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Gli errori grammaticali sono una vera e propria fonte di stress: lo svela uno studio

La comunicazione scritta è parte integrante della nostra vita come mai prima d’ora nella storia umana. Avviene soprattutto in tempo reale attraverso piattaforme social e messaggi istantanei. In questo contesto è emerso un “problema linguistico” che sembra influenzare profondamente la vita quotidiana di molti, in particolare quella dei professori. Secondo una recente ricerca condotta dall’Università di Birmingham, in Inghilterra, gli errori grammaticali (ma anche quelli ortografici, semantici, lessicali e sintattici, quindi tutti quelli che rigurdano la conoscenza della lingua) non sono solo fastidi minori nell’ambito della comunicazione ma possono effettivamente causare una reazione fisiologica di stress paragonabile allo stridio del gesso sulla lavagna.

Errori grammaticali e stress: lo studio pubblicato sul Journal of Neurolinguistics

I professori Dagmar Divjak, specializzata in linguistica cognitiva, e Peter Milin, esperto in psicologia del linguaggio, hanno guidato uno studio pubblicato sul Journal of Neurolinguistics, coinvolgendo 41 partecipanti. L’indagine si è focalizzata sulla variabilità della frequenza cardiaca (Hrv), un indicatore che riflette l’attività del sistema nervoso autonomo, osservando come essa si modifichi in risposta all’ascolto di errori grammaticali o accenti difficilmente comprensibili. I risultati hanno evidenziato una riduzione della Hrv, segno di un incremento dello stress fisiologico.

Questa scoperta getta una nuova luce sulla percezione e l’elaborazione linguistica, suggerendo che la nostra risposta agli stimoli linguistici non si limita al dominio cognitivo o emotivo ma si estende anche a quello fisiologico. In altre parole, la grammatica scorretta non solo disturba la nostra mente ma agita direttamente il nostro corpo, spingendolo in uno stato di tensione.

L’impatto di questo studio sulla didattica

Il significato di queste scoperte risuona particolarmente nel contesto educativo. Gli insegnanti, impegnati quotidianamente nella lettura e correzione di testi scolastici, sono esposti a una costante fonte di potenziale stress linguistico. Questo studio mette in evidenza come il loro lavoro non sia solo intellettualmente impegnativo ma possa anche comportare un carico fisiologico significativo.

L’ironia della situazione è palpabile. La lingua, uno degli strumenti più potenti a nostra disposizione per facilitare la comunicazione e la comprensione reciproca, può trasformarsi in una fonte di stress e disagio quando usata impropriamente. Mentre la fluidità e l’adattabilità del linguaggio sono tra le sue caratteristiche più celebrate, la tolleranza verso gli errori grammaticali varia notevolmente tra gli individui, riflettendo una complessità intrinseca nell’uso e nella percezione del linguaggio stesso.

Questi risultati non solo sollevano interrogativi sulla gestione dello stress linguistico nel settore dell’istruzione ma invitano anche a una riflessione più ampia sull’importanza di una comunicazione chiara e corretta. Per i professori e per tutti coloro che valutano la lingua non solo come mezzo di comunicazione ma anche come arte, lo studio dell’Università di Birmingham offre uno spunto critico per comprendere e affrontare le sfide linguistiche nell’era digitale. Quindi, la prossima volta che vi sentirete agitati o a disagio per l’utilizzo scorretto del congiuntivo (o del “piuttosto che”), sappiate che non siete soli!

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Redazione