Medicina

Tumore al seno: spie nel latte materno che indicano la possibilità di svilupparlo

Gli esperti del Wellcome-Mrc Cambridge Stem Cell Institute (Csci) insieme a quelli del dipartimento di farmacologia dell’Università di Cambridge hanno conseguito una ricerca sul latte materno. Questo studio ha evidenziato come all’interno del latte materno siano state identificate delle cellule vitali che sono in grado di rilevare le potenziali spie legate al rischio di sviluppare il tumore al seno.

Il latte materno

La ghiandola mammaria è la parte principale della mammella: questa ha il compito di produrre il latte durante l’allattamento. In realtà, l’organismo delle donne inizia a prepararsi già durante la gravidanza, grazie all’ormone della prolattina e, nei primi giorni dopo il parto, il seno produce un liquido denso e giallastro che viene chiamato oro liquido.

Il latte materno è ricco di proprietà nutritive. Al suo interno si possono trovare proteine, lipidi, sali minerali e zuccheri, tutto in quantità e proporzioni adeguate alle necessità del lattante. Tutto ciò è infatti fondamentale per lo sviluppo e la crescita del neonato.

Il tumore al seno

Il tumore al seno detto anche carcinoma mammario, è la neoplasia più diffusa tra le donne, che può essere benigna, come fibroadenomi o cisti, o maligna come i carcinomi. Sono note le statistiche in cui si evince che una donna su otto sviluppa il cancro al seno e questo in percentuale è pari al 13%.

I fattori di rischio, che aumentano le probabilità di sviluppare il cancro al seno, possono essere molteplici e soggettivi, ma i più frequenti sono la familiarità, lo stile di vita ma anche l’ambiente in cui si vive.

Credits: World Cancer Research Fund

E’ stato dimostrato che le donne che presentano determinati fattori hanno più probabilità di sviluppare il tumore al seno, vediamo alcuni di essi:

  • Età: la probabilità aumenta con l’invecchiamento, nella maggior parte dei casi il tumore si sviluppa nelle donne con età superiore ai 60;
  • Storia familiare: se in famiglia ci sono casi di tumore al seno, per esempio se la madre, la sorella o la figlia ne sono già state interessate, questo può aumentare il rischio di sviluppo;
  • Cambiamenti al seno: alcune donne presentano cellule nella mammella che al microscopio possono apparire anomale;
  • Genetica: i cambiamenti di alcuni geni presenti del DNA aumentano il rischio del cancro al seno.

Lo studio: cosa ci può dire il latte materno sul tumore al seno

Studiando le cellule del latte umano saremo in grado di rispondere ad alcune domande fondamentali sulla funzione delle ghiandole mammarie. Domande come ad esempio: come viene prodotto il latte? Perché alcune donne faticano a produrlo? E quali strategie possono essere impiegate per migliorare gli esiti dell’allattamento per le donne?

Alecia-Jane Twigger

Per condurre questa ricerca, gli esperti hanno chiesto a 9 neomamme di donare campioni del proprio latte materno e ad altre 7 donne hanno chiesto campioni di tessuto mammario. Queste ultime si erano sottoposte volontariamente alla riduzione del seno per motivi estetici. In questo studio sono state isolate più di 110 mila cellule vitali che sono state sequenziate una per una grazie al sequenziamento delle molecole di RNA.

In questo modo è stato possibile scoprire le differenze che caratterizzano le ghiandole durante l’allattamento. I dati raccolti da questa ricerca portano alla luce nuove strade per poter capire le dinamiche cellulari che hanno luogo durante la gravidanza e l’allattamento. I ricercatori credono di poter ricavare delle informazioni sul rapporto tra gravidanza, all’allattamento e tumore al seno. Dunque le cellule contenute nel latte materno potrebbero dar vita a nuovi studi sulla salute femminile ma soprattutto sulle prime fasi di sviluppo del tumore al seno.

A cura di Rossella Esposito.

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