Curiosità e consigli

Trapianto di organi: ora si possono conservare più a lungo

I trapianti sono interventi chirurgici che interessano la sostituzione di cellule, organi o tessuti da un donatore ad un ricevente; lo scopo principale è ripristinare le funzioni vitali del paziente ricevente. Trasportare un organo da trapiantare è uno dei processi più complessi del trapianto stesso; per questa ragione, molti organi che non riescono a superare il trasporto diventano inutilizzabili.

Solo nel 2021 i trapianti eseguiti in Italia sono stati:

  • 2.051 di rene,
  • 1.376 di fegato,
  • 251 di cuore,
  • 115 di polmone,
  • 55 di pancreas.

I donatori del 2021 sono stati complessivamente 1.725. Come si può vedere, il trapianto è una procedura molto frequente e, attualmente, gli organi donati non coprono la domanda dei pazienti che hanno bisogno di un organo nuovo. Dunque, diventa fondamentale preservare al meglio e il più possibile gli organi espiantati a disposizione.

Recentemente, un team di ricercatori ha scoperto una soluzione riguardante la conservazione degli organi da trapianto, identificando nuovi crioprotettori che potrebbero preservarli molto più a lungo senza danneggiarli.

Trapianto organi: un’equipe medica che realizza un trapianto

Come si conservano organi e tessuti

Un buon metodo per conservare le cellule più a lungo è quello di congelarle, a differenza di lasciarle a temperatura ambiente, così da non crearne danni irreversibili. Il problema è che il congelamento tradizionale danneggia le cellule man mano che con il tempo si formano cristalli di ghiaccio. Questo è visibile anche quotidianamente quando notiamo che le nostre bistecche congelate e scongelate diventano un po’ pastose con il passare dei giorni. Questo fatto rischia di rendere gli organi donati umani inadatti al trapianto

Un’illustrazione dei nuovi agenti crioprotettivi che preservano le cellule senza causare danni dalla formazione di cristalli di ghiaccio – Credits: Saffron Bryant

Gli agenti crioprotettivi possono essere utilizzati per prevenire la formazione di cristalli di ghiaccio e i danni risultanti, creando uno stato vetroso. In passato, questa tipologia di agenti è stata utilizzata per conservare campioni di liquidi come sangue e sperma, ma mai per interi organi perché c’è il rischio che gli agenti crioprotettivi diventino tossici.

Trapianto organi: il nuovo studio

Il team di ricercatori ha identificato un nuovo tipo di crioprotettori che mostra risultati promettenti nel preservare diversi tipi di cellule, a differenza di quelli già esistenti. Dunque, questa recente scoperta ha un’ottima funzionalità per i trapianti d’organo e potrebbe risolvere le attuali problematiche. Il team ha testato una classe di sostanze chimiche chiamate solventi eutettici e ne ha identificata una che funziona preservando i tessuti senza danneggiarne le cellule.

I ricercatori hanno poi testato la sostanza chimica su quattro tipi di diverse cellule, tra cui la pelle e le cellule cerebrali. In primo luogo, le cellule vengono incubate con il crioprotettore a 37 °C (98,6 °F), ovvero alla temperatura corporea umana, per alcune ore prima di essere congelate. Più tardi, i campioni sono scongelati ed esaminati con microscopi per verificarne il danno cellulare.

Immagini confocali rappresentative di ciascuno dei quattro tipi di cellule nel primo passaggio dopo il congelamento con DMSO (in alto) o Prol-Gly (in basso) – Credits: Journal of Materials Chemistry B

Dalle verifiche risulta che il nuovo crioprotettore è efficace per tutti e quattro i tipi di cellule, mostrando meno tossicità e migliore conservazione rispetto agli agenti già esistenti. Dunque potrebbe essere utilizzato per proteggere e mantenere utilizzabile l’organo trasportato per più tempo.

Prospettive future della scoperta

È una delle prime volte che una classe di solventi di questa tipologia è testata per la crioconservazione delle cellule dei mammiferi. Questo studio potrebbe portare allo sviluppo potenziale di migliaia di nuovi agenti crioprotettivi che possono essere più adattati a specifici tipi di cellule, garantendo una protezione specifica ad ogni organo e tessuto.

Tuttavia, il team di ricercatori informa che c’è ancora molto lavoro da fare prima che questa nuova tecnica possa essere utilizzata per interi organi. In futuro, si prevede di studiare l’effetto su altri tipi di cellule, comprese alcune che attualmente non possono essere congelate, usando ulteriori metodologie.

Published by
Maddalena Ranzato