Covid-19

Evoluzione del coronavirus: due sostanze nel sangue ne predicono la gravità

Mentre in Italia continua la caccia al paziente zero e ci si chiede perché siamo gli unici in Europa ad avere un numero così alto di contagiati, dalla Cina arrivano ottime notizie.
I ricercatori cinesi si sono chiesti se sia possibile prevedere l’evoluzione del coronavirus in un soggetto con delle semplici analisi del sangue. La risposta è risultata positiva ed arriva direttamente da Wuhan, la città focolaio del COVID-19. Gli scienziati hanno individuato due indicatori nel siero sanguigno, la cui concentrazione fornisce importanti informazioni sul decorso del virus.

I risultati dello studio, pubblicato sul Chinese Journal of Tuberculosis and Respiratory Diseases, rappresentano un grande passo avanti per rendere più efficace la cura dei pazienti colpiti dal virus.

L’evoluzione del coronavirus predetta da un’analisi del sangue

I ricercatori cinesi del Tongji Hospital di Wuhan hanno scoperto che per sapere se il coronavirus evolverà in una forma di polmonite grave occorre osservare il livello di due molecole nel sangue del paziente.

Si tratta dell’interleuchina-6 (IL-6) e del recettore dell’interleuchina-2 (IL-2R). Lo studio che ha permesso di giungere a questa conclusione è stato condotto su 29 pazienti, divisi in tre gruppi a seconda della gravità dei loro sintomi. È stato osservato che le persone il cui sangue presentava una concentrazione maggiore delle due sostanze erano quelle in condizioni più serie, mentre quelle affette da polmonite lieve avevano dei valori più bassi di interleuchina-6 e del recettore dell’interleuchina-2. Non sono state invece osservate differenze significative negli altri potenziali marker tra i tre gruppi di studio.

Ma perché queste due molecole avrebbero un ruolo così importante nella predizione della criticità delle condizioni del paziente?

Le due molecole oggetto dello studio

L’interleuchina 6 e l’interleuchina 2 sono citochine, molecole che svolgono un ruolo fondamentale nella risposta immunitaria di un organismo. Queste due interleuchine, come anche il recettore dell’interleuchina 2, regolano l’attività di altre cellule coinvolte nel sistema immunitario. Un’alta concentrazione di interleuchina 6 e del recettore dell’interleuchina 2 sarebbe, secondo i ricercatori, indizio di una tempesta di citochine, cioè di una reazione immunitaria eccessiva da parte dell’organismo.

Rappresentazione grafica del rilascio di citochine
Credits: www.scientificanimations.com

In alcuni casi le condizioni dei pazienti peggiorano dopo una o due settimane dal ricovero in ospedale: sarebbe questo il momento in cui avviene la risposta esagerata del sistema immunitario del paziente, che percepisce il coronavirus come altamente pericoloso, reagendo quindi in maniera incontrollata e dannosa.

L’importanza della scoperta

Poter prevedere l’evoluzione del coronavirus nei pazienti misurando il livello di citochine nel sangue rappresenta un risultato di estrema importanza. È infatti fondamentale poter prevedere o almeno diagnosticare immediatamente una tempesta di citochine in modo da poter intervenire nel modo più efficace nella cura. È importante agire tempestivamente con trattamenti altamente mirati e personalizzati a seconda della gravità delle condizioni del paziente.

Mentre il lavoro dei ricercatori continua, da parte nostra possiamo cercare di ridurre al minimo il contagio, avendo ben presente le modalità di trasmissione del coronavirus e comprendendo quali sono le caratteristiche che lo differenziano dalle altre forme di influenza stagionali.

Published by
Verdiana Brullo