La startup italiana Vibre lancia una nuova piattaforma neurotech di applicativi dedicati alle aziende: per la prima volta, le imprese potranno utilizzare una piattaforma del genere, concessa su licenza, in maniera completamente autonoma. Nata nel 2018, il focus di Vibre è sempre stato quello di far emergere le neurotecnologie dall’ambiente della ricerca e di metterle in contatto con la massa. Questo processo è iniziato con BrainArt, il sistema che trasforma i pensieri in opere d’arte, che ha messo in contatto le Brain-Computer Interface (BCI) con decine di migliaia di persone. Con la sigla BCI facciamo riferimento a quel mondo di dispositivi e sistemi utilizzati come mezzo di comunicazione per connettere in maniera diretta il cervello con l’ambiente esterno, come può essere un computer o addirittura uno smartphone.
La piattaforma consiste in una serie di servizi esclusivi volti a migliorare il business delle aziende attraverso le neurotecnologie. Mai prima d’ora, infatti, è stato facile introdurre sistemi del genere all’interno delle aziende. Adesso sarà possibile riuscirci grazie ad un sistema che può essere utilizzato anche con dispositivi smart, wireless, ad invasività nulla per l’acquisizione dei segnali cerebrali, niente a che vedere con le ingombranti cuffie utilizzate in ambiente clinico. Ne è un esempio il Muse, prodotto dalla canadese InterAxon, una sorta di fascia poco ingombrante, facilmente indossabile ed alla portata di tutti.
“La collaborazione con grossi brand italiani ci ha permesso di capire quali sono le loro esigenze e di cogliere quel desiderio di innovazione che ci ha portato allo sviluppo di un set di applicativi che fossero il più possibile utlizzabili in maniera immediata ed autonoma dalle aziende, anche di piccola-media dimensione. La grande novità sta infatti nel fornire all’azienda tutto il necessario, dalla strumentazione alla formazione del personale, per sfruttare le neurotecnologie in maniera indipendente.” Afferma Raffaele Salvemini, CEO di Vibre.
“La continua ricerca di indici che fossero robusti ed, allo stesso tempo, implementabili sul mercato reale ci ha spinti a riverificare quasi un secolo di studi sulle Brain-Computer Interface. Ciò ha portato il nostro team R&D ad ottenere risultati che difficilmente si sarebbero ottenuti dalla ricerca, dati i diversi vincoli in gioco. Non mancano comunque le collaborazioni con le università, se pur mantenendo il focus sul cliente finale.” Aggiunge Luca Talevi, CTO di Vibre.
La piattaforma cloud-based, ma che su richiesta può essere offerta anche on-premise, si basa su algoritmi di intelligenza artificiale e permette di fare monitoraggio ed analisi in tempo reale su più persone contemporaneamente, in quello che viene definito Hyperscanning. Tutti i dati sensibili vengono poi gestiti in maniera criptata. Attualmente, la suite lanciata comprende 6 servizi principali:
Tutto ciò si basa su 3 algoritmi proprietari alla base che analizzano specifici aspetti della mente umana. Attraverso la combinazione di questi è possibile ottenere un enorme numero di applicativi. Oltre al già citato MindPrint, gli altri due sono MindPulse e MindFeel. MindPulse misura il “battito cardiaco” del cervello, traducibile nella quantificazione del carico cognitivo del soggetto e nel suo generale stato di salute mentale. MindFeel, invece, misura un indice di “piacevolezza” mentale, in modo simile a quello che viene fatto nel tradizionale neuromarketing, ma in modo più rapido e robusto.
Uno dei settori maggiormente esplorati per la destinazione di questi servizi è quello dell’Automotive, dato l’interesse diffuso, ad alti livelli, di introdurre le neurotecnologie all’interno dei veicoli, in termini di sicurezza e di supporto sia per il guidatore che per i passeggeri e di customizzazione dei veicoli.