Salutiamo questo 2019 rinnovando la tradizione avviata lo scorso anno, ovvero con una rassegna dei 5 articoli più letti.
Iniziamo con l’interessante ed ambizioso progetto portato avanti dai ricercatori dell’Università di Washington. Con il crescere del mercato degli smart speaker, si cerca il modo per sfruttarne al meglio le numerose potenzialità, anche in ambito medico. Perché allora non sviluppare un algoritmo che possa riconoscere il respiro agonico, un sintomo dell’arresto cardiaco? I risultati ottenuti dai test sono decisamente promettenti: l’algoritmo è stato in grado di riconoscere il respiro agonico con un tasso di falsi positivi dello 0,2% in 164 ore.
Si sa, prevenire è meglio che curare. Ideato per evitare, o per lo meno ritardare il più possibile, interventi sostitutivi al ginocchio, questa sorta di ammortizzatore permette di alleggerire il carico sull’articolazione rallentando il progredire dell’osteoartrite. Il dispositivo è già stato impiantato su un paziente ed è in corso il trial clinico per valutarne l’effettiva efficacia.
Arriviamo al gradino più basso del podio con EMPATIC (EModulation of PAncreaTic Islet Cells), un progetto di ricerca che vede impegnati ricercatori provenienti dalla New York University, Universität Zürich, CNR, con la coordinazione di ENEA, ente pubblico di ricerca italiano che opera nei settori dell’energia, dell’ambiente e delle nuove tecnologie. L’obiettivo è quello di monitorare e stimolare la produzione di insulina nei pazienti affetti da diabete di tipo 2. Il tutto è basato su interfacce neurali per la neurostimolazione del pancreas.
A settembre il terribile annuncio del ritorno del male che l’aveva già colpita in passato, ovvero il tumore alle ovaie. In tali circostanze avevamo parlato di fattori di rischio, prevenzioni e trattamenti. Dopo l’operazione, avvenuta lo stesso mese, adesso sembra, fortunatamente, che tutto vada per il meglio.
Concludiamo con quella che purtroppo è stata una delle peggiori notizie del 2019. Il 13 agosto ci lasciava Nadia Toffa, nota conduttrice de Le Iene, a causa di un tumore al cervello. Anche in questo caso abbiamo approfondito gli aspetti di questa terribile malattia sperando che i progressi nella ricerca possano evitare tali tragiche conseguenze in futuro.