Effetto rebound: cos’è, diagnosi, cura e il caso Fedez
Dopo settimane di silenzio Fedez dichiara sul suo profilo Instagram ciò che gli è successo: è stato affetto dall’effetto rebound dovuto alla sospensione radicale di uno psicofarmaco. Si analizza cos’è l’effetto rebound, la cura, la diagnosi e cosa ha comportato per Fedez.
Che cosa significa effetto rebound?
L’effetto rebound o “fenomeno di rimbalzo”, indica la ricomparsa o l’aumento di una malattia in seguito alla sospensione di un principio attivo contenuto in un farmaco o la riduzione del dosaggio. L’effetto rebound, come lo stesso Fedez dichiara, si può manifestare dopo la cessazione radicale di un farmaco senza “scalarne” il suo dosaggio, ciò composta una serie di problematiche che a volte sono più gravi di quelle per cui si è assunto il farmaco. Per evitare l’effetto rimbalzo è consigliato non assumere dosi superiori a quelle indicate, per troppo tempo oppure sospendere in modo brusco il medicinale. Vi sono diversi farmaci che portano tale effetto sono i sonniferi, i psicofarmaci, i gastroprotettori, gli spray nasali ed i colliri.
Quanto dura la crisi di astinenza da benzodiazepine?
Le benzodiazepine sono adoperate per differenti effetti: induco il sonno, placano l’ansia, sedano le convulsioni e distendono i muscoli. In caso di assunzione eccessiva possono causare o accentuare un caso depressivo, ed inoltre possono comportare stati d’ansia, insonnia, logorrea. Quando le assunzioni diventano prolungate possono causarne dipendenza, portando il paziente a manifestare sintomi di astinenza in caso di sospensione, innescando sintomi tra cui: ansia, irritabilità, mal di testa, acufene, disturbi della sensibilità, difficoltà di concentrazione e vertigini. La crisi di astinenza da benzodiazepine dura circa trenta giorni.
Quanto tempo ci vuole per smaltire gli psicofarmaci?
Anche gli psicofarmaci rientrano tra i farmaci soggetti all’effetto rimbalzo. Bisogna sottilineare come una terapia che adopera gli psicofarmaci può durare anche due anni, ma bisogna assumerli nella dose corretta e in maniera regolare. L’effetto rebound in tale caso si manifesta quando il farmaco non è assunto in maniera continuativa e può comportare ansia, irritabilità, insonnia e vertigini. Per smaltire i psicofarmaci ci vogliono da un giorno fino a 3 settimane dopo l’insorgenza delle reazioni.
Come si fa a smettere il gastroprotettore?
Il gastroprotettore è adoperato per proteggere lo stomaco da un’eccessiva acidità, i quali sono scelti per: cicatrizzare o prevenire ulcere o esofagee, il reflusso gastroesofageo, prevenire la riacutizzazione durante i cambi di stagione. Tale medicinale è assunto sotto prescrizione medica, per breve tempo dai 7 a 14 giorni, mai per più tempo. Per smettere di assumere il gastroprotettore è consigliabile sotto consiglio medico di iniziare a scalare il farmaco, altrimenti se vengono sospesi in maniera radicale le cellule parietali produrranno più acido cloridrico portando il paziente a continuarli ad assumere. Per effettuare una corretta diminuzione bisogna considerare per quanto tempo il gastroprotettore è stato assunto, in modo tale da permettere all’organismo di adattarsi ai suoi ritmi fisiologici.
Come attenuare l’effetto rebound del cortisone?
I cortisoni sono un gruppo di ormoni sintetici o naturali molto simili al cortisone che vengono usati per le loro proprietà antinfiammatorie ed immunosoppressive. Essi sono presenti in differenti farmaci con diverse forme, come pastiglie, colliri vasocostrittori, sciroppi, infiltrazione, iniezioni e creme. Per evitarne effetti di rimbalzo, in caso di assunzione prolungata, non bisogna sospenderlo bruscamente ma seguire le raccomandazioni del medico. Si possono verificare delle crisi di astinenza, dovute alla sospensione del farmaco come stanchezza, dolori muscolari o difficoltà nella respirazioni, le quali rientrano in range accettabili in una decina di giorni.
Il caso Fedez sull’effetto rebound
In queste ore Fedez ha dichiarato sulle storie di Instagram ciò che gli è successo nelle ultime settimane. Il rapper racconta che la sua storia ha inizio nel momento in cui gli è stato diagnosticato il tumore al pancreas, che per lui è stato un evento “molto traumatico” che lo ha portato ad assumere diversi psicofarmaci, sottovalutando la sua salute mentale. In modo particolare l’ultimo antidepressivo che gli hanno prescritto, ha comportato una serie di effetti collaterali tra cui: l’ansia, dei tic nervosi a livello labiale impendendogli di parlare. A causa di tale effetti avversi, Fedez ha sospeso il farmaco in maniera repentina comportando l’effetto rebound, nel caso specifico gli ha causato spasmi muscolari, annebbiamento cognitivo, vertigini e nausea, tutto ciò gli ha portato a non svolgere il suo lavoro. Ad oggi, Fedez dichiara di non aver ancora recuperato completamente la salute, ma giorno dopo giorno sta migliorando.