre, indossare la mascherina, permette di ricordare ai portatori di non toccarsi naso e bocca al fine di evitare la trasmissione di virus e batteri dopo aver toccato una superficie contaminata.

La bufala delle mascherine tossiche

Un sondaggio svolto in America e Inghilterra ha rivelato che solo il 29,7% e 37,8% dei partecipanti ritengono che l’utilizzo della mascherina possa essere efficace nella prevenzione mentre, la restante parte, ritiene che l’utilizzo della mascherina possa essere dannoso per la salute, addirittura letale. Una convinzione che si è sviluppata è che le mascherine provochino avvelenamento da anidride carbonica, teoria sostenuta dai famosi negazionisti che sono scesi in piazza per protestare contro le misure restrittive adottate per prevenire il coronavirus. Ma tale teoria è fondata? Come quasi sempre accade, la scienza ha smentito questa idea grazie a uno studio pubblicato su Annals of the American Thoracic Society condotto da Michael Campos, esperto del Miami Veterans Administration Medical Center e dell’Università di Miami.

L’idea che la mascherina potesse causare un avvelenamento da CO2 era già stata smentita su un sito anti-bufale “Dottore ma è vero che” dove viene spiegato che la mascherina non può causare tale fenomeno o addirittura indebolire il sistema immunitario o causare una ridotta ossigenazione in quanto le molecole di anidride carbonica sono molto piccole, molto più piccole delle goccioline che contengono il coronavirus e che le mascherine dovrebbero arrestare. Se la mascherina fosse completamente ermetica allora si potrebbero verificare i fenomeni sopra descritti ma nessuna mascherina ha questa proprietà e quindi non può ridurre la quantità di ossigeno inalato.

Lo studio sulla CO2

I ricercatori del Jackson Memorial Hospital di Miami e dell’Università di Miami hanno effettuato uno studio su pazienti affetti da broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) dimostrando che anche per queste persone la mascherina non è pericolosa. La BPCO è una patologia dell’apparato respiratorio che agli esordi è asintomatica mentre, nelle fasi più avanzate, è responsabile di sintomi quali dispnea (difficoltà respiratoria e mancanza di fiato), tosse con catarro, edema alle caviglie e predisposizione allo sviluppo di infezioni respiratorie. “Alcune persone affermano falsamente che indossare mascherine possa mettere a rischio la salute delle persone. Lo studio mostra il contrario“, evidenziano gli autori di tale esperimento che hanno valutato eventuali cambiamenti nel livello di ossigeno o di anidride carbonica sia in individui sani che in pazienti BPCO, persone che “devono lavorare di più per respirare, il che può portare a mancanza di respiro”.

Il team di ricercatori ha coinvolto 15 persone giovani senza problemi respiratori di circa 30 anni e per lo più maschi e 15 pazienti con BPCO di circa 70 anni, tutti maschi, e hanno misurato lo scambio di anidride carbonica e la saturazione dell’ossigeno prima e dopo aver utilizzato la mascherina sia a riposo che durante il six minutes walk test (test del cammino di sei minuti). Nell’esperimento, il test del cammino di sei minuti è stato eseguito con un’analisi del sangue arterioso prima e subito dopo la camminata per testare la necessità di ossigeno. Nelle prove a riposo, i ricercatori non hanno notato alcuna variazione mentre, nel test del cammino, le persone con BPCO hanno presentato una minore ossigenazione (CVD) ma, anche in questi pazienti, non ci sono stati cambiamenti significativi nello scambio gassoso di ossigeno e anidride carbonica e non vi era un aumento di esposizione a tale gas. Un altro studio è stato condotto su un numero di 6-10 individui per gruppo che indossavano una mascherina KN95 ed è stato visto che vi era un aumento di pressione di CO2 nei polmoni dei soggetti sani senza però registrare un carico fisiologico maggiore.

Ma allora a cosa è dovuta la sensazione di mancanza di aria?

La dispnea che si accompagna all’uso della mascherina non è assimilabile ad alterazioni nello scambio gassoso tra ossigeno e anidride carbonica ma è dovuto ad altri fenomeni di natura neurologica o psicologica. Può essere causata o da un aumento di impulsi che arrivano dall’area altamente termosensibile del viso coperta dalla mascherina, o da un aumento della temperatura dell’aria inspirata o ancora  da manifestazioni psicologiche come ansia, claustrofobia o risposte emozionali legate alla percezione di difficoltà respiratorie. La dispnea si verifica quando c’è necessità di una maggiore ventilazione come quando si svolge attività fisica. La conclusione è che tutti possono indossare i DPI senza avere ripercussioni sulla propria salute, aiutando a rallentare la diffusione del virus e quindi a salvaguardare la salute pubblica.

Published by
Valentina Dentato