Mentre ancora vediamo fin troppe persone continuare a dubitare dell’utilità della mascherina come mezzo fondamentale per il contenimento dei contagi da coronavirus, gruppi di ricerca in tutto il mondo si sono mobilitati per rendere questo strumento ancora più utile ed efficace. L’ultimo interessante progetto riguarda una mascherina, sviluppata dai ricercatori della Nottingham Trent University, che promette addirittura di uccidere il coronavirus, con una sorprendente efficacia che supera il 90%.
Come già sottolineato più volte, la mascherina, per quanto semplice da utilizzare, richiede comunque una serie di attenzioni, sia nell’indossarla che nel toglierla. Dobbiamo infatti ricordare che le mascherine, proprio in virtù della loro funzione, potrebbero essere state a contatto con il virus nel loro strato più esterno. È quindi importante non toccarle più dopo averle indossate, utilizzare un apposito contenitore nel caso in cui uno debba toglierla per poi rimetterla durante la giornata (limitandosi a toccare solo i lacci) ed infine, se lavabile, sarebbe opportuno farlo una volta al giorno.
Rispetto al tradizionale design a 3 strati, come quello raccomandato dall’OMS, la mascherina ideata dal Dr Gareth Cave, esperto di nanotecnologie della Nottingham Trent University, è composta da ben 5 strati, assemblati nel seguente modo:
Come è facile intuire, è proprio dello strato antivirale il compito di eliminare il virus con cui viene a contatto. In questo strato, infatti, vengono integrate delle nanoparticelle di rame, attraverso un procedimento brevettato dalla stessa università. Una volta a contatto con il coronavirus, tali nanoparticelle rilasciano ioni che vanno ad interagire con il materiale genetico del virus, uccidendolo.
“Abbiamo aggiunto lo strato filtrante su entrambi i lati della mascherina in modo che non solo protegga chi la indossa ma anche chi ci circonda. Uccidendo il virus al contatto, la mascherina usata può, inoltre, essere smaltita in modo sicuro e non diventare una potenziale fonte di trasferimento passivo”, afferma il Dr Cave.
I test, effettuati integrando lo strato antivirale a mascherine IIR (ovvero mascherine con un’efficienza di filtrazione del 99,98%), hanno dimostrato la possibilità di uccidere il 90% del coronavirus venuto a contatto con lo strato nell’arco di 7 ore. Ma non finisce qui. Quando detto è stato anche testato e verificato per il virus dell’influenza.
Alla luce di questi risultati, sembra che queste mascherine possano essere messe disponibili al commercio già nel prossimi dicembre, iniziando dall’ambito sanitario, dei trasporti e alimentare. Il prezzo, nonostante la tecnologia integrata antivirale, dovrebbe rimanere paragonabile a quello delle normali mascherine IIR.
Sebbene con un diverso approccio, non è la prima volta che assistiamo a un’idea del genere. Alcuni mesi fa, infatti, il direttore del Center of Membrane Sciences presso l’Università del Kentucky Dibakar Bhattacharyya aveva dato il via allo sviluppo di una mascherina con la stessa funzione di quella appena descritta. In quel caso, però, la mascherina era dotata di uno strato intermedio caricato con specifici enzimi che vanno a bloccare le proteine “spike” che permettono al coronavirus di legarsi alle cellule umane, di fatto disattivandolo.
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