Un team di scienziati ha scoperto come una malattia comune, l’Herpes Zoster (fuoco di Sant’Antonio), può aumentare il rischio di contrarre l’ictus nei pazienti. Esistono trattamenti per i sintomi causati da questo virus, ma non esiste una cura definitiva. I nuovi risultati rivelano come le infezioni virali latenti possano essere risvegliate dopo essere state dormienti per anni e causare problemi di salute. Gli scienziati stanno indagando sul perché le persone che hanno contratto questo virus sono più a rischio di ictus, si crede che la risposta risieda nelle vescicole lipidiche chiamate esosomi.
L’Herpes Zoster è un’infezione virale che provoca una dolorosa eruzione cutanea o delle vesciche sulla pelle. La maggior parte delle persone è infettata dal virus della Varicella-Zoster (VZV) nell’infanzia, e per alcuni può portare a una malattia nota come varicella. Nonostante la maggior parte dei sintomi della malattia si risolva rapidamente in molte persone, il virus non va davvero via dall’organismo. Spesso, infatti, questo rimane dormiente nel nostro sistema nervoso centrale. In circa il 30% degli individui, ad un certo punto della vita, il virus VZV si risveglia e causa di nuovo malattie. Questa volta la malattia si chiama Herpes Zoster e, nella maggior parte dei casi, è caratterizzata da un’eruzione cutanea.
Gli esosomi sono microvescicole rilasciate dalle cellule sia in situazioni fisiologiche che patologiche. Sono circondati da un doppio strato lipidico con proteine derivate dalla cellula primaria e contengono una varietà di molecole, come gli acidi nucleici. Rappresentano un meccanismo emergente di comunicazione intercellulare e svolgono un ruolo importante nella patogenesi del cancro; questo perché stimolano la proliferazione e l’aggressività delle cellule tumorali, inducendo un microambiente favorevole allo sviluppo del tumore e controllando le risposte immunitarie. A causa della crescente comprensione delle implicazioni nello sviluppo di tumori maligni, la ricerca sul ruolo degli esosomi come strumento diagnostico e terapeutico, costituisce un campo promettente.
L’ipotesi è che il virus riattivato inneschi la produzione di esosomi che trasportano proteine di coagulazione del sangue e ciò possa causare un maggior rischio di ictus. Quindi, per indagare, i ricercatori hanno isolato esosomi da 10 soggetti sani e da 13 pazienti con Herpes Zoster. Si è rivelato che gli esosomi dei pazienti con Herpes Zoster contengono volumi significativamente più elevati di proteine di coagulazione rispetto ai soggetti sani. Inoltre, si sono rilevati livelli più elevati nei campioni prelevati dai pazienti con Herpes Zoster 3 mesi dopo che la malattia acuta si è placata. Si è scoperto che l’esposizione delle piastrine agli esosomi dei pazienti con Herpes Zoster ha indotto gli esosomi ad aggregarsi e a formare aggregati con altri tipi di cellule del sangue.
Si è collegato un aumento del rischio di ictus alle conseguenze di altre infezioni virali, tra cui l’influenza e il COVID-19. Tuttavia, a questo punto la ricerca si concentra solo sul rischio di ictus in relazione all’infezione da VZV, non è chiaro se questo meccanismo svolga un ruolo nella relazione tra ictus e altre malattie virali.
Secondo il team di ricerca c’è molto altro lavoro da fare per comprendere meglio la relazione tra ictus e infezioni virali. Recentemente, si è approvato un vaccino per prevenire l’Herpes Zoster per gli adulti di età superiore ai 50 anni; ci sono anche farmaci antipiastrinici che potrebbero essere somministrati ai pazienti con Herpes Zoster più a rischio di ictus. Se questi risultati si confermeranno con uno studio longitudinale più ampio, questo potrebbe cambiare la pratica clinica.