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Tumore al seno: vaccino sperimentale supera i primi test

tumore al seno

Un nuovo articolo di JAMA Oncology riporta i risultati di uno studio in cui si è testato un vaccino sperimentale contro il tumore al seno. Questa ricerca è durata all’incirca 20 anni ed ora si è conclusa la fase 1 su essere umano. La nuova terapia è risultata sicura ed è iniziato ora lo studio di fase 2 per testarne l’efficacia.

Cosa sappiamo sul tumore al seno?

Il seno è suddiviso principalmente in 3 componenti: lobuli, dotti e tessuto connettivo. I primi sono ghiandole che si occupano della produzione del latte materno, i secondi trasportano il latte fino al capezzolo ed, infine, il tessuto connettivo (composto da tessuto grasso e fibroso) raggruppa tutto l’insieme. Il tumore al seno può interessare diverse componenti, la maggior parte colpisce i dotti e/o i lobuli. Vi sono due tipologie più comuni di tumore al seno:

  • Carcinoma duttale invasivo, in cui le cellule tumorali iniziano a proliferare nei dotti e poi crescono al di fuori nel tessuto mammario;
  • Carcinoma lobulare invasivo, in cui le cellule tumorali iniziano ad apparire nei lobuli e poi si diffondono dai lobuli ai tessuti mammari che si trovano nelle vicinanze.

Circa il 30% dei tumori al seno porta alla sovrapproduzione di una proteina, il recettore 2 del fattore di crescita epidermico umano, HER2. Questa tipologia di cancro HER2-positivo è spesso più aggressiva di altri tipi di tumori al seno, infatti cresce più velocemente e ha maggiore probabilità di ripresentarsi.

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Struttura del seno – Credits: CDC

Lo studio in questione

Negli ultimi 20 anni, la terapia con anticorpi monoclonali è stata uno dei trattamenti clinici più efficaci per questo tipo di tumore: si è progettata per bloccare l’attività di HER2 sulle cellule tumorali. Il team di ricerca ha lavorato per anni su vaccini in grado di istruire il sistema immunitario a colpire le cellule tumorali HER2-positive. Non si è progettata questa tipologia di vaccini per la prevenzione e/o per impedire la comparsa dei tumori, ma per una funzione terapeutica; dunque, questi, sono pensati per la somministrazione ai pazienti dopo la diagnosi come aiuto per il sistema immunitario al fine di distruggere determinate cellule tumorali.

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Il vaccino sperimentale per il tumore al seno

Il team di ricerca ha lavorato ad un vaccino a DNA che fornisce istruzioni per la fabbricazione di determinate proteine ​​nel nucleo di una cellula. In questo modo, le proteine d’interesse vengono prodotte dalle cellule ed innescano una risposta immunitaria. Il vaccino in fase di studio porta le cellule a fabbricare un frammento specifico della proteina HER2.

Studio di fase 1 e analisi dei risultati

Lo studio di fase 1 è iniziato 20 anni fa, si sono presi in esame 66 pazienti di ambo i sessi con carcinoma mammario avanzato HER2-positivo e età media di 51 anni (in un range di 34-77 anni). Si sono testati 3 diversi livelli di dosaggio con l’obiettivo principale di valutare la sicurezza del vaccino. Poiché le proteine ​​HER2 si trovano anche su altre tipologie di cellule del corpo, il team ha pianificato un follow-up di 10 anni per ogni partecipante per assicurarsi dell’assenza di attività immunitaria contro i tessuti sani. Attualmente, i risultati dimostrano che il vaccino è molto sicuro e che il dosaggio di vaccino più alto è associato ad una maggiore incidenza di DNA persistente nel sito di iniezione. Inoltre, gli effetti indesiderati più comuni sono molto simili a quelli del vaccino per il Covid-19, ossia: arrossamento e gonfiore sulla zona d’iniezione, febbre e sintomi influenzali.

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Schema dello studio di fase 1: i dati clinici sono presentati su tutti i 66 pazienti con tumore al seno. I dati immunologici sono presentati per coloro che hanno avuto almeno 1 valutazione aggiuntiva dell’immunità valutata durante o dopo la vaccinazione (n = 59). La ragione più comune per il fallimento è la mancanza di positività HER2 – Credits: JAMA Oncology

Ulteriori considerazioni sullo studio in merito al tumore al seno

La ricerca non si è focalizzata sull’efficacia del vaccino sperimentale nel trattamento del cancro al seno, ma si può sottolineare che l’80% dei partecipanti è sopravvissuto all’intero follow-up di 10 anni. Generalmente, solo il 50% dei pazienti con carcinoma mammario avanzato HER2-positivo sopravvive oltre i 5 anni dalla diagnosi, dunque è probabile che il vaccino funzioni.

Prospettive future

Al momento è in corso uno studio di fase 2 che testa l’efficacia del vaccino in un gruppo più vasto di pazienti HER2-positivi. Questo processo è iniziato recentemente e presenta un periodo di follow-up di 2 anni. Se i risultati del nuovo studio saranno positivi, questo permetterà di passare rapidamente a uno studio di fase 3 definitivo. Il team ha grandi speranze in merito e crede di essere prossimo alla distribuzione di un vaccino in grado di curare efficacemente i pazienti con cancro al seno.