Il tumore al seno rappresenta la neoplasia più frequente in Italia. Ogni anno vengono diagnosticati circa 54.976 pazienti affetti, rappresentando il 30,3% di tumori che colpiscono le donne ed il 14,6% di tumori in Italia. Uno spiraglio di luce sopraggiunge dallo studio PEERAD, che identifica l’intelligenza artificiale come un valido aiuto nella scelta della terapia.
Il seno è una ghiandola doppia posta davanti al muscolo toracico, al di sopra delle costole della parete toracica. E’ composto da cute, grasso e ghiandole deputate alla produzione del latte materno. La struttura interna ricorda un grappolo d’uva ed è articolato in più lobi, solitamente 15/20, ognuno dei quali è organizzato in più strutture dette lobuli che sono deputate alla produzione del latte. Il latte passa tramite canali chiamati dotti per arrivare al capezzolo, dove quest’ultimo è circondato da una zona più scura detta areola.
Quando si parla di neoplasia al seno, nella maggior parte dei casi si tratta di carcinomi, cioè neoplasie che si originano dalle cellule epiteliali. Differenti sono le tipologie di tale tumore:
Tra le persone maggiormente a rischio di essere affette da tumore al seno vi sono quelle con più di 50 anni d’età, in quanto, con l’aumentare dell’età, si è più predisposti. Rientrano anche i fattori di origine ereditaria. Si stima che il 5% delle persone con tumore alla mammella abbia un precedente nella propria famiglia, ciò è dovuto alla trasmissione della mutazione di alcuni geni, come BRCA1 e BRCA2.
Tra le altre cause vi può essere un ciclo mestruale precoce prima del 12 anni o una menopausa tardiva dopo i 55 anni ed anche l’assenza di gravidanze. Ad aumentare l’incidenza vi sono i metodi contraccettivi orali, come la pillola o terapie ormonali durante la gravidanza.
Per prevenire l’insorgenza del tumore al seno, vi è senza dubbio il mantenere uno stile di vita sano, con attività fisica, una corretta alimentazione, cercando di rimanere normopeso. Oltre a tale aspetti, si consigliano degli esami diagnostici da effettuare ogni anno nel caso di donne tra i 45 ed il 49 anni ed ogni due anni per donne dai 70 anni in poi. Tra gli screening principali vi sono la mammografia e l’ecografia al seno.
La mammografia rientra tra le principali “diagnosi precoci” usate per identificare la presenza nel seno di lesioni o tumori. Consiste in una radiografia alla mammella tramite la compressione di quest’ultima tra due piastre. Si consiglia di eseguire tale esame dopo i 40/45 anni, poiché nelle donne giovani l’elevata densità della ghiandola mammaria rende il test poco leggibile. Non è un esame doloroso, ma è consigliato eseguirlo per avere una visione completa, sia a livello strutturale che morfologico della mammella.
Per le donne in giovane età, al posto di eseguire la mammografia, data l’anatomia del seno, è consigliabile l’ecografia mammaria. Si tratta di un esame non invasivo e si avvale dell’utilizzo di ultrasuoni a bassa frequenza ed alta intensità che permettono di esplorare la zona interessata, tali onde rimbalzano sui tessuti e producendo un eco di ritorno permettono di ottenere l’immagine desiderata.
Oltre le tecniche diagnostiche, mammografia ed ecografia, tra loro complementari, è essenziale eseguire un’autopalpazione del seno, in modo tale da recepire possibili cambiamenti nell’aspetto e nella fisionomia del seno. E’ consigliabile iniziare dai 20 anni d’età, una volta al mese, per la precisione una settimana dopo la fine del ciclo mestruale. In gravidanza ed in menopausa, invece, può essere eseguita in qualunque periodo.
L’autopalpazione si distingue in due azioni, l’osservazione e la palpazione.
L’osservazione consiste nella valutazione del seno davanti ad uno specchio, per visionare se vi sono cambiamenti di forma, colore o coesistenza. Tale fase si esegue in tre posizioni differenti da effettuare sia frontalmente che lateralmente:
Tale fase si articola in due sottofasi: la palpazione del seno e l’analisi del capezzolo.
Nella palpazione del seno, da eseguire sia in posizione supina che eretta, è necessario eseguire alcuni movimenti:
L’analisi del capezzolo consiste nel premerlo tra indice e pollice e verificare la fuoriuscita di possibili liquidi.
Il progetto PEERAD- PrEdicting Endopredict score with RADiomics, finanziato dal Ministero della Salute all’Istituto Tumori di Bari ha identificato come l’intelligenza artificiale entra in gioco nella scelta terapica per il tumore al seno. Coloro i quali sono affetti da tale neoplasia, non sempre necessitano di trattamenti chemioterapici e dato che per l’oncologo è difficile scegliere la terapia più efficace e meno aggressiva, tramite tale studio si può identificare la terapia idonea.
L’algoritmo analizza le immagini diagnostiche e permette di stabilire la terapia. I ricercatori si concentreranno su pazienti con il tumore della mammella ormono-responsive HER2 negativo, la quale neoplasia risponde bene alle terapie ormonali e tende ad essere poco aggressiva e non manifestare ricadute. Per decidere se adoperare la chemioterapia, il medico sceglie di eseguire il test genomico, il quale è molto costoso e viene eseguito sul tessuto esportato tramite biopsia o mastectomia, una tecnica invasiva che sarebbe possibile evitare tramite l’intelligenza artificiale.
Il tumore al seno è uno tra le neoplasie con maggiore incidenza nelle donne, ci si augura che, in futuro prossimo, il medico possa usufruire dell’intelligenza artificiale per permettere di effettuare delle terapie mirate, divenendo uno strumento innovativo che permette di abbattere la spesa sanitaria senza compromettere il percorso di cura del paziente.