Johns Hopkins: termina la raccolta dati Covid-19
Siamo giunti al capolinea? Possiamo mettere una parola fine alla pandemia da Covid -19? Giorno 10 Marzo 2023, la Johns Hopkins University termina il suo sevizio di raccolta dati relativi al Covid.
Fin dai suoi albori, il Covid-19 ha destato grande interesse da parte di tutti. Differenti sono state le dashboard online create per la visualizzazione ed il tracciamento dei dati. Tra esse si ricordano:
- DXY, un sito cinese che integrava i rapporti sulla situazione dalla NHC e della CCCD in tempo reale.
- La mappa interattiva dell’Italia della Protezione Civile, aggiornata ogni giorno alle ore 18:00 sul sito del Ministero della Salute, che raccoglieva i dati giornalieri e li sommava ai precedenti. Permetteva di ritrovare i casi di contagio divisi per Regione, l’andamento nazionale, ed in alto riportava il contagio delle persone totali, dei guariti, dei deceduti e delle persone positive.
I dati raccolti provenivano da varie fornti come il Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie (CDC), il Centro Europei per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il Centro Cinese per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie (CCDC) e la National Health Commission (NHC) ed il DXY.
La dashboard più utilizzata da inizio pandemia ad oggi è quella creata dalla Johns Hopkins University.
Quando è cessato il monitoraggio del Johns Hopkins?
Johns Hopkins University ha accompagnato la pandemia da Covid-19 fin dal primo giorno, raccogliendo i dati ufficiali forniti dai vari paesi circa i morti e i contagi. Inoltre, negli ultimi due anni, ha anche implementato una sezione destinata alla conta delle persone vaccinate. Il giorno 10 Marzo 2023, ha deciso di interrompere le attività circa il Coronavirus Resource Center, come dichiara la stessa Johns Hopkins University:
“Il pionieristico servizio pubblico opera da quando il nuovo coronavirus è stato rilevato per la prima volta negli Stati Uniti nel gennaio 2020, superando i 2,5 miliardi di visualizzazioni del sito web fornendo al pubblico, ai giornalisti e ai responsabili politici in tutta la nazione e in tutto il mondo informazioni affidabili e in tempo reale e analisi di esperti”
Dopo tre anni dall’inizio della pandemia, raccolti i dati dal 22 gennaio 2020 al 10 marzo 2023, monitorati 24 ore su 24 ore, quest’ultimi continueranno ad essere disponibili gratuitamente e saranno accessibili a tutti coloro che vogliono consultarli, presso il loro sito internet.
Il sito ha raccolto informazioni circa i decessi, i vaccini, i test sierologici e molecolari eseguiti ed i casi registrati in tutto il mondo. Il conteggio finale indica 676.609.955 casi accertati, 6.881.955 morti e 13.338.833.198 dosi di vaccino somministrate in tutto il mondo. La pagina web la più visitata dall’inizio della pandemia, permetteva di avere una visione dello sviluppo della stessa non solo nello stato di appartenenza ma anche in tutto il mondo, quasi tenendo compagnia per cercare di sopravvivere a tale momento storico.
Tale servizio della Johns Hopkins ha permesso di conoscere l’andamento del Covid-19, come lo stesso Ron Daniels, presidente delle Johns Hopkins, dichiara:
“Ogni divisione della Johns Hopkins ha contribuito a rendere il Coronavirus Resource Center una fonte inestimabile e affidabile di informazioni e indicazioni a cui si affidano il pubblico e i responsabili politici. Questa risposta rapida e interdisciplinare alla peggiore pandemia del mondo in un secolo esemplifica il ruolo critico che le università di ricerca devono svolgere nelle crisi globali.”
Sarà la fine della pandemia?
Ci si augura che la chiusura del tracking della Johns Hopkins University possa comportare la fine della pandemia da Covid-19, la quale ha completamente rivoluzionato le nostre vite e portato a dei cambiamenti importanti dal punto di vista economico e sociale. Un riconoscimento importante va comunque dato a tale sistema di monitoraggio che ha permesso di comprendere l’andamento dalla stessa pandemia, non solo ai cittadini, ma anche a coloro i quali hanno fin da subito studiato il Covid-19 per indentificarne modelli e comprendere l’evolversi.