Mutazione Angelina: cos’è, cause, trattamento e prevenzione
La “Mutazione Angelina” sta cambiando la prospettiva sul cancro eredo-familiare, aprendo nuove strade nella diagnosi, nella prevenzione e nella terapia. Nel vasto panorama delle malattie genetiche, le mutazioni nei geni BRCA1 e BRCA2 sono emerse come precursori di un rischio significativo per lo sviluppo di tumori, in particolare al seno e all’ovaio. Questa realtà, resa celebre dall’esperienza di Angelina Jolie, ha portato alla luce diverse possibilità nella prevenzione e nel trattamento di queste neoplasie.
I geni: mattoni fondamentali della vita
I geni sono le unità ereditarie di base della vita, contenute nel DNA di ogni organismo vivente. Sono come i mattoni fondamentali di un grande edificio, portatori delle istruzioni necessarie per la costruzione e il funzionamento del corpo. Ogni gene contiene informazioni specifiche per la sintesi di una particolare proteina o per svolgere una specifica funzione cellulare. Il DNA è una lunga molecola a doppia elica che rappresenta il codice genetico di un organismo. Le sequenze specifiche di nucleotidi nel DNA formano i geni. Tuttavia, a causa di vari fattori come esposizione a sostanze chimiche, radiazioni o errori nel processo di replicazione del DNA, possono verificarsi delle variazioni nella sequenza genetica. Queste variazioni sono chiamate mutazioni.
Le mutazioni dei geni BRCA1 e BRCA2
Le mutazioni nei geni BRCA1 (Breast Cancer gene 1) e BRCA2 (Breast Cancer gene 2) sono mutazioni genetiche specifiche che portano a un aumentato rischio di sviluppare il cancro al seno e all’ovaio. Questi geni svolgono un ruolo fondamentale nella riparazione del DNA e nel mantenimento della stabilità genomica. Tuttavia, quando mutati, non riescono a svolgere adeguatamente queste funzioni protettive, aumentando il rischio di cellule tumorali.
Le persone portatrici di mutazioni BRCA1 o BRCA2 hanno un rischio significativamente elevato di sviluppare tumori al seno, all’ovaio, alla prostata e ad altri organi. Questi tipi di cancro ereditario sono noti come tumori eredo-familiari. Avere una mutazione BRCA1 o BRCA2 non garantisce l’insorgenza del cancro, ma aumenta notevolmente il rischio. L’aumento del rischio non è da sottovalutare. Infatti, secondo stime accurate e basate su ricerche approfondite, le persone con queste mutazioni presentano un rischio del 70% in più di sviluppare il cancro al seno e un aumento variabile tra il 40% e il 25% per il cancro ovarico.
Come avviene la “Mutazione Angelina”?
Le mutazioni nei geni BRCA1 e BRCA2 possono verificarsi per delezione. Una delezione è un evento in cui una parte del DNA, che può includere uno o più geni, viene persa o eliminata durante il processo di replicazione del DNA. Questo può causare una variazione significativa nella sequenza genetica, influenzando le istruzioni che i geni dovrebbero fornire per la formazione e il funzionamento delle proteine. Nel caso delle mutazioni BRCA1 e BRCA2, delezioni specifiche in queste regioni possono portare a un funzionamento alterato di questi geni. Quando una delezione coinvolge parti critiche di BRCA1 o BRCA2, le cellule possono essere più suscettibili a errori nella riparazione del DNA. Questo aumenta il rischio di sviluppare tumori, in particolare il cancro al seno e all’ovaio.
Una persona può ereditare una mutazione BRCA1 o BRCA2 sia dalla madre che dal padre. Se uno dei genitori porta una mutazione, ogni figlio ha il 50% di probabilità di ereditare quella mutazione. In alcuni casi, una mutazione BRCA1 o BRCA2 può verificarsi spontaneamente durante la formazione delle cellule uovo o spermatozoi o nelle prime fasi dello sviluppo embrionale. Questo tipo di mutazione non è ereditato dai genitori ma è presente solo nell’individuo affetto. Le mutazioni nei geni BRCA1 e BRCA2 possono verificarsi durante la vita di una persona a causa di fattori esterni come esposizione a sostanze chimiche, radiazioni o altre influenze ambientali.
Il caso di Angelina Jolie
Angelina Jolie, una delle attrici più celebrate di Hollywood, ha portato la questione delle mutazioni BRCA1 e BRCA2 alla ribalta mondiale. Per questo si sta parlando di “Mutazione Angelina”. Infatti, nel 2013, ha deciso di sottoporsi a un intervento preventivo di mastectomia bilaterale, che consiste nella rimozione completa di entrambi i seni. In seguito, si è sottoposta a una salpingo-ovariectomia, ovvero la rimozione delle tube di Falloppio e delle ovaie. Questa decisione coraggiosa e pubblica ha aperto una discussione globale sulla prevenzione attiva del cancro eredo-familiare e ha messo in evidenza l’importanza di conoscere il proprio patrimonio genetico.
La decisione di Angelina Jolie di sottoporsi a interventi chirurgici preventivi non è stata impulsiva. Dopo aver scoperto di essere portatrice di una mutazione BRCA1, che le conferiva un rischio significativo di sviluppare tumori al seno e all’ovaio, ha scelto di affrontare la situazione con forza e determinazione. La sua decisione è stata guidata da una valutazione attenta dei rischi e dei benefici, consultando esperti per comprendere la sua situazione e le opzioni disponibili. Il suo messaggio ha ispirato molte persone ad affrontare i loro rischi genetici, incoraggiandole a considerare le opzioni di prevenzione, come la chirurgia preventiva e la sorveglianza regolare.
L’importanza della prevenzione
La consapevolezza delle mutazioni BRCA1 e BRCA2 è essenziale per molti pazienti. Comprendere il proprio rischio genetico può guidare decisioni importanti sulla prevenzione e la gestione del cancro. Questo può includere controlli regolari, interventi chirurgici preventivi come l’asportazione delle ovaie e delle tube o, in alcuni casi, la chemioprevenzione. I tumori legati alle mutazioni BRCA sono noti per la loro aggressività. Questa caratteristica aggiunge un livello di complessità e gravità alla situazione.
Nel caso dei tumori al seno, queste mutazioni sono associate all’8% di tutti i casi. Nel contesto dei tumori ovarici, il numero sale al 25%. Queste cifre, nonostante possano sembrare statistiche fredde, rappresentano persone, famiglie e comunità che devono affrontare la minaccia di una malattia grave e spesso letale. Questa aggressività sottolinea l’urgenza di interventi tempestivi e di gestione del rischio per coloro che portano queste mutazioni.
Diagnosi della Mutazione Angelina
La diagnosi della mutazione nei geni BRCA1 e BRCA2 avviene attraverso il processo di testing genetico, noto anche come consulenza genetica o analisi genetica. Questo tipo di test può essere eseguito per diverse ragioni. Se ci sono casi di cancro al seno, all’ovaio o ad altri organi correlati nei familiari di primo grado, come genitori, fratelli o figli, il test genetico può essere raccomandato per determinare se c’è una mutazione nella famiglia.
Se una persona ha ricevuto la diagnosi di tumore al seno o all’ovaio prima dei 50 anni, i medici potrebbero suggerire il test genetico. I pazienti con una storia familiare di mutazioni BRCA1 o BRCA2 possono decidere di sottoporsi al test genetico per prendere decisioni preventive. Tra queste ci sono la mastectomia preventiva (rimozione del seno) o la salpingo-ovariectomia profilattica (rimozione delle tube di Falloppio e delle ovaie).
Prima di sottoporsi al test, le persone interessate partecipano a una sessione di consulenza genetica. Un consulente genetico spiega i rischi e i benefici del test, nonché le implicazioni psicologiche ed etiche. Il test si esegue utilizzando un campione di sangue o di saliva. Il campione è poi analizzato da un laboratorio specializzato per l’analisi genetica. Una volta che i risultati del test sono disponibili, un consulente genetico aiuta il paziente a comprendere e interpretare i risultati.
Mutazione Angelina e chirurgia preventiva
Per le donne portatrici della “Mutazione Angelina”, l’asportazione preventiva delle ovaie e delle tube rappresenta una possibilità nella lotta contro il cancro ovarico. Questa decisione coraggiosa offre una strategia efficace per ridurre significativamente il rischio di tumori ovarici. Uno studio condotto presso l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano ha gettato luce su questa strategia. I risultati hanno dimostrato che l’asportazione preventiva, conosciuta come salpingo-ovariectomia profilattica, ha ridotto drasticamente il rischio di sviluppare tumori ovarici nelle donne portatrici di mutazioni BRCA1 e BRCA2.
L’asportazione preventiva delle ovaie e delle tube offre alle donne la possibilità di vivere una vita senza la costante paura del cancro ovarico. Le donne che hanno affrontato questa decisione con determinazione e coraggio testimoniano di una qualità di vita migliorata, libera dall’ansia costante e dalla preoccupazione per il futuro. Tuttavia, è fondamentale sottolineare che la decisione di sottoporsi all’asportazione preventiva è personale e dovrebbe essere presa dopo una consultazione approfondita con un team medico specializzato. Ogni individuo è unico, e fattori come l’età, lo stato di salute generale e le preferenze personali devono essere attentamente considerati. Una consulenza genetica approfondita e la comunicazione con i medici sono essenziali per comprendere le opzioni disponibili e prendere una decisione informata.
Come avviene il trattamento preventivo
Le donne con la “Mutazione Angelina” vengono spesso sottoposte a screening del seno più frequente, che può includere sia mammografia che risonanza magnetica. Questi test possono individuare cambiamenti precoci nei tessuti del seno. Le donne con mutazioni BRCA1 hanno un aumento del rischio di cancro ovarico. Quindi, l’ecografia pelvica e il test del CA-125 possono essere utilizzati per il monitoraggio regolare. Gli uomini con mutazioni BRCA1 e BRCA2 possono essere monitorati per il cancro alla prostata attraverso esami del sangue come l’antigene prostatico specifico (PSA) e l’esame rettale digitale (DRE).
Alcune donne con mutazioni BRCA1 e BRCA2 scelgono di sottoporsi a una mastectomia preventiva (rimozione del seno) per ridurre il rischio di cancro al seno. Questo intervento può coinvolgere la rimozione di uno o entrambi i seni. Per le donne con mutazioni BRCA1, la rimozione preventiva delle tube di Falloppio e delle ovaie può ridurre significativamente il rischio di cancro ovarico. Questo intervento può anche ridurre il rischio di cancro al seno. Le donne ad alto rischio di cancro al seno possono inoltre beneficiare di farmaci come il tamoxifene o il raloxifene, che sono farmaci antiestrogeni che riducono il rischio di cancro al seno nelle donne postmenopausa. Per i pazienti con tumori BRCA-mutati, gli inibitori di Parp come olaparib possono essere utilizzati come terapia mirata. Questi farmaci hanno dimostrato di essere efficaci nel trattamento di tumori BRCA-mutati.