Covid-19

Orthocoronavirinae: cos’è il Coronavirus?

Negli ultimi mesi il termine “Coronavirus” è entrato (purtroppo) a far parte delle nostra quotidianità. Ma, cosa sono di preciso i coronavirus? Iniziamo con il dire che quello contro contro cui stiamo combattendo adesso in Italia, ed in tutto il mondo, è un specifico ceppo appartenente alla sottofamiglia degli Orthocoronavirinae, a loro volta appartenenti alla famiglia dei Coronaviridae.

Gli Orthocoronavirinae, conosciuti appunto con il nome di coronavirus, sono virus a RNA, ovvero che utilizzano l’RNA come materiale genetico e non il DNA, a polarità positiva. Il termine “coronavirus” deriva dalla loro conformazione, infatti la parola latina “corona” fa riferimento al loro aspetto, rilevabile attaverso miscoscopio elettronico, caratterizzato dalla presenza di una serie di glicoproteine superficiali che ricordano, per l’appunto, la forma di una corona.

Credits: Scientificanimations

Questi virus sono causa di diverse patologie, che possono andare dal comune raffreddore ad infezioni respiratorie più gravi, sia negli animali che nell’uomo e vanno ad attaccare primariamente le cellule epiteliali del tratto respiratorio e gastrointestinale. Come riportato dal sito del Ministero della Salute, ad oggi conosciamo 7 coronavirus in grado di infettare l’uomo: mentre 4 di questi sono più comuni, gli altri 3 sono responsabili di gravi malattie come la MERS (Middle East Respiratory Syndrome), la SARS (Severe Acute Respiratory Syndrome) ed il COVID-19, causate rispettivamente dai virus SARS-CoV, MERS-CoV ed il SARS-CoV-2.

L’Orthocoronavirinae SARS-CoV-2, responsabile dell’attuale pandemia di COVID-19 (dove “CO” sta per corona, “VI” per virus, “D” per disease e “19” indica l’anno in cui si è manifestata), è un nuovo ceppo sconosciuto all’essere umano prima di venire rilevato a Wuhan, in Cina, lo scorso dicembre 2019. Questo conoravirus viene considerato un “fratello” del SARS-CoV dal momento che condividono gran parte del genoma, ma rimangono lo stesso due ceppi diversi.

Il “salto” nell’essere umano

Appurato che questo nuovo virus non sia stato creato in laboratorio, attualmente si ritiene probabile che l’origine della comparsa di questo coronavirus nell’essere umano sia ricollegabile al fenomeno conosciuto come “spillover“, ovvero il salto di specie di un virus solitamente circolante solo negli animali, così come è accaduto con i virus della SARS e della MERS. Questo fenomeno non riguarda solo gli Orthocoronavirinae: tra gli altri esempi possiamo citare l’ebola ed il morbillo, ma la lista non finisce qui. In questo caso, il salto è stato probabilmente reso possibile da una mutazione delle glicoproteine superficiali dei coronavirus presenti nei pipistrelli, che normalmente non riuscirebbero a legarsi efficaciemente con i recettori presenti sulle cellule umane.

Ciò che sta rendendo tale virus così pericoloso e contagioso, tanto da richiedere l’attuale stato di quarantena, è il fatto che, essendo un virus nuovo, non ne possediamo l’immunità, cosa che invece accade ad esempio con l’influenza. Un’altra importante differenza, rispetto alla comune influenza, è che non abbiamo a disposizione attualmente né un vaccino (per cui dovremo ancora aspettare mesi) né farmaci specifici. Infine, il SARS-CoV-2 attacca direttamente gli alveoli, causando, nei casi peggiori, una polmonite virale primaria.

Published by
Jacopo Ciampelli