Il tessuto “robotico” per controllare i movimenti della respirazione
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Fonte: MIT
Un nuovo tipo di fibra, chiamato “OmniFibers”, potrebbe essere usata negli indumenti per allenare la respirazione. È capace di percepire allungamenti e compressioni ed è in grado di fornire un feedback tattile. Il tessuto robotico che integra queste fibre è stato sviluppato da i ricercatori del MIT con collaboratori dell’Università di Uppsala e del KTH Royal Institute of Technology in Svezia.
Il nuovo tessuto potrebbe essere utile per recuperare i giusti movimenti della respirazione da parte di pazienti dopo interventi chirurgici, oppure da parte di coloro che soffrono di malattie respiratorie come l’apnea notturna o COVID-19. Le applicazioni potrebbero essere di vario tipo, non solo in ambito strettamente clinico. Ad esempio, il tessuto potrebbe aiutare atleti e artisti nella regolazione del respiro.
Com’è fatto questo tessuto robotico?
Il tessuto robotico sviluppato è costituito da fibre sottili e flessibili, con un canale centrale in cui è presente un fluido. Le fibre sono costituite da cinque strati: il canale fluidico centrale, un tubo in silicone che contiene il fluido, un sensore in grado di rilevare la deformazione come un cambiamento di resistenza elettrica, una rete polimerica esterna intrecciata e un filamento non elastico per evitare eccessiva estensione.
Il fluido nel canale centrale può essere, ad esempio, aria compressa o acqua. Tale fluido è controllato da una piattaforma di controllo miniaturizzata che ne controlla pressione e portata e, conseguentemente, aziona i movimenti delle fibre. Agendo su vari parametri si può quindi controllare meccanicamente il movimento della fibra.
Questo tessuto intelligente è in grado di piegarsi, allungarsi, arricciarsi e pulsare, fornendo un feedback immediato all’utente. Questa fibra può essere integrata nei tessuti di capi di abbigliamento quotidiano, trasformandoli in degli indumenti che rispondono a diversi stimoli del corpo umano.
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Sicuramente vantaggi del nuovo tessuto robotico sono le dimensioni ridotte e i materiali economici. Inoltre, ha un rapido tempo di risposta nel feedback ed è anche compatibile con la pelle umana, in quanto lo strato più esterno è basato su un materiale simile al poliestere.
Com’è stato testato il tessuto robotico?
I ricercatori hanno creato un indumento, per la parte superiore del corpo, con questo tessuto robotico. Questo è stato utilizzato da un cantante esperto, per monitorarne i movimenti respiratori. I dati di movimento ricavati dai sensori sono stati registrati. Questi ultimi sono stati poi tradotti nel corrispondente feedback tattile.
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Ottenuto il modello di respirazione corretto, l’indumento può essere utilizzato dai cantanti alle prime armi per avere un feedback sulla postura e quindi sulla respirazione ottimale. Il tessuto è perciò in grado di registrare dati da un esperto, per poi trasferirli tattilmente a qualcuno che sta imparando.
L’indumento progettato è costituito da diversi moduli per monitorare diversi gruppi muscolari, in quanto la respirazione è un processo complesso che comprende vari movimenti. Quindi, l’indumento è in grado di riprodurre e stimolare l’attivazione dei diversi gruppi muscolari.
Utilizzo e sviluppi futuri
Il tessuto robotico potrebbe essere utile non solo per i cantanti, così come i ricercatori hanno inizialmente testato, ma anche in ambito clinico. I pazienti che hanno subito un intervento chirurgico o che stanno vivendo conseguenze di una malattia respiratoria come COVID-19 potrebbero aver bisogno di perfezionare il loro controllo muscolare respiratorio.
Inoltre, i ricercatori vorrebbero rendere il tessuto robotico capace di allenare altri tipi di movimenti muscolare diversi dalla respirazione, diventando quindi utile anche in altri ambiti. Ad esempio, per atleti e ballerini, partendo dai movimenti corretti degli esperti e poi fornendo aiuto ai principianti o per aiutarli a perfezionarsi.
I ricercatori stanno anche sperimentando l’utilizzo di altri fluidi nel canale fluidico allo scopo di aggiungere funzionalità, come la capacità di cambiamento di rigidità. L’obiettivo dei ricercatori è anche quello di rendere l’intero sistema ancora più miniaturizzato e di rendere la fabbricazione completamente automatica.