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Sensori flessibili e senza fili per il monitoraggio dei neonati

Sensori flessibili e senza fili per il monitoraggio dei neonati

Sensori flessibili e senza fili per il monitoraggio dei neonati Photo: Northwestern University

Tra tutte le caratteristiche che i sensori in ambito biomedico devono avere, ce n’è una che sta diventando sempre più comune: la connessione wireless. La possibilità di eliminare i cavi permette sicuramente una maggiore comodità soprattutto se, come in questo caso, parliamo di neonati. Inoltre, abbiamo già visto quanto sia importante il contatto pelle a pelle del neonato con la madre, altrimenti ostacolato dai cavi dei tradizionali sensori.

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Un team interdisciplinare di ricercatori della Northwestern University ha quindi sviluppato un sistema di due soli sensori, soffici e flessibili, che possono essere applicati sulla pelle del neonato senza danneggiarla in alcun modo.

Volevamo eliminare il nido di fili e adesivi aggressivi associati ai sistemi hardware esistenti e sostituirli con qualcosa di più sicuro, più incentrato sul paziente e più compatibile con l’interazione genitore-figlio. Siamo stati in grado di riprodurre con precisione tutte le funzionalità che gli attuali sensori a filo forniscono dal punto di vista clinico. I nostri dispositivi wireless, privi di batteria e simili alla pelle, non rinunciano a nulla in termini di gamma di misurazione, precisione e precisione e forniscono persino misurazioni avanzate che sono clinicamente importanti ma non comunemente raccolte “.

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Afferma John A. Rogers, a capo della ricerca.

Leggeri come una goccia d’acqua

Sensori wireless neonati
Il sensore di sinistra, che viene applicato sul petto, misura 5×2.5 cm, mentre quello a destra, da applicare su un piede, misura 2.5×2 cm.
Credits: Northwestern University

Il sistema, disegnato per adattarsi perfettamente alla sensibile pelle del neonato, permette di monitorare vari parametri vitali come: frequenza cardiaca e respiratoria, pressione sanguigna, saturazione di ossigeno nel sangue e temperatura corporea. Inoltre, è trasparente e compatibile con i vari metodi di imaging diagnostico, come raggi x, risonanza magnetica e CT.

Anche se i due sensori possono essere sterilizzati e riutilizzati, il loro basso costo permette di sostituirli con dei nuovi ogni 24 ore.

I risultati del primo trial clinico, eseguito su più di 70 neonati presso l’unità di terapia intensiva neonatale, sono stati pubblicati sulla rivista Science e si sono rivelati un successo, tanto che i ricercatori si aspettano di vedere questi sensori negli ospedali statunitensi nell’arco di 2 o 3 anni.

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