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L’inquinamento atmosferico aumenta il rischio di demenza

portrait of young girl walking wearing jacket and a mask in the city street concept of pollution

Il numero di persone affette da demenza è in continuo aumento. Si stima che il numero di persone affette da demenza passerà da 50 milioni nel 2020 a 150 milioni nel 2050, con conseguenze su costi sociali, individuali e sanitari. I fattori di rischio modificabili che facilitano la comparsa della malattia sono relativi allo stile di vita, come sedentarietà, fumo di sigaretta, obesità, diabete.

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Diverse ricerche hanno cercato di identificare i fattori che aumentano il rischio di demenza così da poterli ridurre e in particolare molte di queste hanno analizzato il legame tra inquinamento atmosferico e il rischio di sviluppare la malattia.

In particolare, un recente studio pubblicato sul British Medical Journal (BMJ) sottolinea l’importanza di adottare misure efficaci per contrastare l’inquinamento e prevenire la demenza. Ecco di cosa si tratta.

Effetti dell’inquinamento sul nostro cervello

Le particelle tossiche atmosferiche provengono da fumi diesel, fumo di legna, pastiglie dei freni, pneumatici e polvere stradale. Tutte queste particelle si combinano tra loro inquinando l’aria che respiriamo. In particolare l’inalazione di particelle microscopiche, note anche come PM 2,5, particelle di larghezza inferiore a 2,5 micron, può causare effetti negativi sulla salute e in particolare sul cervello.

Air Pollution effects

Le particelle entrano nel sangue attraverso i polmoni, scatenando un’ infiammazione nei polmoni e nel corpo. Le particelle più piccole si immettono nel flusso sanguigno, e da lì diffondono attraverso il sistema circolatorio arrivando fino al cervello.

L’infiammazione cronica nel corpo e l’accumulo di livelli di beta-amiloide nel sangue portano alla formazione di placche che bloccano la funzione neuronale e cellulare. Inoltre, le sostanze tossiche hanno la capacità di danneggiare i vasi sanguigni rendendoli più stretti e rigidi, aumentando il rischio di coaguli, aritmie cardiache e infarti o ictus.

Le prove epidemiologiche hanno riportato una connessione tra esposizione cronica all’inquinamento e compromissione delle capacità di percezione visiva nello spazio, declino cognitivo e aumento del rischio di demenza. Altre ricerche hanno analizzato effetti riguardanti patologie legate all’attenzione, alla memoria e a funzioni motorie.

Inquinamento e demenza: lo studio

Lo studio, pubblicato sul British Medical Journal (BMJ), è uno dei più grandi nel suo genere poiché gli scienziati hanno analizzato i dati di oltre 16 milioni di adulti. I ricercatori hanno scoperto che anche piccole quantità di inquinamento atmosferico al di sotto dei limiti di sicurezza possono contribuire allo sviluppo della demenza.

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Nel recente studio, gli scienziati di Harvard hanno svolto un lavoro di meta-analisi e revisione di studi e dati già esistenti sull’argomento. Infatti l’idea che gli inquinanti atmosferici avessero effetti negativi sulla salute è sempre stata trattata negli anni.

Bisogna sottolineare che la maggior parte degli studi analizzati sono stati condotti in Europa e Nord America, e pochi studi provengono da paesi a basso e medio reddito, dove le concentrazioni di PM 2.5 sono in aumento e gli individui hanno maggiore probabilità di essere esposti a inquinamento dell’aria indoor. Tuttavia, il 99% della popolazione mondiale è esposta a livelli di Pm 2,5 con concentrazioni annuali superiori a cinque microgrammi per metro cubo (limite di concentrazione secondo le linee guida).

I risultati dello studio suggeriscono, quindi, che coloro che sono più esposti a queste particelle hanno un rischio di demenza maggiore del 42% rispetto a coloro che non vivono vicino a strade trafficate.

Non è ancora chiaro quali componenti dell’inquinamento siano più dannosi e come questi aumentino il rischio di demenza. In generale l’inquinamento dell’aria ha diversi effetti nocivi sulla salute e porta a mortalità. La Commissione sulla salute ha stimato più di 6,5 milioni di morti a livello globale attribuibili all’inquinamento atmosferico ogni anno.Spesso l’esposizione all’inquinamento porta effetti negativi anche sulla salute cognitiva nei feti in utero.

Misure efficaci contro l’inquinamento

I risultati quindi aggiungono urgenza alla necessità di misure politiche efficaci per ridurre l’inquinamento atmosferico globalmente. Circa il 40% dei paesi non ha ancora linee guida di qualità per l’inquinamento a sostegno dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Anche riducendo la propria esposizione personale, come ad esempio rimanere in casa in giorni altamente inquinati, il rischio è inevitabile.

Riduzioni in inquinamento atmosferico sono teoricamente realizzabili attraverso programmi di politica ambientale globale. I programmi dovrebbero prevedere la transizione verso fonti energetiche pulite e rinnovabili, ridotto consumo di energia e variazioni di agricoltura.

Eventuali effetti positivi sulla demenza e sulla salute generale sarebbero accompagnati da un impatto importante sui cambiamenti climatici e sulla biodiversità. Pertanto, la riduzione dell’inquinamento atmosferico dovrebbe essere globale priorità sanitaria e umanitaria.

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