L’endometriosi colpisce il 10% delle donne in età riproduttiva nel mondo. Il picco si verifica tra i 25 e i 35 anni ma la patologia può comparire anche in fasce d’età più basse. Non ci sono ancora certezze consolidate su quali siano le cause della patologia e i possibili approcci terapeutici sono due: quello farmacologico o quello chirurgico. Pur essendo una patologia dolorosa e debilitante resta ancora un disagio fortemente sottovalutato: spesso i medici non hanno la conoscenza o i mezzi necessari a riconoscerla, perciò possono trascorrere dai 6 ai 10 anni prima di avere una diagnosi ufficiale. Per fortuna, sono molte le celebrità disposte a rompere il silenzio e a parlare apertamente della propria lotta contro l’endometriosi, una tra queste è la ballerina e conduttrice italiana Rossella Brescia.
Rossella Brescia, in un’intervista per Ok Salute, raccontò la sua convivenza con l’endometriosi, dalla diagnosi agli interventi operatori. “Capita spesso alle adolescenti di avere un ciclo mestruale molto abbondante e doloroso. Il mio, però, lo era un po’ troppo, e spesso accompagnato da un gonfiore addominale insolito“, diceva la ballerina che già a 16 anni faceva molte ore di danza e, inoltre, seguiva un sano regime alimentare per mantenere una fisicità magra e asciutta. Le visite dal ginecologo si risolvevano con una diagnosi di colite o, addirittura, di appendicite a causa della sintomatologia riportata.
“Nessuno, fino ad allora, si era accorto che il mio problema si chiamava endometriosi. L’ho scoperto soltanto qualche anno dopo: mi trovavo a Milano per motivi di lavoro e un attacco ancora più acuto del solito mi ha costretta a precipitarmi in ospedale”, dove le vennero diagnosticate alcune cisti endometriosiche da operare con urgenza ma, terrorizzata dal doversi sottoporre all’anestesia, la Brescia rifiutò l’intervento. Rientrata a Roma però fece un nuovo controllo che confermò la necessità dell’intervento chirurgico. Accettò così di sottoporsi all’operazione di laparoscopia dal ginecologo Enrico Zupi. “Dopo una sola notte trascorsa in ospedale sono letteralmente rinata. Di colpo, quelle fitte che una volta al mese mi colpivano con inaudita violenza si sono trasformate in un ricordo”.
La ballerina stava affrontando un periodo molto intenso della sua vita, per il lavoro e per la separazione dall’ex marito. Lo stress che accumulava influiva negativamente sulla salute delle sue ovaie e così, 7 anni dopo il primo intervento, si riformarono le cisti con l’aggiunta di un fibroma, che la costrinsero ad un secondo intervento chirurgico. La Brescia ha poi raccontato che fu la sua voglia di reagire a permetterle di riprendere il controllo della sua vita e a trovare metodi per scaricare la tensione, per esempio attraverso l’attività fisica, lo yoga ed esercizi di respirazione. “So bene che l’endometriosi è cronica, ma non mi lascio abbattere da questo pensiero“.
L’endometriosi è una malattia cronica caratterizzata dalla presenza di tessuto endometriale in organi diversi dall’utero. L’endometrio è il tessuto che riveste le cavità uterine e che, in assenza di fecondazione, fuoriesce insieme al sangue durante le mestruazioni. In una condizione di endometriosi, questo tessuto è presente anche nelle ovaie, nelle tube, nel peritoneo, nella vagina e anche nell’intestino. Questa anomalia determina nel corpo infiammazione cronica dannosa per l’apparato femminile, che si manifesta tramite forti dolori dovute alla formazione di noduli, cisti e lesioni, e sofferenze intestinali.
I principali sintomi dell’endometriosi sono caratterizzati da dolori molto intensi durante il periodo mestruale e premestruale (dismenorrea) e nel periodo dell’ovulazione, insieme a dolori pelvici cronici, dolore nei rapporti sessuali, stanchezza fisica cronica. In una bassa percentuale dei casi l’endometriosi può essere asintomatica. Inoltre, può favorire una condizione di sterilità e, nel caso in cui riguardi le ovaie, aumentare il rischio di tumore dell’ovaio (si verifica nel 3-8% delle pazienti con endometriosi ovarica).
Per una corretta diagnosi il primo passo è rivolgersi ad uno specialista o ad un centro specializzato. Gli esami da fare per diagnosticare l’endometriosi sono vari e in alcuni casi possono esserci variazioni da paziente a paziente. Tra i vari esami consigliati ci sono, in ordine di importanza per sensibilità e precisione diagnostica: visite ginecologiche, esplorazioni rettali, diagnostica per immagini quale la risonanza magnetica, ecografie pelviche transvaginali ed esami del sangue specifici.
Le precise cause di endometriosi sono poco chiare. Tuttavia, esistono diverse teorie che cercano di spiegare come possa insorgere la malattia endometriosica. Una delle ipotesi accreditate è il passaggio, causato dalle contrazioni uterine che avvengono durante la mestruazione, di frammenti di endometrio dall’utero nelle tube e da queste in addome, con impianto sul peritoneo e sulla superficie degli organi pelvici, raramente su fegato, diaframma, pleura e polmone.
Non esiste una cura definitiva per l’endometriosi. La terapia oggi riconosciuta come più immediata ed efficace è l’asportazione tramite intervento chirurgico dell’endometrio in laparoscopia, senza intaccare l’apparato genitale riproduttivo della paziente. Una soluzione comunemente utilizzata per attenuare i dolori è la terapia tramite progestinici che però hanno diversi effetti collaterali, se assunti per lungo tempo. Hanno un rapido effetto sulla riduzione dei dolori ma non migliorano lo stato della malattia, lo dimostra il fatto che, una volta interrotta l’assunzione, i sintomi tornano tali e quali. Inoltre, poiché l’endometriosi cresce e si sviluppa dove trova una situazione cronica caratterizzata dall’infiammazione dovuta dalla produzione eccessiva di estrogeni, è importante agire sull’alimentazione e lo stile di vita, con l’aggiunta di integratori specifici che puntano a ridurre l’infiammazione. Questi sono i migliori ausili per una riduzione sostenibile, a lungo termine e sana della malattia.
“Anche se nel 2005 il Senato ha riconosciuto l’endometriosi come una malattia sociale, ancora molte donne subiscono discriminazioni in ambito professionale: perdono il lavoro a causa della malattia, si crea un clima di pregiudizio tra colleghi e tra i superiori che non si rendono conto di ciò che sta passando, perché non conoscono questa patologia. Tutta questa incomprensione non si limita solo al contesto lavorativo, ma si riflette anche nella famiglia, tra gli amici”, ha detto Michele Vignali, professore associato di ostetricia e ginecologia dell’Università degli Studi di Milano, in un intervista per D.it Repubblica.
Proprio per aiutare le troppe donne che vivono in silenzio questa situazione sono sempre di più le star che prendono parola svelando di soffrire di endometriosi. Oltre a Rossella Brescia ha confessato di soffrire di endometriosi anche Nancy Brilli, che è diventata testimonial della Fondazione Italiana Endometriosi Onlus per diffondere consapevolezza e sensibilizzare il pubblico. Ci sono poi Lena Dunham, Susan Sarandon, Whoopi Goldberg, Pamela Anderson, la Spice Girl Emma Bunton, Hillary Clinton. Si è scoperto che anche Marilyn Monroe ne soffriva, in anni in cui nessuno ancora dava il giusto risalto al problema.