Con il progressivo allentamento delle misure prese per contrastare l’emergenza coronavirus, anche lo sport sta cominciando a ripartire, ma rimangono ancora dei dubbi su come poter riuscire a garantire un’adeguata sicurezza. Ricordiamo infatti che l’utilizzo della mascherina mentre si fa sport è fortemente sconsigliato. Durante l’attività fisica, soprattutto per quella ad alta intensità, il nostro corpo ha bisogno di introdurre ossigeno ed espellere anidride carbonica con una frequenza maggiore di quella a riposo. La presenza della mascherina va a creare una barriera che contribuisce a creare un’atmosfera, tra la bocca e la mascherina stessa, ricca di anidride carbonica con effetti negativi sul nostro metabolismo. Le conseguenze vanno da giramenti di testa a nausea e perfino svenimento. Specifichiamo come tale problematica riguardi principalmente le sole attività sportive. In tutti gli altri casi, indossare correttamente la mascherina rimane fondamentale per il contenimento dei contagi.
Come poter, allora, fare sport in sicurezza? Fino ad ora non erano consentiti gli sport di contatto, per cui l’arma di prevenzione rimaneva il distanziamento per tutte quelle attività che lo permettono. Adesso che, però, stanno ricevendo il via libera anche gli sport di contatto, la concezione di una mascherina che possa essere indossata anche durante l’attività fisica intensa diventa una questione sempre più rilevante. È a tal proposito che un team multidisciplinare del Politecnico di Torino è al lavoro su un prototipo di mascherina pensata proprio per lo sport.
“Dal rapporto [Rapporto per la ripartenza in sicurezza delle attività sportive, ndr] emerge la necessità di adottare dispositivi di protezione, soprattutto nel caso di attività di contatto e in tutte le altre in cui sia impossibile mantenere la distanza di sicurezza; la mascherina deve essere adeguata alle particolari condizioni della pratica sportiva, deve garantire cioè due caratteristiche in contrasto tra loro: respirabilità e filtrazione.” Spiega Ada Ferri, coordinatrice del progetto, nel magazine del Politecnico di Torino.
L’idea attualmente considerata è quella di sviluppare mascherine diverse in base ai livelli d’intensità dello sport praticato. In generale, uno sportivo necessiterebbe di una mascherina in grado di far passare almeno 200 litri d’aria la minuto, contro i 95 di una mascherina chirurgica. La vera sfida è quindi quella di trovare un materiale che garantisca i requisiti di respirabilità e filtrazione richiesti, mantenendo le dimensioni di una mascherina standard, tali da non influenzare negativamente le prestazioni atletiche.
Al momento, i primi test sul prototipo sono stati concentrati sul basket in cui il massimo sforzo viene raggiunto in modalità e tempistiche diverse rispetto, ad esempio, al calcio. La prossima fase, invece, servirò per valutare gli atleti dal punto di vista fisiologico. L’obiettivo è comunque quello di fornire standard replicabili e adottabili dalle aziende già dal prossimo autunno, mantenendo prezzi accessibili. Il prototipo, infatti, verrà rilasciato gratuitamente alle aziende che vorranno produrle.
“Credo che l’aspetto più interessante di questa iniziativa sia poi il fatto che gli standard proposti saranno replicabili e disponibili gratuitamente per tutti i produttori interessati: anche in questo modo un’università come la nostra può contribuire alla ripresa del nostro Paese e soprattutto alla salute e al benessere di tanti sportivi.” Afferma il Rettore Guido Saracco.
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