R21 è il nuovo vaccino sperimentale contro la malaria la cui sicurezza ed efficacia è senza precedenti. Il farmaco sviluppato dal Jenner Institute dell’Università di Oxford in collaborazione con il Serum Institute of India ha l’enorme potenzialità di ridurre il numero delle vittime di questa malattia a poche migliaia nel giro di 5 anni. Ogni anno muoiono di malaria più di 400mila bambini dell’Africa sub-sahariana, di cui almeno l’80% sotto i 5 anni di età. Lo studio è stato pubblicato in versione preprint sulla rivista The Lancet e mostra un’efficacia del vaccino R21 pari al 77%.
Quando pensiamo alla malaria vi associamo istintivamente la figura della zanzara. Tuttavia, la zanzara è solamente il vettore della malattia, non la causa. Difatti la malattia è causata da 4 diversi tipi di plasmodio, un organismo unicellulare del regno dei protisti. Questo ha la particolarità di riprodursi solamente all’interno dei globuli rossi umani prima di completare il suo ciclo vitale. La zanzara che funge da vettore appartiene al genere delle Anopheles: durante la puntura essa rilascia il plasmodio dalle ghiandole salivari. Sempre tramite puntura, il plasmodio può tornare nell’insetto ed infettare un’altra persona.
La malaria è una malattia tropicale che colpisce circa 200 milioni di persone all’anno. I sintomi più comuni si verificano 15 giorni dopo la puntura e sono febbre, mal di testa, tensione ai muscoli della nuca, brividi, sudorazione, nausea, vomito e diarrea. Ad oggi la miglior strategia per curare la malattia è l’intervento precoce con una terapia farmacologica mirata. Il farmaco maggiormente impiegato per la cura e per la prevenzione è l’Artemisina, una molecola attiva contro il plasmodio. Uno dei maggiori problemi è la resistenza al farmaco, dato l’utilizzo così frequente anche per curare patologie diverse.
L’unico vaccino distribuito fino ad ora è il Mosquirix, sviluppato dalla casa farmaceutica britannica GlaxoSmithKline. La somministrazione ha ridotto i casi di malaria nei bambini tra i 17 mesi e i 5 anni del 39%, un’efficacia ancora insufficiente per ridurre drasticamente la mortalità. Mosquirix è stato somministrato in 4 dosi a 650mila bambini nelle zone del Malawi, Ghana, Kenya, con l’obiettivo di raggiungere ogni anno 120mila bambini nel triennio 2019-2022.
Lo studio del vaccino R21 ha concluso la fase IIb di sperimentazione, nella quale 450 bambini tra i 5 e i 17 mesi sono stati sottoposti al vaccino contro la malaria, o al placebo, nell’arco di un anno. I partecipanti sono stati suddivisi in tre gruppi, due dei quali hanno ricevuto le dosi di vaccino con una diversa concentrazione di adiuvante, mentre al terzo è stata somministrata la vaccinazione antirabbica come gruppo di controllo. L’adiuvante è una sostanza che se aggiunta al vaccino aiuta la risposta immunitaria dell’organismo. Nel primo gruppo sono stati utilizzati 25mg di Matrix-M, un adiuvante prodotto da Novavax, nel secondo invece una dose di 50mg.
Ciò che è emerso in modo sorprendente dalla fase II di sperimentazione è la capacità di prevenzione della malattia. Infatti, l’efficacia di R21è stimata al 77% nel gruppo con alta dose di adiuvante e al 74% con la dose più bassa. Il vaccino contro la malaria prevede l’inoculazione di 3 dosi a distanza di quattro settimane l’una dall’altra prima della stagione della malaria, e una quarta dose l’anno successivo.
L’inizio della terza fase di sperimentazione del vaccino R21 è prevista in Burkina Faso, Mali, Tanzania e Kenya con la partecipazione di 5000 bambini. Adrian Hill, professore di parassitologia e direttore del Jenner Institute, dichiara che “Sarebbe davvero fantastico se riuscissimo nell’obiettivo di ridurre quei 400mila morti a decine di migliaia nei prossimi cinque anni”, e aggiunge “Dobbiamo renderci conto che questa malattia parassitaria uccide molte più persone del coronavirus in Africa, quindi dobbiamo pensare a un’autorizzazione di emergenza per utilizzare questa formula nel continente”.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha posto come obiettivo un vaccino che arrivi al 75% di efficacia nel prevenire la malattia: R21 sembra superare la soglia necessaria e richiesta dall’OMS. Sviluppare un vaccino per la malaria richiede uno sforzo notevole in termini di tempo e risorse. Infatti, il plasmodio responsabile della malattia possiede migliaia di geni rispetto alla dozzina del Coronavirus. Con l’esplosione della pandemia ci sono stati dei ritardi notevoli nello studio di R21, essendo il Serum Institute of India protagonista nella produzione del vaccino di Oxford-AstraZeneca. Ciononostante, l’azienda ha promesso un’attività di 200 milioni di vaccini all’anno una volta ottenuta l’autorizzazione.