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Sclerosi multipla: sviluppata un’app per monitorare il decorso della malattia

Sclerosi multipla: sviluppata un'app per aiutare il trattamento dei pazienti.

Sclerosi multipla: sviluppata un'app per aiutare il trattamento dei pazienti.

Monitorare il modo in cui i pazienti con sclerosi multipla, o altre malattie degenerative, utilizzano il loro smartphone potrebbe fornire informazioni preziose per aiutarli a ottenere un trattamento migliore. Dei ricercatori olandesi del Dipartimento di Neurologia dell’Amsterdam University Medical Center e di Neurocast, una compagnia privata di data science specializzata in life science, hanno sviluppato un’app mobile per registrare le dinamiche di battitura di un gruppo di soggetti sani e di un gruppo di soggetti affetti da sclerosi multipla in varie fasi del trattamento della malattia, nel corso di un anno. Lo studio è stato pubblicato su Chaos, una delle riviste dell’American Institute of Physics (AIP).

Che cos’è la sclerosi multipla?

Sclerosi multipla: sviluppata un'app per aiutare il trattamento dei pazienti. Credits: Creha-Riabilitazione
La differenza tra un nervo normale e un nervo di una persona affetta da sclerosi multipla. Credits: Creha-Riabilitazione

La sclerosi multipla (SM) è una delle più comuni malattie che colpiscono il sistema nervoso centrale. Può colpire sia l’encefalo sia il midollo spinale. È una patologia infiammatoria, demielinizzante, cronica e progressivamente invalidante. È caratterizzata da:

  • distruzione mielinica focale
  • compromissione diffusa della sostanza bianca (e recenti studi indicano anche di sostanza grigia)
  • lesione e perdita assonale di vario grado con una progressiva disfunzione neurologica

La malattia colpisce prevalentemente i giovani: l’esordio è maggiormente tra i 20 e i 30 anni ma può arrivare fino ai 50 anni. Recentemente si parla anche di SM pediatrica. Colpisce più le donne che gli uomini con un rapporto di circa 2:1.

L’aspetto principale della patologia è la distruzione della mielina. La mielina è costituita per l’80% da lipidi e per il 20% da proteine e agisce da isolante, riveste gli assoni e consente un’opportuna trasmissione del segnale. È proprio grazie a questa trasmissione del segnale a livello neuronale che riusciamo a compiere diverse funzioni. Nella SM si ha una reazione autoimmunitaria anomala che riconosce la mielina come estranea e la va ad aggredire e distruggere, arrivando a una demielinizzazione. Questo provoca aree scoperte che vengono chiamate placche o lesioni. Nel caso di un assone sano abbiamo una corretta trasmissione del segnale, se invece il nervo è danneggiato possiamo avere un rallentamento e una dispersione del segnale. La conduzione degli impulsi può essere rallentata o addirittura bloccata.

Cause

Per la SM si parla di un’origine multifattoriale. L’ambiente e l’etnia possono avere un ruolo. Si ritiene che la SM sia più frequente nelle donne di etnia caucasica e che vivono in un clima freddo. C’è da considerare anche una predisposizione genetica: non è geneticamente trasmissibile tra genitori e figli, ma studi epidemiologici hanno casi familiari. Un’altra causa può essere anche l’esposizione ad agenti infettivi anche se non è ancora stato dimostrato il virus o il batterio responsabile

Sclerosi multipla: sviluppata un'app per aiutare il trattamento dei pazienti. Credits: AISM
L’origine multifattoriale della sclerosi multipla. Credits: AISM

Sintomi

I sintomi sono molteplici e dipendono dal fatto che le lesioni demielinizzanti possano colpire aree diverse del sistema nervoso centrale. Tra i sintomi più comuni troviamo disturbi visivi, spasticità, fatica, disturbi cognitivi, depressione, disturbi del linguaggio, disturbi della coordinazione, disturbi vescicali, disturbi della sensibilità.

Diagnosi

Tra i criteri diagnostici ci sono i criteri clinici, come la valutazione neurologica, e criteri paraclinici, come l’esame del liquor e i potenziali evocati visivi. Fondamentale è la risonanza magnetica che permette di andare a identificare le lesioni causate dalla patologia e dimostrare una disseminazione spaziale (lesioni sviluppate in zone diverse) e una disseminazione temporale (lesioni sviluppate in tempi diversi).

Trattamenti

Non esiste una cura per la sclerosi multipla. Esistono farmaci che possono rallentare la progressione della malattia, andando a modificarne il decorso per cercare di ridurre la gravità del quadro clinico. La ricerca farmacologica, molto attiva in questo campo, punta a interagire con il processo fondamentale che è quello della demielinizzazione. Accanto al trattamento di tipo farmacologico si fa strada un trattamento di tipo riabilitativo sia cognitivo sia neuromotorio.

Neurokeys, l’app che aiuta a monitorare la sclerosi multipla

La sclerosi multipla è una patologia progressivamente invalidante. Per questo, i ricercatori si sono posti il problema di trovare un modo efficace per rilevare segnali precoci di cambiamenti nel decorso della malattia. Hanno pensato di concentrarsi su qualcosa che ormai tutti facciamo ogni giorno: digitare sui nostri smartphone. Infatti, le dinamiche della battitura riescono a evidenziare quanto velocemente o lentamente qualcuno sta digitando su un touch screen, la quantità di tempo intercorsa tra le lettere digitate, il numero di errori fatti e corretti durante la digitazione e altri comportamenti.

Come parte dello studio, i ricercatori dell’Amsterdam University Medical Center hanno utilizzato un’app mobile che tiene traccia del modo in cui un utente sta digitando sulla tastiera del telefono. L’app si chiama Neurokeys ed è stata sviluppata da Neurocast. È costituita da una tastiera software personalizzata con layout identici e funzionalità simili rispetto alle tastiere predefinite in iOS e Android, come la correzione automatica e la previsione delle parole. Una volta che i partecipanti hanno installato Neurokeys, sono stati raccolti i dati di ciascuna delle loro sessioni di digitazione.

Sclerosi multipla: sviluppata un'app per aiutare il trattamento dei pazienti. Credits: Neurocast
Neurokeys, la tastiera che permette di misurare il livello di energia utilizzato nella digitazione. Credits: Neurocast

Un primo passo promettente

In questo modo, i ricercatori sono riusciti ad osservare e analizzare il tempo impiegato a digitare dalle persone affette da SM, un tempo chiaramente diverso – più lento e con più errori – dai soggetti sani del gruppo di controllo. “I cambiamenti clinicamente rilevanti nella dinamica della battitura possono essere visti come segnali di allarme precoci per i cambiamenti nell’attività della malattia del paziente prima che il cambiamento si verifichi”, hanno scritto gli autori.

James Twose, uno degli autori, ha definito i risultati dello studio un “primo passo promettente” verso l’utilizzo delle sequenze di tasti per aiutare a diagnosticare i cambiamenti nei pazienti con malattie croniche come la SM. “Il sogno è una previsione”, ha detto Twose. “Se c’è una parvenza di prevedibilità, la gioia sarebbe prevedere la malattia in modo simile a come si fa con il meteo“.

Uno strumento in più per i medici, oltre che un aiuto per i pazienti

I pazienti con sclerosi multipla generalmente effettuano visite cliniche ogni 3-12 mesi e la risonanza magnetica è il modo migliore per misurare i cambiamenti nelle lesioni al cervello dovute alla malattia. Se i medici potessero utilizzare qualcosa come le sequenze di tasti digitati per monitorare i pazienti su base più continuativa, potrebbero prevedere meglio l’eventuale necessità di nuovi trattamenti. “Nelle malattie croniche come la SM e il morbo di Alzheimer e il morbo di Parkinson, c’è un peggioramento intrinseco nel tempo”, ha detto Twose. “Quando si tratta di digitare, hai bisogno di tutte le tue facoltà per farlo bene. Ce ne accorgiamo quando si ha problemi con quello.”

Un tale sistema sarebbe utile per chi soffre di malattie croniche per diversi motivi. Un monitoraggio coerente darebbe ai medici un quadro più completo delle condizioni dei paziente rispetto alle visite cliniche occasionali, le quali possono solo fornire un’istantanea di come stanno andando le cose in quel momento. Inoltre, sarebbe anche un vantaggio per i pazienti le cui condizioni rendono difficili i viaggi per i controlli medici.